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Gaza, prima evacuazione di civili dalla Striscia. Tajani: «Usciti anche i primi 4 italiani»

Il raid a Jabalia potrebbe essere un crimine di guerra. Papa Francesco: «Ogni guerra è una sconfitta, non si risolve nulla con la guerra»

Gaza, prima evacuazione di civili dalla Striscia. Tajani: «Usciti anche i primi 4 italiani».

Sono più di 400 i civili che, nelle scorse ore, hanno attraversato il valico di Rafah, aperto per favorire evacuazione di chi scappa dalla guerra tra Israele e Hamas.

Il valico è l’unico collegamento tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Sarebbe stato il Qatar a mediare per ottenerne l’apertura. Ad evacuare, la momento, solo persone ferite e persone palestinesi in possesso di un secondo passaporto straniero.

Tra le persone che hanno potuto lasciare la Striscia anche 4 volontari italiani che lavorano per ong internazionali, che nelle scorse settimane erano già localizzati presso la base Unrwa a Rafah. Hanno attraversato il valico e sono ora in Egitto, assistiti da personale dell’Ambasciata d’Italia al Cairo.

«Sono felice di confermare che un primo gruppo di italiani che avevano intenzione di lasciare Gaza è uscito dalla Striscia», ha dichiarato il vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Nel frattempo, il generale Figliuolo è atterrato in Libano. Durante la sua visita, Figliuolo incontrerà i militari italiani schierati nel sud del Paese.

Sono riusciti ad uscire dalla Striscia di Gaza anche i primi cittadini statunitensi. «Non smetteremo di lavorare fino a quando gli americani non saranno fuori dal territorio», ha affermato il presidente Joe Biden. Il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale americano, John Kirby ha dichiarato che un ampio cessate il fuoco generale adesso a Gaza «non è la giusta risposta».

gaza city

Intanto un funzionario di Hamas, Ghazi Hamad, parlando ad un’emittente libanese, ha rivelato: «Dobbiamo dare una lezione ad Israele e lo faremo ancora e ancora. L’attacco alluvione di Al-Aqsa del 7 ottobre è solo il primo e ce ne saranno un secondo, un terzo, un quarto». Secondo il fondamentalista, Israele «è un Paese che non ha posto sulla nostra terra, dobbiamo cancellarlo».

Nelle stesse ore, il capo degli affari umanitari dell’Onu, Martin Griffiths, ha denunciato il bombardamento del campo profughi di Jabalya, che ha provocato decine di morti, descrivendolo come «l’ultima atrocità che ha colpito gli abitanti di Gaza».

«Siamo alle porte di Gaza City». Lo ha detto il generale Itzik Cohen, comandante della 162esima divisione dell’esercito israeliano, aggiungendo che le forze armate sono ora «nel profondo della Striscia». Il premier Netanyahu: «È la guerra più giusta, avanti fino alla vittoria». Il segretario di Stato americano Antony Blinken sarà in Israele venerdì per incontrare Netanyahu.

«Ogni guerra è una sconfitta, non si risolve nulla con la guerra». Lo ha detto Papa Francesco, aggiungendo: «Tutto si guadagna con la pace, con il dialogo. Sono entrati nei kibbutz, hanno preso ostaggi. Hanno ucciso qualcuno. E poi la reazione. Gli israeliani andare a prendere quegli ostaggi, a salvarli. Nella guerra uno schiaffo provoca l’altro. Uno forte e l’altro più forte ancora e così si va avanti. La guerra è una sconfitta. Io l’ho sentita come una sconfitta in più. Due popoli che devono vivere insieme. Con quella soluzione saggia: due popoli due Stati. L’accordo di Oslo: due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale».

papa francesco

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