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San Gavino, carta di credito clonata per l’acquisto di un’aspirapolvere, denunciato un 30enne

San Gavino, ancora non si riesce a capire come abbia fatto a far accreditare come propria quella carta sul noto sito di commercio on-line

San Gavino, andando a verificare la lista movimenti della carta di credito prepagata che utilizzava per acquisti e pagamenti online, un 43enne di San Gavino Monreale si è accorto di un addebito incomprensibile per un acquisto sulla più nota piattaforma telematica di vendita mondiale, che egli non aveva mai compiuto. Andando ad approfondire la situazione con la stessa società, l’uomo riusciva a comprendere qualcosa di quanto accaduto e qualche favorevole speranza di recuperare il maltolto tuttora sussiste. Ad ogni modo, una volta disabilitata quella carta di credito, avendo paura che da un momento all’altro gli arrivasse la comunicazione che altro suo denaro fosse già stato speso da sconosciuti imbroglioni, l’uomo si è rivolto ai Carabinieri della locale Stazione che si sono dedicati con impegno a comprendere quanto accaduto. Intanto la carta di credito era stata sicuramente clonata e questo avviene purtroppo di tanto in tanto con una discreta frequenza. Basta perdere di vista per un attimo la propria card, affidandola nelle mani sbagliate, ed il gioco è fatto. Con un semplice passaggio in una strumentazione tipo “lettore POS” i dati della carta vengono sottratti per essere riutilizzati chissà dove, anche a migliaia di km di distanza. Non si tratta di una tecnologia avveniristica ma di uso abbastanza comune. I Carabinieri sono risaliti al destinatario dell’aspirapolvere acquistato ai danni dell’ignaro sangavinese, si tratta di un 30enne brindisino residente a Roma in Via della Magliana Nuova. Avrà un processo a Cagliari perché è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica per la clonazione e l’uso fraudolento della carta di credito. Ancora non si riesce a capire come abbia fatto a far accreditare come propria quella carta sul sito di commercio on-line, evidentemente esiste un modo per farlo, anche se a fronte di situazioni analoghe la nota piattaforma americana collabora e risolve. Di sicuro un bello spavento la vittima dell’imbroglio informatico se l’è preso comunque e questo non gli può essere rimborsato.

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