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Il via al decreto Ong: l’attacco delle opposizioni

Molteni: « In mare non si fa morire nessuno»

Il via al decreto Ong: l’attacco delle opposizioni.

Oggi, 23 febbraio 2023, con 84 voti favorevoli, 61 contrari e nessun astenuto l’Assemblea del Senato approva in via definitiva il decreto sui flussi migratori.
Si introducono regole nuove per il salvataggio dei migranti in mare, operato dalle navi delle organizzazioni non governative. Vengono modificati alcuni commi del cosiddetto decreto Lamorgese – DL 130/2020, contenente “disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare”- andando anche a regolare la questione dei salvataggi multipli.

L’obiettivo che si pone è quello di assicurare l’incolumità delle persone recuperate in mare, tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica e regolamentare l’attività delle navi Ong nel Mediterraneo.
Il testo del decreto « trasuda populismo e non affronta i veri punti della crisi migratoria e del declino demografico», scrive Matteo Renzi prima di entrare in Aula nella sua newsletter.
« Non sono le navi che salvano i migranti in mare» – prosegue – «Non si può pensare di risolvere i problemi drammatici dell’immigrazione cambiando porto e luogo di sbarco».
Critiche da parte del Partito democratico ma anche da Verdi e Sinistra : «L’immigrazione non è un fenomeno emergenziale ma strutturale. Ma ancora una volta la destra di governo usa questo tema più per propaganda che per risolvere il problema».

« In tema di immigrazione, di diritto umanitario, il nostro Paese non deve prendere lezioni da nessuno. Se c’è un paese che fa canali umanitari è l’Italia, gli altri Paesi europei non li fanno e questo è un motivo di orgoglio. E’ stato definito decreto non umanitario, non vuole criminalizzare nessuno, ma vuole regolarizzare l’attività di soccorso in mare rispetto alla quale si pongono regole», questo l’intervento in sede di replica del sottosegretario Nicola Molteni in Aula al Senato.
«Siamo l’unico Paese che fa soccorsi in mare grazie alla guardia costiera e alla guardia di finanza» – continua- « Non si può accusare un paese di voler fare un decreto per incentivare le morti in mare. La dignità del nostro paese non lo può accettare».

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«Questo decreto pone regole di condotta in conformità alle regole del diritto del mare, chiunque è in difficoltà nel mare va salvato, questo è un diritto sacro santo. In mare non si fa morire nessuno» – prosegue Molteni – «La difesa dei confini è una prerogativa dello Stato e non di organizzazioni private straniere e credo che i soccorsi in mare debbano essere fatte dallo Stato perché ritengo che un governo serio abbia il diritto di decidere se delegare o no soggetti stranieri e noi non diamo deleghe in bianco per fare ciò che fa in modo opportuno il nostro paese».

Il via al decreto Ong: l’attacco delle opposizioni.

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