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La flotta fantasma russa o come Mosca aggira le sanzioni sul petrolio

Dall'invasione dell'Ucraina, la Russia è stata bersaglio di una serie di severe sanzioni economiche da parte dei paesi occidentali, in particolare dell'Unione Europea. Nonostante questi sforzi internazionali, Mosca ha trovato il modo di mantenere il flusso dei suoi idrocarburi grazie ad un'armata di navi poco controllate e spesso anonime, che i giornalisti chiamano “flotta fantasma”.

La flotta fantasma russa o come Mosca aggira le sanzioni sul petrolio.

Dall’invasione dell’Ucraina, la Russia è stata bersaglio di una serie di severe sanzioni economiche da parte dei paesi occidentali, in particolare dell’Unione Europea. Tra le misure più rigorose, il tetto ai prezzi del petrolio e le restrizioni all’esportazione hanno colpito direttamente l’economia russa con l’obiettivo di indebolirla e, di conseguenza, ridurre la potenza militare del Cremlino. Tuttavia, nonostante questi sforzi internazionali, Mosca ha trovato il modo di mantenere il flusso dei suoi idrocarburi grazie ad un’armata di navi poco controllate e spesso anonime, che i giornalisti chiamano “flotta fantasma”.

La flotta “fantasma”: un’armata nascosta per aggirare le sanzioni

Dall’implementazione delle sanzioni nel 2022, le esportazioni di petrolio e gas della Russia sono state colpite da tetti ai prezzi e divieti di trasporto. I paesi del G7, l’Unione Europea e l’Australia hanno imposto un prezzo massimo di 60 dollari al barile per le spedizioni russe, con sanzioni che minacciano qualsiasi vettore o assicuratore che non rispetti questo limite. Tuttavia, la Russia ha rapidamente reagito mettendo in atto una strategia complessa che prevede l’utilizzo di una flotta di navi sotto bandiere di comodo e utilizzare società di comodo.

Secondo un’indagine del Financial Times, la flotta fantasma russa ora comprende oltre 400 navi, che trasportano quotidianamente l’equivalente di 4 milioni di barili di petrolio. Queste navi, spesso vecchie, sono gestite tramite società stabilite in giurisdizioni offshore, come Dubai.

Una minaccia crescente per gli ecosistemi marini

La vetustà delle navi e l’assenza di un’adeguata assicurazione costituiscono un grave pericolo ambientale. Nel marzo 2024, la petroliera Innova ha lasciato una scia di idrocarburi di 23 chilometri al largo delle coste scozzesi, provocando una marea nera. “L’Innova fa parte della centinaia di navi che compongono la ‘flotta fantasma’ russa, un’armata di navi spesso vecchie e mal tenute, che navigano in spregio alle sanzioni occidentali e inquinano senza essere disturbate”, scrive Politico nella sua indagine sul tema. Molte delle imbarcazioni della flotta clandestina, scarsamente monitorate e spesso prive di una copertura assicurativa affidabile, presentano un rischio simile di incidente, minacciando gli ecosistemi marini di tutto il mondo.

Gli esperti dell’ONG Source Material, citati da Politico, hanno infatti segnalato che molte navi della flotta fantasma non rispettano gli standard di sicurezza internazionali. Il motivo? Non essendo più assicurate a causa delle sanzioni internazionali, le navi non sono più controllate, certificate o riparate.

Sanzioni rafforzate e nuove tattiche di camuffamento

Di fronte a questa situazione preoccupante, il Regno Unito ha deciso di inasprire le sue sanzioni nell’ottobre 2024. Altri diciotto petroliere e quattro metaniere sono state aggiunte all’elenco delle navi mirate, infliggendo un duro colpo agli sforzi di Mosca per aggirare le restrizioni. Tuttavia, la Russia continua a utilizzare strategie sofisticate per nascondere l’identità delle sue navi, ricorrendo a società di comodo e frequenti cambi di bandiera.

Un’indagine condotta da Bloomberg ha rivelato che le navi della flotta fantasma vengono regolarmente vendute e riacquistate sotto nuove identità tramite intermediari. Il finanziamento di alcune di queste transazioni sarebbe stato fornito da Eiger Shipping DMCC, una filiale di Lukoil, un gigante petrolifero russo con sede negli Emirati Arabi Uniti.

Le assicurazioni: un punto nevralgico

Un altro aspetto della strategia russa per aggirare le sanzioni è ricorrere a compagnie assicurative più piccole e meno esigenti. Infatti, la maggior parte dei grandi assicuratori europei e americani, sotto la pressione dei regolatori, rifiutano di coprire i carichi delle navi russe oltre i tetti di prezzo fissati, o addirittura per nulla. I principali assicuratori storici russi sono inoltre minacciati da sanzioni, come quelle recentemente imposte dal Regno Unito. Ciò ha portato Mosca a rivolgersi ad assicuratori con sede in paesi terzi, con standard di sicurezza meno rigorosi. Il rischio di sinistri non indennizzati è quindi significativo.

Come identificare e gestire questa flotta clandestina?

La tracciabilità delle navi della flotta fantasma rimane una sfida enorme. I frequenti cambi di bandiera e di proprietari complicano gli sforzi delle autorità per seguire i carichi russi. I governi occidentali, così come ONG come Source Material, raccomandano diverse azioni per limitare gli effetti di questa flotta clandestina: rafforzamento dei controlli dei registri marittimi internazionali; maggiore sorveglianza delle transazioni finanziarie associate al commercio marittimo; coordinamento internazionale delle regolamentazioni assicurative.

I rischi di catastrofi ambientali essendo particolarmente elevati, una collaborazione rafforzata tra le autorità marittime, i governi e le organizzazioni ambientali è essenziale per rispondere a questa sfida sia strategica che commerciale ed ambientale.

La flotta fantasma russa può esistere solo a causa della complessità degli scambi finanziari e marittimi. Nonostante gli sforzi compiuti dall’Occidente per limitare le entrate di Mosca, la Russia riesce a mantenere una parte delle sue esportazioni grazie a pratiche oscure. Se le sanzioni imposte dai paesi occidentali mirano ad indebolire l’economia russa, le recenti scoperte mostrano che vengono ancora aggirate attraverso mezzi sofisticati. La comunità internazionale deve raddoppiare gli sforzi e riflettere più attentamente sulle sanzioni, se vuole che siano efficaci.

La flotta fantasma russa o come Mosca aggira le sanzioni sul petrolio

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