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MARIO NEGRI. “SCULTORE A MILANO”

Milano, fino al 6 gennaio 2020 alla Villa Necchi-Campiglio in via Mozart 14, la mostra di Mario Negri: una quarantina di sculture in bronzo e gesso riprendono il percorso dell’artista valtellinese dal 1957 al 1987.

La mostra è un omaggio del FAI a Mario Negri (1916- 1987), scultore tra gli anni Cinquanta e Ottanta del Novecento, valtellinese di nascita ma milanese di adozione, uomo appartato per carattere, volutamente lontano dalla fama e dalle mode, e perciò non a tutti noto, ma artista originale e significativo e intellettuale attivo e partecipe, cruciale nella formazione di un’identità culturale moderna, di cui Milano è sempre stata fertile scenario. Questa mostra vuole rappresentare a un pubblico largo la sua opera, perché se ne riscoprano il valore, l’inedita bellezza e la suggestiva poetica. È un’occasione per raccontare l’artista, ma anche l’artigiano, lo scrittore, il critico e l’intellettuale, nelle sue relazioni con altri artisti, amici e ispiratori, da Alberto Giacometti a Henry Moore, da Vanni Scheiwiller a Giovanni Testori.

L’esposizione, nata da un’idea del FAI condivisa con Flavio Fergonzi, è a cura di Luca P. Nicoletti, con Marina, Maria Laura e Chiara Negri, figlie dell’artista, e riunisce circa 40 lavori in bronzo o gesso realizzati dal 1957 – anno dell’esordio con una personale alla storica Galleria Il Milione – al 1987: una selezione di opere che restituisce un ritratto esaustivo di Mario Negri nel momento più alto e compiuto della sua ricerca artistica.

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Mario Negri (1919-1987) nasce in Valtellina, ma vive e lavora a Milano. Dopo gli studi in architettura e reduce dalla guerra, frequenta le botteghe artigiane di modellatori, formatori, scalpellini e fonditori per impadronirsi della tecnica della lavorazione delle materie, in particolare bronzo, gesso e pietra. Sono anni intensi di formazione che lo porteranno a sviluppare un personalissimo linguaggio espressivo. Mario Negri rilegge e interpreta, portandola fino agli anni Ottanta del Novecento, la grande lezione della storia della scultura, dall’arte egizia a Giovanni Pisano e fino ai modelli della modernità novecentesca, che avevano riformulato volumi e linee senza mai abbandonare la scelta figurativa. Declinando i temi classici del nudo femminile e del movimento, la ricerca artistica di Mario Negri ruota principalmente intorno alla figura umana rielaborata in inesauribili varianti formali. Dai suoi lavori emergono la fedeltà caparbia e la dedizione indiscussa al mestiere artigianale della scultura come arte antica, come disciplina artistica emarginata dalla modernità, ma che affonda le sue radici, più di ogni altra, nella materialità e nella manualità, nella storia e nell’etica; nella scultura l’artista ripone una caparbia fiducia, riconoscendo ad essa la capacità di rappresentare appieno la natura umana; dalle sue opere emergono una visione umanistica, una sofferenza esistenziale e un’interiorità profonda, considerate motore e ispirazione della sua arte.

“La scultura, non conoscendo e non obbedendo ormai più
a schemi o imperativi stilistici, è, OGGI,
uno degli atti più incoscienti e liberatori, un’azione unica e incomparabile
che appartiene al regno delle più pure libertà “

Mario Negri

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