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Tensione in Medio Oriente: Israele e Iran verso un conflitto aperto. Funerali di Nasrallah a Teheran

Israele prepara una "dura risposta" agli attacchi iraniani, coordinata con gli Stati Uniti. Intanto, la morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, alimenta l'instabilità in Libano e la tensione regionale cresce.

Tensione in Medio Oriente: Israele e Iran verso un conflitto aperto. Funerali di Nasrallah a Teheran.

Negli ultimi giorni, la tensione in Medio Oriente ha raggiunto livelli critici. Una serie di eventi ha scatenato un’escalation di violenze e scontri, coinvolgendo Israele, Iran, Hezbollah e altri attori regionali.

La minaccia iraniana e la risposta di Israele

Dopo l’attacco missilistico dell’Iran su Israele, il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha convocato una consultazione d’emergenza sulla sicurezza nazionale, nonostante la coincidenza con il Capodanno ebraico. Israele ha promesso una “dura risposta”, coordinata con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di infliggere un “prezzo elevato” al regime degli ayatollah. Secondo fonti locali, la risposta israeliana dovrebbe essere attuata “entro pochi giorni”.

Benyamin Netanyahu

L’azione congiunta tra Israele e Stati Uniti potrebbe coinvolgere attacchi mirati contro le installazioni petrolifere iraniane, una strategia che rischia di avere gravi ripercussioni economiche e geopolitiche. Questa prospettiva ha già avuto un impatto sui mercati: le quotazioni del petrolio a New York sono salite del 4,15%, raggiungendo i 73,01 dollari al barile.

Funerali di Hassan Nasrallah a Teheran

Nel frattempo, la situazione si complica ulteriormente con la morte di Hassan Nasrallah, leader storico di Hezbollah, ucciso venerdì scorso a Beirut in un attacco aereo israeliano. I funerali di Nasrallah si terranno domani a Teheran, sotto la guida del leader supremo iraniano, Ali Khamenei. La cerimonia, prevista nel mausoleo dell’Imam Khomeini, attirerà sicuramente un’enorme folla e rappresenterà un momento di alta tensione.

Funerali Nasrallah

La morte di Nasrallah ha aperto un vuoto di potere all’interno di Hezbollah, che potrebbe scatenare una nuova ondata di attacchi e rappresaglie. Israele, consapevole del rischio, ha già avviato una campagna militare mirata contro le installazioni e i membri di Hezbollah nel sud del Libano, colpendo circa 200 obiettivi tra depositi di armi, postazioni di osservazione e terroristi.

Il ruolo di Hezbollah e il Sud del Libano

Israele ha ribadito che non permetterà a Hezbollah di ricostituire le sue basi nel sud del Libano, una regione storicamente contesa e strategicamente cruciale per entrambe le parti. Il capo di Stato maggiore dell’IDF (Israel Defense Forces) ha dichiarato che l’esercito israeliano farà tutto il necessario per impedire il ritorno di Hezbollah in questa area.

L’esercito israeliano ha inoltre ordinato l’evacuazione di numerosi villaggi e città a nord del fiume Litani, tra cui Nabatieh, uno dei principali centri abitati del sud del Libano. L’obiettivo è evitare che i civili rimangano coinvolti nei combattimenti, ma la situazione umanitaria rischia di diventare sempre più grave con l’intensificarsi degli scontri.

Attacchi e ritorsioni: Hezbollah, Golan e Galilea

In risposta agli attacchi israeliani, Hezbollah ha lanciato oltre 50 razzi e due droni contro il nord di Israele, concentrando il fuoco sulla Galilea. Anche se, al momento, non ci sono state vittime, l’escalation militare continua. Israele ha risposto colpendo il quartier generale dell’intelligence di Hezbollah a Beirut e ha abbattuto vari droni lanciati dal gruppo sciita, alcuni dei quali provenienti anche dallo Yemen, dove gli Houthi, miliziani filo-iraniani, hanno rivendicato il lancio.

Un altro momento cruciale è stato l’uccisione da parte dell’IDF di Khider al Shaebia, un comandante di Hezbollah, responsabile di un attacco a luglio in cui persero la vita 12 bambini drusi nel nord di Israele. Questo episodio ha rafforzato la determinazione israeliana a continuare l’operazione contro Hezbollah.

Iran attacca Israele

Iran e Stati Uniti: la fine dell’autocontrollo unilaterale

Mentre la tensione militare cresce, l’Iran ha inviato un messaggio agli Stati Uniti tramite il Qatar, affermando che la “fase di autocontrollo unilaterale” è terminata. Teheran ha minacciato una “risposta non convenzionale” a qualsiasi ulteriore attacco israeliano, incluso il targeting delle infrastrutture israeliane.

L’amministrazione Biden, da parte sua, si è detta pronta a valutare con Israele un possibile attacco contro le installazioni petrolifere iraniane, segnalando una stretta cooperazione tra i due Paesi in questa delicata fase. Biden ha tuttavia minimizzato l’immediata possibilità di una risposta israeliana, affermando che “oggi non succederà niente”. Tuttavia, la minaccia di un’escalation rimane elevata.

Implicazioni Geopolitiche: rischio di un conflitto regionale

La situazione attuale rischia di precipitare in un conflitto regionale su larga scala, che coinvolgerebbe non solo Israele e Iran, ma anche attori come il Libano, la Siria e lo Yemen. Le preoccupazioni internazionali sono crescenti, con il G7 che ha recentemente condannato l’attacco iraniano a Israele, definendolo “irresponsabile”. L’Iran, dal canto suo, ha accusato il G7 di essere “parziale”, evidenziando ancora una volta la complessità della situazione.

Evacuazione degli Italiani da Beirut

In questo clima di incertezza e violenza, il governo italiano si è mobilitato per evacuare i propri cittadini dalla regione. Un volo charter organizzato dal ministero degli Affari Esteri è previsto per stasera da Beirut a Roma, con l’obiettivo di trasferire circa 180 italiani in condizioni di sicurezza. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato che si stanno valutando ulteriori misure per garantire la sicurezza dei connazionali, anche attraverso voli commerciali.

La situazione in Medio Oriente rimane estremamente instabile, con il rischio concreto di un’escalation che potrebbe coinvolgere più attori regionali e internazionali. L’asse tra Israele e Stati Uniti appare solido, ma la minaccia di una risposta iraniana non convenzionale aumenta il rischio di un conflitto su vasta scala. Nel frattempo, Hezbollah, indebolito dalla morte di Nasrallah, potrebbe cercare di riaffermarsi con nuovi attacchi, mentre la popolazione civile del Libano meridionale si trova intrappolata in un’area sempre più militarizzata.

Il Medio Oriente si trova a un bivio: o una soluzione diplomatica, con il coinvolgimento della comunità internazionale, oppure un’escalation di violenze che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’intera regione.

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