fbpx
CAMBIA LINGUA

Meloni sospende Pozzolo: «Non sono disposta a fare questa vita se le persone attorno a me non capiscono la responsabilità che abbiamo»

La premier: «Sono pronta al confronto tv con Elly Schlein»

Meloni sospende Pozzolo: «Non sono disposta a fare questa vita se le persone attorno a me non capiscono la responsabilità che abbiamo».

Dal caso Pozzolo all’inchiesta sugli appalti Anas, passando per premierato, autonomia, elezioni europee, migrazioni, Mes e Patto di Stabilità. La conferenza stampa che doveva essere di “fine anno”, rinviata due volte a causa dei suoi problemi di salute, è stata un vero e proprio stress test per la premier Giorgia Meloni.

Oltre 40 le domande dei giornalisti, accorsi presso l’aula dei gruppi parlamentari della Camera. Un confronto con la stampa durato più di 3 ore, compresa la brevissima pausa per andare in bagno chiesta dalla Presidente del Consiglio verso la fine dell’appuntamento.

I temi toccati rispondendo ai cronisti sono un compendio delle principali questioni attorno a cui si è concentrato il dibattito politico negli ultimi mesi e saranno gli spunti per l’inizio della campagna elettorale per le europee di giugno.

Meloni ha detto di non aver «ancora deciso» se candidarsi in vista della decima tornata elettorale per il Parlamento Europeo. «Devo capire – ha precisato la premier se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro da Presidente del Consiglio. Perché penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader della maggioranza. Penso che la mia eventuale candidatura potrebbe portare anche altri leader a fare la stessa scelta».

Rispetto alle eventuali alleanze nell’Europarlamento, Meloni ha aggiunto: «Non sarei disposta a fare una maggioranza stabile con la sinistra». Sarebbe disponibile, invece, ad un «ragionamento diverso» rispetto all’accordo sulla composizione della nuova Commissione europea. In questo senso, la premier ha ricordato che nel 2019 si era arrivati all’elezione di Ursula von der Leyen anche grazie al Pis polacco che poi «non ha fatto parte della sua maggioranza».

meloni 3

I temi europei hanno richiamato inevitabilmente anche le polemiche sul Mes e la sua mancata ratificata: «Il Mes esiste da tempo e penso che nella reazione dei mercati si legga una consapevolezza rispetto al fatto che è obsoleto. Forse la mancata ratifica da parte dell’Italia può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace», ha detto la Presidente del Consiglio. «In Parlamento – ha aggiunto Meloni – non c’è mai stata una maggioranza» per approvare la ratifica. «Perché l’ex governo Conte l’ha sottoscritta quando sapeva che non c’era una maggioranza per approvarla? Ha messo l’Italia in una situazione di difficoltà».

Dal Mes al Patto di Stabilità. «Non credo che il tema della mancata ratifica del Mes vada letto in relazione ai risultati del patto di stabilità». Rispondendo ad una domanda sull’intesa raggiunta a Bruxelles in merito, Meloni ha chiarito: «Chiaramente non è l’accordo che avrei voluto io».

La premier ha risposto anche ad una domanda sul caso Pozzolo e ha annunciato alla stampa di aver chiesto che il deputato al centro del caso politico sugli spari a Capodanno «venga deferito alla commissione dei probiviri di Fdi indipendentemente dal lavoro che fa l’autorità competente e che nelle more del giudizio sia sospeso da Fdi».

Altro terreno su cui Meloni è stata incalzata è l’inchiesta sugli appalti Anas, che vede coinvolto Tommaso Verdini insieme ad alcuni esponenti della Lega«Penso che sulla questione bisogna attendere il lavoro della Magistratura – ha detto la Presidente del Consiglio -. Da quello che ho letto le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non è chiamato in causa e ritengo che non debba intervenire in Aula su questa materia».

C’è stato spazio anche per alcune stoccate della premier nei confronti delle opposizioni. Sul caso Degni, il magistrato della Corte dei Conti al centro delle polemiche per le sue esternazioni social contro il governo, Meloni ha detto: «Io ho da chiedere alla sinistra se sia normale che persone nominate per incarichi super partes si comportino da militanti politici. Mi ha colpito che non ci sia stato nessuno a sinistra a dire due parole: Paolo Gentiloni che l’ha nominato, Elly Schlein, io vengo chiamata in causa per qualsiasi cosa. Un magistrato della Corte dei conti che come incarico ha quello di mettere in sicurezza i conti pubblici che spera per ragioni politiche che l’Italia vada in esercizio provvisorio un po’ di preoccupazione la mette».

Alla domanda su un possibile confronto tv con Elly Schlein, Meloni ha risposto: «Mi impegno volentieri, credo che sia normale, credo che sia giusto che il Presidente del Consiglio si confronti con il leader dell’opposizione prima della campagna elettorale e delle elezioni europee. Non mi sono mai sottratta e non lo farò stavolta».

schlein-meloni

Rispondendo ad una domanda sul premierato, la premier ha ribadito: «Non vedo in cosa l’elezione diretta del capo del governo significhi togliere potere al Capo dello Stato. Quando ho presentato la riforma costituzionale del premierato, la prima cosa che ho detto è di non toccare poteri del presidente della Repubblica e non li tocchiamo».

«Sul Medio Oriente noi abbiamo lavorato fin dall’inizio per evitare un’escalation del conflitto perché l’escalation di questa crisi potrebbe avere conseguenze che io considero inimmaginabili», ha detto la Presidente del Consiglio. «Credo sia fondamentale lavorare da ora per una soluzione strutturale per il problema palestinese, credo sia nell’interesse di tutti, credo sia un errore dire prima distruggiamo Hamas e poi ne parliamo».

La situazione più difficile da affrontare nel 2023? «Cutro – ha risposto la premier -. Novantaquattro persone che muoiono e l’accusa che è colpa tua sono cose che pesano, non ritengo sia colpa mia, ma anche solo l’accusa pesa».

Meloni ha risposto anche ad una domanda sulla gestione familiare del suo partito: «L’accusa di familismo comincia a stufarmi. Ci sono 2 coppie di coniugi entrambe a sinistra, Pd e Sinistra Italiana, che ha un gruppo di 8 persone per cui la coppia fa il 25% del partito e non c’è mai stata un’accusa di familismo. Si sa che quando dedichi tanto tempo alla politica le persone diventano amici, moglie o marito, ma non toglie il valore del militante. Mia sorella è da 30 anni militante di FdI, forse la dovevo mettere in una partecipata statale come fanno gli altri, l’ho messa a lavorare al partito mio».

meloni 2

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×