Giorgia Meloni lascia il G7 per toccare con mano il territorio devastato dall’alluvione in Emilia-Romagna
Piantedosi, nel mentre, partecipa alla riunione del Centro Coordinamento dei Soccorsi della Prefettura di Bologna
Giorgia Meloni lascia il G7 per toccare con mano il territorio devastato dall’alluvione in Emilia-Romagna
In Romagna- ieri- una domenica passata con gli stivali nel fango, a spalare e a pulire, a cercare di salvare il salvabile e pensare come ripartire.
L’acqua lentamente si ritira da Faenza, Forlì, Cesena e dagli altri luoghi più pesantemente colpiti.
E’ ancora invece molto presente a Ravenna e dintorni, ma il pericolo che tutta la città vada sott’acqua sembra per il momento scongiurato.
L’attenzione, però, non si abbassa. Anche per oggi è stata infatti confermata l’allerta rossa dalla protezione civile: non solo e non tanto per le deboli precipitazioni sparse che potrebbero esserci, quanto perché rimangono gravi criticità idrogeologiche e idrauliche.
A cominciare dalla montagna e dalla collina che rappresentano un problema enorme: ci sono infatti oltre 300 frane censite sul territorio.
“Il governo c’è. E’ stata una tragedia ma può essere un’occasione per rinascere più forti”. Dopo aver lasciato in anticipo il G7 in Giappone per rendersi conto di come l’alluvione ha massacrato l’Emilia-Romagna, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha toccato ieri con mano il territorio devastato tra Ravenna Forlì e Faenza e ha promesso “risposte immediate”. Ha escluso che si possano utilizzare i fondi del Pnrr anche se è consapevole che serviranno “molte risorse” per riparare i “danni”, ad ora difficili anche da stimare.
Il programma resta riservato per molte ore anche per evitare “passerelle”, racconta la premier uscendo dalla Prefettura di Ravenna ai giornalisti che la inseguono fin dall’ora di pranzo, quando dopo essere atterrata a Rimini fa perdere le sue tracce, mentre sui social girano video amatoriali del suo sopralluogo tra i paesi alluvionati.
Paesi in cui presto, quando l’emergenza sarà finita, si recherà anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per portare solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite.
Per martedì è convocato il Cdm, che discuterà dei danni e degli aiuti da distribuire, e per lunedì la premier ha fatto sapere che passerà tutta la giornata con i ministri per ottimizzare i provvedimenti. Ora che il peggio sembra passato, anche se la gente spala ancora il fango e prova a salvare il salvabile, bisogna pensare alla ricostruzione.
Il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini del resto è stato chiaro: “C’è gente che ha perso tutto in casa e nella propria impresa, avremo bisogno di rimborsi al 100% come fu per il terremoto. Poi serve la ricostruzione materiale di ciò che ha ceduto – prosegue – oltre 600 strade, 300 frane attive. La collina e la montagna non andranno dimenticate, sono franati interi boschi e poi servono norme primarie e procedure speditive”.
Camicetta verde, pantaloni blu e stivali, la premier, accompagnata dal viceministro Galeazzo Bignami, ha girato in auto prima la zona di Ravenna, poi il forlivese e per non dare nell’occhio ha incontrato Bonaccini al casello autostradale di Forlì, per poi proseguire il suo giro a Faenza e di nuovo a Ravenna, incontrando sindaci e gente comune, “sono commossa”, ammette.
Intanto davanti alla prefettura di Forlì un gruppetto di giovani ‘Fridays for Future’ erano pronti a contestarla, senza sapere che non sarebbe mai arrivata.
I soldi per gli alluvionati si troveranno aveva fatto sapere Meloni, ma non saranno quelli del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
“Credo che in questa fase sia necessario l’uso di altri fondi. Andranno in ogni caso mobilitate molte risorse – ha ribadito ancora – e anche qui il governo è già al lavoro per capire quali possano essere i fondi prioritari dai quali si possa attingere”.
La premier ha evidenziato che i 10-20 milioni che saranno stanziati al Cdm “servono per garantire adesso i soccorsi”, ma servirà molto di più.
“Il fondo europeo di solidarietà è uno di quelli che possono essere utilizzati” per questo. “Bisogna lavorare – ha aggiunto – sugli indennizzi e sulla ricostruzione ma questo richiede una stima completa e va fatto anche un lavoro sulla semplificazione delle procedure, questa forse ora è una delle cose più strategiche: capire dove debba stare la responsabilità, come facciamo a contare le risorse di cui disponiamo in tanti livelli istituzionali e cercare di concentrarle per spendere subito quello che possiamo spendere”.
La necessità principale, come ha sottolineato il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, che dopo aver parlato al telefono con Meloni ha detto di prendere sul serio il suo impegno, è agire “in tempi celeri, altrimenti questo sentimento positivo che nella tragedia si è sviluppato si trasformerà in rabbia”.
Nel mentre, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato -sempre nella giornata di ieri, 21 maggio 2023- , alla riunione del Centro di Coordinamento dei Soccorsi (CCS) della Prefettura di Bologna.
Erano presenti o video-collegati il capo del dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, i prefetti di Bologna, Rimini, Ravenna e Forlì Cesena, l’assessore regionale alla protezione civile, Irene Priolo, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e i vertici di enti e istituzioni delle zone interessate dal maltempo che sono impegnati sul fronte dei soccorsi.
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