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La finestra sul cortile. Scorci di collezioni private alla GAM di Milano

La finestra sul cortile. Scorci di collezioni private: il titolo dell’esposizione allestita presso la GAM, Galleria di Arte Moderna di Milano, sembra quasi prefigurare un appuntamento con la cinematografia, la rievocazione del titolo della celeberrima pellicola di Hitchcock, ma che, in realtà, apre uno scenario per ora inedito per il capoluogo lombardo, ossia una lunga rassegna di opere provenienti da collezioni private, decisamente novecentesche come stili e come periodo di realizzazione.

Veri e propri scorci di collezioni private, quelle provenienti dalla Collezione Panza di Biumo e dalla Collezione Berlingieri, si affacceranno lungo i tre piani della Galleria, storica villa dal sapore neoclassico e in cui sono custodite importanti e celeberrime opere ottocentesche, quelle stesse opere e quegli stessi capolavori che si interfacceranno, inevitabilmente e volutamente, con i quadri delle stesse collezioni, garantendo un dialogo e un confronto utile a mettere in comparazione rappresentazioni e lavori artistici di due epoche differenti, possiamo dire l’una, quella ottocentesca, origine della seconda, quella novecentesca, che ne diventa utile, evoluto e ricco proseguimento compositivo. La letteratura artistica è fatta di tanti tasselli esecutivi e questi tasselli, in questa cronice, quale l’eposizione curata da Luca Massimo Barbero, vogliono essere veri e propri frammenti, che sembrano non avere alcuna connessione gli uni con gli altri ma che, in realtà, possono, se ben disposti, assumere una logica narrativa di una storia artistica complessiva, così come la storia raccontata dal protagonista della pellicola di Hitchcock, pronto a osservare i vari episodi, frammentati appunto, di vita dei suoi vicini di casa all’interno della cornice chiara, unica e circoscritta della finestra che si affacciava sul cortile.

La mostra è aperta al pubblico fino a 26 Febbraio, inaugurata lo scorso 23 Novembre, ed è promossa da UBS e dalla stessa Galleria d’Arte Moderna di Milano, esempio importante di come anche oggi il privato possa contribuire a dare utili e interesasanti opportunità artistiche e culturali al pubblico, una sinergia collaborativa molto proficua e viva nel suo proporsi. Il privato ha avuto sempre nella storia del capoluogo ambrosiano una funzione di promozione delle eccellenze e delle novità artistiche, tanto che nella stessa Galleria possiamo trovare quei capolavori che hanno caratterizzato i lasciti e le donazioni di notorie, celeberrime e influenti famiglie della borghesia benestante meneghina e illuminata per la propensione di investire le proprie ricchezze nella valorizzazione di nuovi talenti: talenti che oggi sono espressioni riconosciute dalla storia dell’arte ottocentesca. Gli stessi lasciti di collezioni promosse da questo collezionismo antico si confrontano nella cornice neoclassica della villa con le opere preservate nelle collezioni private attuali e contemporanee: un dialogo, è questo, con la storia e attraverso la storia che compone, appunto, il lungo e vasto mosaico dell’arte nostrana degli ultimi secoli.

Possiamo citare alcuni nomi, i più rilevanti, che sono presenti all’interno della mostra partendo con Christo, Dan Flavin, Joseph Kosuth e Richard Long, proseguendo con Julia Mangold, Cady Noland, Giulio Paolini e Richard Serra, incontrando Rudolf Stingel a Giovanni Fattori, Francesco Hayez, Edouard Manet e, ancora, Giorgio Morandi, le opere dei quali saranno anticipate da una suggestiva installazione laser site specific, esterna alla villa e a firma dell’americano Arthur Duff e che riprende, quasi fosse un biglietto di presentazione all’ingresso della galleria, il tiutolo della mostra, “La finestra sul cortile”.

Articolo di Alessandro Rizzo

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