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“Nonostante tutto continuo a credere nell’intima bontà delle persone”, la luce di Anna Frank nel buio della storia

Giorno della Memoria 2024

“Nonostante tutto continuo a credere nell’intima bontà delle persone”, la luce di Anna Frank nel buio della storia.

“Cara Kitty,

chi poi afferma ancora che gli adulti qui nell’Alloggio segreto hanno molta più difficoltà, sicuramente non si rende conto che i problemi si abbattono su di noi con violenza molto maggiore. Problemi per cui forse siamo ancora davvero troppo giovani, ma che ci si presentano fino a quando, dopo un tempo lunghissimo, non pensiamo d’aver trovato una soluzione, soluzione che di solito non regge rispetto alla realtà, che la annienta. Ecco che cos’è difficile in quest’epoca: gli ideali, i sogni e le belle aspettative non fanno neppure in tempo a nascere che già vengono colpiti e completamente devastati dalla realtà più crudele. È molto strano che io non abbia abbandonato tutti i miei sogni perché sembrano assurdi e irrealizzabili. Invece me li tengo stretti, nonostante tutto, perché credo tuttora all’intima bontà dell’uomo. Mi è proprio impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria e della confusione. Vedo che il mondo lentamente si trasforma in un deserto, sento sempre più forte il rombo che si avvicina, che ucciderа anche noi, sono partecipe del dolore di milioni di persone, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto tornerà volgersi al bene, che anche questa durezza spietata finirа, e che nel mondo torneranno tranquillità e pace. Nel frattempo devo conservare alti i miei ideali, che forse nei tempi a venire si potranno ancora realizzare!

Tua Anne M. Frank”

anna frank

Nel suo “Diario”, datato luglio 1944, Anna, che vive ormai da due anni nel nascondiglio di Amsterdam (sta per essere arrestata e deportata ad Auschwitz), sembra determinata più che mai a tenersi stretti i suoi sogni, perché crede ancora “nell’intima bontà dell’uomo”. È consapevole di ciò che accade all’esterno del suo nascondiglio, le notizie della guerra e dell’avanzata dei nazisti arrivano anche lì. Eppure, nonostante l’orrore incombente, lei è fermamente convinta che “tutto tornerà volgersi al bene”.

La lezione di Anna Frank sembra suggerire che quanto più ci si allontana anagraficamente dagli orrori della Shoah, tanto più essenziale sembra fare memoria di quanto è accaduto. La persecuzione violenta degli ebrei sotto il regime nazista (avallata in primis dal fascismo), culminata con la soppressione programmata di milioni di donne, uomini, anziani e bambini innocenti, è un’immagine che appare sempre più sbiadita agli occhi delle generazioni più giovani.

Il Giorno della Memoria rischia così di perdere di efficacia se non vissuto come “alert”, perenne allarme per il futuro, per ogni situazione in cui si intraveda il pericolo della sopraffazione e del suprematismo. 

Lo ha ben ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto ieri in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria: “Le ideologie di superiorità razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalità e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall’uomo, virus che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d’Europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa”.

Il virus della guerra e dell’odio restano di strettissima attualità. Il 7 ottobre scorso, abbiamo assistito inermi al ritorno dell’antisemitismo che ha colpito ragazzi, bambini e neonati innocenti. Una replica della Shoah, ancora più vergognosa e blasfema se si pensa alle migliaia di vittime tra la popolazione civile palestinese nella Striscia di Gaza.

Il dimenticare, nonostante tutto, la “bontà delle persone” (cit. Anna Frank), rende possibile anche la strage più crudele che pensavamo di aver relegato ai libri di storia. Tutto questo – ha sottolineato ieri Mattarella – “rischia di far sorgere nuove leve di risentimenti e di odio”.

Generazioni di figli e nipoti cresciuti con l’orrore della guerra, che serbano rancore per secoli, fomentati dagli interessi dei potenti della terra, sempre pronti a mobilitarsi per un nuovo conflitto. La guerra e l’odio – suggerisce Anna Frank – sembrano virus inarrestabili solo per chi se ne rassegna.

Nelle pagine di “Diario” della giovane ebrea che ha avuto il coraggio di sperare, c’è l’antidoto ai “virus micidiali” del passato e del presente: credere ostinatamente (e nonostante tutto) nei propri “sogni”, anche quando sembrano “assurdi” e “irrealizzabili”, per rimanere “fiduciosi nel futuro dell’umanità” (cit. Mattarella).

mattarella e sami modiano

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