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La guerra continua, i negoziati pure; intanto l’Ucraina firma per entrare nell’Unione Europea

Nessuna decisione è stata presa, Putin vuole il riconoscimento della Crimea russa

Il primo incontro tra le delegazioni di Ucraina e Russia si è concluso, non è stata presa nessuna decisione sul conflitto in corso e le parti si riservano di incontrarsi nuovamente nei prossimi giorni, intanto continuano gli scontri nelle principali città ucraine.

La notizia, da fonti russe, è l’esistenza di presupposti su cui basare un accordo di pace. Vladimir Medinsky, ex ministro della Cultura e ora mediatore del Cremlino ai negoziati, ha detto a Interfax: “Abbiamo trovato alcuni punti su cui è possibile trovare un terreno comune”.
Le richieste ucraine sono il cessate il fuoco e la fine della guerra d’invasione, dall’altra parte la Russia avrebbe preteso il riconoscimento della Crimea come parte del suo territorio e la neutralità dell’Ucraina rispetto a NATO ed Unione Europea.

Nel pomeriggio, il presidente francese Macron ha twittato spiegando di aver chiamato Putin – non presente ai negoziati – su richiesta del suo corrispettivo ucraino Zelensky. A proposito di questo l’account ufficiale dell’Eliseo ha emesso un comunicato riguardo al colloquio tra i due capi di stato. Putin e Macron hanno concordato che la Russia deve fermare gli attacchi contro la popolazione e le infrastrutture civili, e mantenere in sicurezza le principali vie di trasporto, tra cui la strada a Sud di Kiev. I due hanno deciso di rimanere in contratto nei prossimi giorni.

Nelle stesse ore sono comparse online le immagini della firma, da parte del presidente ucraino Zelensky, dei moduli per la domanda di adesione all’Unione Europea. Zekensky ha lanciato un appello all’Ue: “Il nostro sogno è stare con tutti gli europei e, soprattutto, di essere uguali a loro”.
Questa richiesta è controversa, sia perché i leader europei si sono mostrati freddi di fronte a questa ipotesi sia perché una delle richieste di Putin è la neutralità dell’Ucraina.

La situazione rimane complessa. Ieri sera l’Unione europea ha approvato nuove sanzioni contro la Russia, causando il crollo della moneta nazionale e costringendo la Borsa russa a non aprire per timore di un eccesso si ribasso. Mario Draghi ha commentato: “L’Italia dà il suo pieno e convinto appoggio al pacchetto di misure contro la Federazione Russa presentato oggi dalla Commissione Europea”.
“L’aggressione dell’Ucraina – ha continuato il Primo Ministro italiano – è un atto barbaro e una minaccia per tutta l’Europa. L’Unione Europea deve reagire con la massima fermezza.”

Nel pomeriggio di oggi si è riunito il Consiglio dei ministri italiano, l’obiettivo – raggiunto – era quello di approvare un decreto-legge contenenti ulteriori misure urgenti sulla crisi in Ucraina.
I ministri hanno deciso, se ci sarà approvazione del Parlamento, per “la cessione alle autorità governative dell’Ucraina di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari”, decidendo una deroga specifica ad alcune disposizioni vigenti.
Inoltre il decreto prende prime misure ipotizzando l’eventuale flusso di profughi verso l’Italia, dove già vi è una cospicua presenza di cittadini ucraini, circa 250.000 persone. Il Governo ha deciso “che i cittadini ucraini vengano ospitati nei CAS anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale” e ha disposto “500 mila euro per finanziare misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti ucraini affinché possano svolgere le proprie attività presso università, istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica ed enti di ricerca italiani”.
Infine il Consiglio dei ministri  ha deliberato “la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022, in relazione all’esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto”.

 

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