fbpx
CAMBIA LINGUA

GIAMPAOLO SI PRESENTA: “TESTA ALTA E GIOCARE A CALCIO”

Nella mattinata di ieri, il nuovo tecnico rossonero ha tenuto la sua prima conferenza stampa accompagnato dalle figure di Paolo Maldini, Frederic Massara e Zvonimir Boban.
Giampaolo ha spaziato su ampi temi rispondendo alle domande riguardanti la rosa, il mercato e cosa rappresenti per lui allenare il Milan.
Di seguito le dichiarazioni del tecnico rossonero.

IL PERCORSO 
“Innanzitutto sono felicissimo e motivatissimo di essere qui e di allenare una società gloriosa come il Milan. Un Club tra i più conosciuti al mondo, con una storia importantissima da raccontare. Per me è una grande opportunità, che attraverso il lavoro, la ricerca e il sacrificio penso di essermi meritato sul campo. Non c’è mai una fine al percorso e il mio è stato di Up&Down, cadute e risalite, ma mi ha reso più forte. Nel primo incontro la dirigenza mi ha detto che diffida da coloro che non hanno mai sbagliato. E mi ha fatto piacere, si impara anche dagli errori e non si finisce mai di imparare. Sono felice di raccogliere questa sfida e ci arrivo in un’età giusta, spero di rimanere qui più a lungo possibile”.

LA CHIAMATA DI MALDINI
“Quando ho ricevuto la chiamata di Paolo Maldini stavo salpando in barca con i miei amici verso la Croazia. Loro sono partiti, io sono sceso, ho preso il primo aereo e sono arrivato a Milano. Penso che cinque anni fa, per ripartire, sono andato in Serie C accettando una sfida che avrebbe potuto anche chiudere la mia carriera da professionista. Ho avuto il coraggio di accettare ma allo stesso tempo nutrivo rabbia e risentimento, volevo tornare in Serie A ripartendo dal basso. Ora la chiamata del Milan mi ha reso un uomo felice, per me è un privilegio essere qui”.

 

COSA RAPPRESENTA IL MILAN
“Per me il Milan rappresenta un senso di appartenenza, una riconoscibilità calcistica, l’intenzione di cercare il risultato attraverso una precisa identità. E penso che le grandi squadre debbano avere identità: per noi gli obiettivi sono tanti e il percorso è lungo. Io ho in mente tanto lavoro da fare, dovremo essere riconoscibili: lo dovranno essere i calciatori in quello che fanno e i milioni di tifosi con il loro senso di appartenenza, che è un marchio, un logo, un colore”.

LA FILOSOFIA
“Testa alta e giocare a calcio. Io non distinguo tra scarsi e forti o tra titolari e riserve. A me piacciono giocatori motivati, con ambizione, che vogliano essere ricordati per aver scritto una pagina importante di questo Club. Il progetto è offrire un calcio apprezzabile che sia sostenuto dai risultati. Non parto da un obiettivo finale ma cerco di costruire un passo alla volta. Promettere meno per guadagnare di più. Il mio primo pensiero ora è il raduno, penserò a parlare con i calciatori, a capire cosa pensano e quali sono le loro ambizioni. Poi insieme metteremo in atto un progetto di gioco e una mentalità. L’insieme di questi particolari determinerà una visione che sarà il nostro punto di riferimento. Bisogna sicuramente migliorare la sintesi tra gol segnati e subiti”.

 

L’IMPORTANZA DEL GRUPPO
“Il Milan è al di sopra degli interessi, non vengono prima i calciatori. La differenza la fa il gruppo, non ci sono prime donne ma calciatori che devono lavorare per la causa. Il Milan ha una rosa molto giovane, forse la più giovane del campionato. A questo gruppo dovremo trasmettere le ambizioni, le differenze sono sottili in questo campionato. Servirà un esercizio di mentalità vincente, che è il patrimonio di questo club. Zvone e Paolo hanno esperienza da vedere, sono sicuro contribuiranno affinché cresca nel gruppo questo senso di responsabilità. Allenare e giocare nel Milan non capita tutti i giorni. Noi dovremo costruire una squadra che non ha paura di essere se stessa”.

GIOCATORI FUNZIONALI AL PROGETTO
“Voglio conoscere bene e fino in fondo i calciatori della rosa del Milan. Mi spiace che Kessie, Laxalt, Paquetà, Cutrone, Bonaventura e Caldara non siano ora a disposizione. Però prima di muovermi seriamente in qualsiasi direzione voglio capire chi potrà soddisfare le idee e chi invece non sarà funzionale. Penso che non si possa giocare bene se non si hanno calciatori di qualità, caratteristica che rende un gruppo in sintonia: il Milan ha diversi giocatori di qualità, l’anno scorso ho sempre pensato potesse essere la sorpresa della Serie A. Cercherempo di scegliere calciatori poer portare avanti il nostro tipo di idea e di filosofia. Devo parlare con tutti i calciatori e tagliare l’abito più adatto alle loro misure. Lo stessi devono conoscere le loro caratteristiche, sia in ambito tecnico che comportamentale”.

SUSO
“È un giocatore di qualità e a me piacciono i giocatori così. Senza calciatori di qualità non vinci le partite. Io non mi focalizzo sul modulo, Suso sarà elemento di valutazione non in quanto valore del calciatore ma per la posizione che dovrà occupare in campo, cercherò di farlo rendere al meglio al servizio della squadra”.

DONNARUMMA
“Gianluigi è fortissimo. Io solitamente chiedo pochissime maglie agli avversari: nel mio primo anno alla Sampdoria richiesi la sua, giusto per farvi capire quanta stima e considerazione ho di lui”.

THEO HERNANDEZ
“Theo è un calciatore per il quale il Club ha fatto una ricerca importante: ha grandi qualità, è giovane, mi hanno chiamato anche per far crescere giovani con grandi qualità. Sono curioso anche io di capire che giocatore sia perché si porta dietro l’ambizione di poter diventare tra qualche anno uno dei migliori nel suo ruolo”.

IL MERCATO
“Io traccio profili poi la ricerca la fa il club. Io mi posso esprimere sui calciatori che ho allenato, e posso farlo perché di loro conosco vita, morte e miracoli. I leader di gioco servono sempre, poi esistono quei sono i calciatori che con la loro qualità arricchiscono il menù di una squadra. I calciatori forti rendono le idee dell’allenatore migliori rispetto alle proposte. Paolo e Zvone sono stati calciatori di altissimo livello e hanno la giusta sensibilità per capire. Non sono stato pressante ma ho espresso le mie idee”.

L’ESCLUSIONE DALL’EUROPA
“Dispiace molto non poter disputare la competizione europea ma di questa esclusione bisogna cogliere il lato positivo, ossia la possibilità di lavorare sette giorni, di avere un ciclo settimanale tale da poter creare le condizioni di farla nel migliore dei modi l’anno prossimo”.

#ACMilan.

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano