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30 anni dalla strage di Capaci, una giornata per commemorare i caduti

Lamorgese ha deposto una corona d’alloro presso la Stele di Capaci 

30 anni dalla strage di Capaci, commemorazioni in tutta Italia.

Questa mattina, presso la stele di Capaci, il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, accompagnata dal Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Lamberto Giannini, ha deposto una corona di alloro in memoria delle vittime delle stragi.

Presenti alla breve cerimonia anche altre cariche istituzionali che hanno reso omaggio ai caduti.

Visita del Ministro dell’Interno e del Capo della Polizia presso la Caserma Lungaro

Nel pomeriggio odierno, presso il Reparto scorte della Caserma Lungaro di Palermo, il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, accompagnata dal Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Lamberto Giannini, ha deposto una corona di alloro davanti la lapide commemorativa.

Il monumento è dedicato per il Giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, il giudice Paolo Borsellino ed i poliziotti Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Emanuela Loi , Vincenzo Li Mui, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Agostino Catalano,  vittime delle stragi del 1992. Presenti alla cerimonia anche altre cariche civili e militari.

All’interno della struttura, il Ministro ed il  Capo della Polizia si sono soffermati anche innanzi alle teche contenenti  gli ordini di servizio del 23 maggio e del 19 giugno 1992  in cui sono riportati i nomi degli otto poliziotti che svolgevano i turni di scorta ai rispettivi magistrati.

Infine  hanno visitato il Giardino della Memoria presente all’interno della caserma P. Lungaro  in cui è collocata la teca contenente i resti della Quarto Savona 15, la Croma blindata della scorta di Giovanni Falcone sulla quale viaggiavano i poliziotti Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

I resti dell’autovettura continuano, a distanza di 30 anni, a simbolizzare e ad affermare il valore della memoria e dell’impegno contro ogni forma di criminalità.

La strage di Capaci

Il 23 maggio 1992 la strage di Capaci sconvolse il nostro Paese. Nella tremenda esplosione, trenta anni fa, vennero spazzate via le vite del giudice Giovanni Falcone e della moglie Francesca Morvillo. E pure degli agenti che li scortavano, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

I loro nomi, insieme alle loro storie, non potranno mai essere dimenticati. Intrecciate nel destino a quelle del giudice Paolo Borsellino e dei poliziotti Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, Questi, solo 57 giorni dopo, nell’attentato di Via D’Amelio a Palermo, pagarono il prezzo più alto. Pagarono per il loro essere in prima linea per la difesa di legalità e democrazia.

Il messaggio del Presidente del Consiglio Mario Draghi

“A trent’anni dalla Strage di Capaci, il Governo – scrive in una nota pubblico il Presidente del Consiglio Mario Draghi – ricorda con profonda commozione Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. La loro memoria è forte, viva, universale”.

“Grazie al coraggio, alla professionalità, alla determinazione di Falcone – continua Draghi -, l’Italia è diventato un Paese più libero e più giusto. Falcone e i suoi colleghi del pool antimafia di Palermo non hanno soltanto inferto colpi decisivi alla mafia. Il loro eroismo ha radicato i valori dell’antimafia nella società, nelle nuove generazioni, nelle istituzioni repubblicane”.

“Oggi dobbiamo continuare – conclude il capo del governo – a far rivivere il senso più profondo dell’eredità di Falcone, nella lotta senza quartiere alla criminalità organizzata e nella ricerca della verità. Lo dobbiamo ai loro cari e ai cari di tutte le vittime dello stragismo mafioso”.

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