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Raid su un ospedale a Gaza, Hamas: «Almeno 500 vittime». Israele: «Stiamo indagando»

Morto uno degli italo-israeliani dispersi

Raid su un ospedale a Gaza, Hamas: «Almeno 500 vittime». Israele: «Stiamo indagando».

La guerra tra Israele e Hamas prosegue a oltranza. Nelle scorse ore, un bombardamento ha colpito l’ospedale al Ahli, nella città di Gaza. Il raid avrebbe provocato «oltre 500 vittime», secondo il ministero della Sanità di Gaza. Il presidente palestinese Abu Mazen ha proclamato tre giorni di lutto.

Israele sta indagando su quanto accaduto. Lo ha detto il portavoce delle forze di difesa israeliane Daniel Hagari, citato dal Times of Israel. Hagari ha precisato di non avere ancora tutte le informazioni a disposizione e di non sapere se l’esplosione sia stata causata da un attacco israeliano. «Ci sono molti attacchi aerei, molti lanci di razzi falliti e molte notizie false da parte di Hamas», ha aggiunto.

Intanto gli aiuti umanitari sono rimasti bloccati dal lato egiziano del valico di Rafah, l’unico passaggio via terra attivo tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, dove si è ormai creata una grossa fila di camion che non possono passare.

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Un dirigente di Hamas ha detto a Nbc News che il gruppo è disposto a rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi civili – stranieri e israeliani – se Israele interromperà i suoi attacchi aerei su Gaza. Il funzionario ha precisato che gli ostaggi potrebbero essere rilasciati entro un’ora se Israele si ferma. Ha affermato che ora non esiste un posto sicuro dove rilasciare gli ostaggi. In cambio del rilascio dei soldati israeliani tenuti in ostaggio, il funzionario di Hamas ha però affermato che Israele deve rilasciare tutti i palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

Nelle prossime ore, è prevista una visita del presidente statunitense Joe Biden a Tel Aviv: non è chiaro se la visita condizionerà in qualche maniera la decisione di Israele su quando e se iniziare l’invasione della Striscia, o se il bombardamento contro l’ospedale di Gaza condizionerà la visita di Biden.

«La storia della Germania e la responsabilità che ha avuto nell’Olocausto ci richiede di garantire la sicurezza e l’esistenza di Israele». Lo ha detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, in visita a Tel Aviv dove ha incontrato il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

«Dobbiamo tornare a ragionare di soluzioni di lungo termine della questione israelo-palestinese, riprendendo la questione dei due popoli e due Stati, che deve avere come presupposto il riconoscimento reciproco e il diritto di Israele all’esistenza e alla difesa». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni parlando in videocollegamento con i leader del Consiglio Europeo.

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