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CAMBIA LINGUA

Su il sipario. Riapre il Teatro Lirico.

A Milano, da qualche anno, gli spazi in disuso riprendono vita e si trasformano, a volte assumendo le vocazioni più disparate, a volte mantenendo quella originaria.

A novembre 2013 l’assessorato al Lavoro e al Demanio aveva messo in palio un fondo per startup e locali non utilizzati con il bando Tira su la Cler, attraverso il quale, con bonus e affitti accessibili, hanno preso vita diverse imprese per il sociale.

Nel corso del 2014 sono state assegnate le ex officine Ansaldo in via Tortona, attraverso un altro bando che ha portato all’apertura nel 2016 di BASE, spazio multifunzionale e multidisciplinare, con residenze per artisti, coworking, corsi ed eventi.

Su queste premesse, Milano prosegue la linea di rinnovamento e rilancio di spazi da dedicare alla cultura: lo scorso 15 luglio è stato pubblicato il bando per la gestione del Teatro Lirico in via Larga.

Fino al prossimo 7 novembre sarà possibile presentare una proposta tecnico-artistica ed economica per rilanciare la programmazione artistica e culturale di questo teatro storico milanese chiuso negli anni ’90.

Voluto da Maria Teresa d’Austria alla fine del ‘700, come alter ego “popolare” della Scala, e progettato dallo stesso architetto Piermarini, oggi viene consegnato dal Comune al nuovo concessionario, dopo il restauro conservativo, con un canone di base esiguo (20mila euro l’anno), e con l’opportunità di arricchire la città con programmazioni di rilevanza nazionale e internazionale, all’interno del suo sistema dello spettacolo e della cultura.

Il Comune fornisce delle linee guida: fino a dodici anni di concessione, un’apertura al pubblico di almeno 6 mesi l’anno con un totale non inferiore a 160 ‘alzate di sipario’ ogni dodici mesi. Il futuro gestore, inoltre, dovrà proporre un cartellone capace di spaziare su diversi generi: musica classica, contemporanea, jazz, etnica, rock, pop, d’autore; opera lirica, contemporanea, operette, musical, commedie musicali, varietà, opera-rock. Per il teatro e la danza la programmazione potrà contemplare la prosa, i grandi classici, forme di cabaret, teatro-circo, danza moderna e contemporanea, balletto classico e moderno, teatro-fisico e teatro di movimento. Per il cinema si potranno proiettare film d’autore, film-opera, film musicali.

Milano sta rialzando le saracinesche chiuse, in questo caso il sipario, in periferia come a due passi dal Duomo, unendo attività produttive, di startup e culturali: finalmente la cultura viene riconosciuta e incentivata come progetto imprenditoriale?

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