Iran attacca Israele con una pioggia di missili: escalation di tensione in Medio Oriente
Centinaia di missili balistici e da crociera lanciati dall'Iran su Tel Aviv in risposta all'uccisione del leader di Hezbollah. Israele prepara la controffensiva, con il mondo in allerta.
Iran attacca Israele con una pioggia di missili: escalation di tensione in Medio Oriente.
La situazione in Medio Oriente è esplosa in una nuova ondata di violenza e tensione, con l’Iran che ha lanciato una massiccia offensiva contro Israele. L’esercito israeliano (IDF) ha confermato che Teheran ha scatenato una pioggia di missili balistici e da crociera su Tel Aviv e altre aree del Paese. Questo attacco rappresenta una risposta diretta all’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, e di Abbas Nilforoushan, un alto comandante della forza Quds iraniana, avvenuta per mano israeliana.
L’attacco missilistico: una risposta decisa
Le Guardie della Rivoluzione iraniane, i Pasdaran, hanno dichiarato che questo attacco è una rappresaglia per la morte dei loro leader. Circa 400 missili sono stati lanciati verso Israele, in un’operazione che è durata poco più di un’ora. Le sirene d’allarme hanno risuonato in tutto il Paese, e la popolazione israeliana è stata invitata a rifugiarsi nei bunker. Nonostante la gravità dell’offensiva, il sistema di difesa israeliano, potenziato dall’assistenza degli Stati Uniti, è riuscito a intercettare una significativa parte dei missili, evitando così danni maggiori.
Israele, nel frattempo, non è rimasto a guardare. Già da lunedì le truppe israeliane sono penetrate nel Libano meridionale, appoggiate da raid aerei, nel tentativo di distruggere le infrastrutture militari di Hezbollah, la milizia sciita appoggiata dall’Iran. Tuttavia, non si sono ancora verificati scontri diretti tra le forze israeliane e Hezbollah, lasciando aperta la possibilità di un’escalation futura.
Le reazioni internazionali
L’attacco ha generato una reazione immediata sulla scena internazionale. Il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, ha sottolineato che ci saranno conseguenze per l’Iran: “Abbiamo dei piani e agiremo nel momento e nel luogo che sceglieremo”. La situazione rimane estremamente tesa, con Israele in uno stato di massima allerta sia per operazioni difensive che offensive.
Anche il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha espresso forte preoccupazione, chiedendo un cessate il fuoco immediato e condannando l’escalation del conflitto in corso. In parallelo, il primo ministro britannico Keir Starmer ha intrapreso una serie di consultazioni con il suo omologo israeliano, Benyamin Netanyahu, e con altri leader mediorientali, tra cui il re Abdallah di Giordania, nel tentativo di arginare la crisi.
Il coinvolgimento degli Stati Uniti
Gli Stati Uniti seguono da vicino l’evoluzione del conflitto. La Casa Bianca ha confermato che il presidente Joe Biden e la sua amministrazione stanno monitorando costantemente la situazione dalla Situation Room, e l’esercito americano è pronto a fornire ulteriore supporto a Israele per intercettare eventuali missili in arrivo. L’assistenza americana si sta rivelando cruciale per la difesa di Israele, già duramente colpito dall’attacco iraniano.
Le possibili conseguenze
L’Iran ha chiaramente avvertito che qualsiasi ulteriore risposta israeliana comporterà una nuova e devastante reazione. I Pasdaran hanno promesso che, se Israele deciderà di contrattaccare, il regime sionista subirà conseguenze schiaccianti. In un comunicato ufficiale, Teheran ha definito l’attacco come una risposta legittima alle “azioni terroristiche” di Israele.
La crisi tra Israele e Iran si sta rapidamente trasformando in uno scontro diretto di vasta portata. Il rischio di un’ulteriore escalation rimane alto, e la comunità internazionale è impegnata nel tentativo di prevenire un conflitto che potrebbe destabilizzare ulteriormente l’intera regione mediorientale. Resta da vedere come evolverà la situazione nei prossimi giorni, con Israele pronto a reagire e l’Iran fermamente intenzionato a difendere i propri interessi.
Vertice d’urgenza del Governo a Palazzo Chigi
Alla luce dell’aggravarsi della crisi in Medio Oriente, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato d’urgenza un vertice a Palazzo Chigi per discutere la situazione e valutare le misure necessarie.
Alla riunione hanno partecipato il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani in collegamento da remoto, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata per i servizi di sicurezza, i vertici dei servizi segreti, il Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio e, in collegamento, l’Ambasciatore d’Italia in Israele, Luca Ferrari.
“Nel condannare l’attacco iraniano a Israele, il Governo italiano esprime profonda preoccupazione per gli sviluppi in corso e lancia un appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali, chiedendo di evitare ulteriori escalation. L’Italia continuerà a impegnarsi per una soluzione diplomatica, anche in qualità di presidente di turno del G7, per la stabilizzazione del confine israelo-libanese attraverso la piena applicazione della risoluzione 1701. In questo quadro, l’Italia invita il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a prendere in considerazione un rafforzamento del mandato della missione Unifil al fine di assicurare la sicurezza del confine tra Israele e Libano in attuazione delle vigenti risoluzioni dell’ONU. E’ altrettanto urgente giungere ad un accordo per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi in linea con la risoluzione 2735”.
Nell’immediato, il Governo è impegnato nella messa in sicurezza dei cittadini italiani e dei militari del contingente UNIFIL. Il tavolo di Governo è stato convocato in forma permanente per monitorare costantemente l’evolversi della situazione e adottare tempestivamente le misure necessarie.
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