fbpx
CAMBIA LINGUA

La Scala riapre con l’Ernani di Verdi

Il prossimo 29 settembre fino al 25 ottobre alla Scala di Milano si torna in scena con  l’Ernani, opera giovanile di Giuseppe Verdi la cui  ‘prima’ verrà dedicata alla memoria del Maestro Tullio Serafin (1878/1968), indimenticato interprete verdiano, custode della tradizione melodrammatica e punto di riferimento per più di una generazione di cantanti. L’opera del grande maestro di Busseto, composta su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma di Victor Hugo, vanta  la direzione di Ádám Fischer e la regia di Sven-Eric Bechtolf. Nella stagione autunnale del Piermarini torna uno dei titoli più appassionati del catalogo verdiano, mentre dal 26 ottobre al 17 marzo a pochi metri di distanza dal Teatro le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo inaugurano Romanticismo, la prima mostra mai realizzata sul contributo italiano al movimento che ha cambiato nel corso della prima metà dell’Ottocento la sensibilità e l’immaginario del mondo occidentale. Ed Ernani è stata concepita nel pieno del romanticismo. Nei prossimi mesi il percorso scaligero attraverso la produzione del giovane Verdi proseguirà con i nuovi allestimenti di Attila, che inaugurerà la Stagione 2018/2019 con la direzione di Riccardo Chailly, e I masnadieri, che dopo le recite al Piermarini sarà in tournée al Festival di Savonlinna, sempre con la direzione di Michele Mariotti. Nel 2019 sono inoltre previste le riprese de La traviata, sul podio Myung-Whun Chung, e di Rigoletto, diretto da Nello Santi per il Progetto Accademia.

Sul podio Ádám Fischer, che prima di diventare un celebrato interprete di Mozart, Wagner e Strauss ha iniziato la carriera come specialista del repertorio italiano e che a Verdi è rimasto fedele per tutta la vita: “A ventidue anni studiavo con Franco Ferrara, a Venezia e a Siena. Era una persona incredibile, e dalla prima volta in cui lo sentii suonare l’incipit di Traviata e di Otello al pianoforte capii cosa Verdi significasse per lui e decisi di voler esprimere Verdi con la stessa intensità”. E Otello è diventato uno dei cavalli di battaglia del Maestro, che è stato chiamato a dirigerlo in famose produzioni a Vienna, Londra e New York e per l’ultima volta proprio al Metropolitan due anni fa, mentre tra i titoli giovanili vanno ricordati almeno I masnadieri. Tra i suoi prossimi impegni, oltre a Don Giovanni, Die Zauberflöte, Der Rosenkavalier e Fidelio a Vienna, anche un’importante produzione di Otello a Monaco di Baviera. Il Maestro Fischer, interprete di riferimento della musica di Haydn e fondatore dell’Haydn Festival Burgenland di Eisenstadt, inaugurerà la Stagione Sinfonica del Teatro alla Scala il 10 ottobre con Die Schöpfung e sarà di nuovo alla Scala dal 6 luglio 2019 per guidare i complessi dell’Accademia nel dittico formato da Prima la musica poi le parole di Salieri e Gianni Schicchi di Puccini.

Ispirata a una libera ricreazione dell’immaginario romantico è anche la regia di Sven-Eric Bechtolf con le suggestive scene di Julian Crouch: la coppia regista/scenografo è già stata applauditissima alla Scala con Hänsel und Gretel nel 2017 ed è reduce dalla ripresa del Ring wagneriano all’Opera di Vienna. Alla Scala torneranno nel novembre 2019 con Die ägyptische Helena di Richard Strauss. Nella visione di Bechtolf, scenicamente impostata, Ernani è un dramma dell’onore e della vendetta: “L’onore è l’aspetto più interessante di tutto il dramma. Un motivo assolutamente razionale può, per ironia, trasformarsi in uno totalmente irrazionale. Il sentimento dell’onore deriva dalle gerarchie sociali. Credo anche che la società rifletta in modo più irreale l’immagine dell’onore e del rispetto che ognuno di noi ha; tentare di adattarsi a questa società immaginaria rende folli le persone, che continuano a vivere in questo mondo folle”. Fortissimo il richiamo alla temperie romantica, nell’accezione appassionata ed eccessiva come in quella ironica. Spiega ancora il regista: “Senz’altro il Romanticismo tedesco ha influenzato il Romanticismo francese. C’è molto in comune tra i due movimenti. I romantici in genere mi sembrano più vivi dei classici e hanno avuto la sensazione che quello che stavano facendo fosse assoluto”.

marchio

Ernani è opera che impegna i cantanti al massimo delle loro possibilità vocali ed espressive. Interprete di riferimento per questo e altri titoli verdiani è oggi Francesco Meli, che l’ha appresa all’Opera di Roma con Riccardo Muti e che arriva così al suo sesto titolo del compositore di Busseto alla Scala dopo Otello (Cassio), Giovanna d’Arco, I due Foscari, Don Carlo e La traviata, cui si aggiunge la Messa da Requiem diretta da Riccardo Chailly. Ailyn Pérez ha debuttato alla Scala nel 2010 come Amelia in Simon Boccanegra diretto da Daniel Barenboim per tornare come Mimì nel 2015 (con Dudamel) e nel 2017 (con Pidò) e, sempre nel 2017, come Violetta con la direzione di Nello Santi. Nella parte di Carlo si alternano i due più applauditi baritoni italiani della nuova generazione: Luca Salsi, che è stato protagonista dell’ultimo 7 dicembre come Carlo Gérard in Andrea Chénier diretto da Riccardo Chailly, e Simone Piazzola che è stato il Marchese di Posa nel recente Don Carlo scaligero diretto da Myung-Whun Chung. Grandi voci anche per la parte di Silva: Ildar Abdrazakov torna alla Scala a poche settimane dall’atteso impegno come protagonista di Attila che inaugurerà la Stagione 2018/2019 con Riccardo Chailly. Dal debutto ne La sonnambula nel 2001 Abdrazakov ha cantato ne La forza del destino, Macbeth, Samson et Dalilah, Iphigénie en Aulide (con Riccardo Muti, 7 dicembre 2002), Fidelio, Moïse et Pharaon (sempre Muti, 7 dicembre 2003), Carmen, Lucia di Lammermoor, Les contes d’Hoffmann, Le nozze di Figaro e Don Carlo oltre che in numerosi concerti. A lui si alterna Michele Pertusi, presenza costante al Teatro alla Scala dal 1996, quando debuttò nel Concerto di Natale diretto da Riccardo Muti fino al recente successo ne La gazza ladra diretta da Riccardo Chailly.


Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano