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Le tre presenze triestine dell’étoile del balletto Jelko Yuresha al Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”

Dalle collezioni del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, che racconta la vita del teatro e della musica a Trieste dal Settecento ai giorni nostri, proviene la documentazione delle tre presenze triestine del ballerino croato Jelko Yuresha: quella dell’aprile del 1961 al Teatro Comunale “Giuseppe Verdi”, nelle quattro rappresentazioni della tournée italiana del London’s Festival Ballet, quella del «Concerto di danza», ancora al Verdi, il 25 novembre 1971 e quella infine di sabato 31 dicembre 1977 e domenica 1 gennaio 1978 al Politeama Rossetti con la Compagnia Balletto Classico Liliana Cosi – Marinel Stefanescu.

Una testimonianza importante, documentata nella mostra “Una vita per il balletto. Hommage à Jelko Yuresha” organizzata dal Comune di Trieste, dalla Comunità Croata di Trieste / Hrvatska zajednica u Trstu e dal MUO – Museo dell’Arte e dell’Artigianato / Muzej za umjetnost i obrt di Zagabria, visitabile fino al 1 maggio nella Sala Attilio Selva del Museo a Palazzo Gopcevich (apertura al pubblico da martedì a domenica, orario 10-17; biglietto d’ingresso: intero 4 euro, ridotto 3 euro).

“La prima tappa triestina” – sottolinea il Conservatore del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” Stefano Bianchi – “rappresenta per Yuresha la primavera di un’avventura artistica destinata a lusinghieri successi personali sulla scena internazionale. E apre una ‘stagione’ che, tra le pareti dello “Schmidl”, con questa mostra idealmente dialoga con altre due straordinarie ‘stagioni’ della danza: quella del balletto romantico, simbolicamente rappresentata dalla scarpina indossata a Trieste da Maria Taglioni nella stagione di Quaresima del 1845; e quella rivoluzionaria dei Ballets Russes di Serge Diaghilev, che rivive nella straordinaria documentazione epistolare del Fondo de Chapowalenko”.

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