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Zelensky denuncia “crimini di guerra”; la Russia inserisce l’Unione Europea – e l’Italia – tra i paesi ostili

Il presidente Zelensky: "Per ogni soldato ucraino, ce ne sono 10 russi; per ogni carro armato, ce ne sono 15"

Zelensky denuncia “crimini di guerra”; la Russia inserisce l’Unione Europea – e l’Italia – tra i paesi ostili.

“Tutte le persone che sono entrate in Ucraina, che hanno dato ordini o hanno sparato, sono criminali di guerra”. Lo dice il presidente ucraino in un’intervista rilasciata alla rete americana ABC News. Zelensky, a confronto con il giornalista David Muir, ha denunciato la grave situazione nel suo paese, le cui città sono continuamente bombardate dai russi, e ha fatto un appello all’Occidente, chiedendo aiuti militari e, di nuovo, l’istituzione di una “no-fly zone” sui cieli ucraini.

Spiegando lo stato del conflitto, Zelensky ha detto che “per ogni soldato ucraino, ce ne sono 10 russi; per ogni carro armato, ce ne sono 15”. Ciò nonostante “gli ucraini sono preparati a resistere per tutta la loro vita” e “nelle città che verranno occupare ci saranno insurrezioni”, perché il suo popolo non è disposto a “dare via la sua libertà”.

Infine, il presidente ucraino ha mandato un messaggio al suo corrispettivo russo Vladimir Putin. Parlando della guerra ha detto che  “anche se non pensa di averla iniziata lui, dovrebbe sapere, e non può negarlo, che fermarla è ciò che lui ha la possibilità di fare”.

Intanto, nella giornata di ieri, l’agenzia di stampa russa TASS ha pubblicato un elenco di paesi ostili alla Russia al cui interno figura anche l’Italia, in quanto appartenete all’Unione Europea. Il governo di Mosca ha incluso nella lista tutti i paesi che hanno applicato sanzioni contro lo Stato, le aziende o i cittadini russi.
Il documento ha, per ora, una valenza politica relativa. Secondo TASS, è necessario per gli affari interni alla Russia al fine di agevolare i possessori di obbligazioni in valuta estera – svantaggiati dalla crisi del Rublo – a cui viene permesso, tramite operazioni dedicate, di pagare in rubli al tasso di cambio corrente.

 

 

 

 

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