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Collezionismo e modernariato: intervista a Herat De Nicola

Collezionismo e modernariato: intervista a Herat De Nicola.

Passeggiando per Milano, e precisamente nel cuore del quartiere Amendola-Buonarroti – conosciuto per essere un vivace centro della vita intellettuale meneghina – si trovano scrigni d’arte in cui è possibile ammirare oggetti di modernariato e design straordinari. Proprio come la galleria d’arte Important Design di Herat De Nicola, collezionista con una passione per l’oggettistica e l’antiquariato del ‘900, ma anche e soprattutto con un autentico interesse per la divulgazione di questi splendidi manufatti che hanno fatto la storia del design italiano. Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscere meglio la sua storia e scoprire cosa può celarsi dietro a un meraviglioso oggetto d’arte. L’intervista.

  • Herat, partiamo dagli inizi: raccontaci un po’ da dove nasce la tua passione per il collezionismo d’arte e il modernariato.

Diciamo che la mia passione per l’arte e il design è cresciuta con me, nel senso che ho avuto la fortuna di provenire da un ambiente familiare decisamente bohémien, dove la creatività era interpretata non tanto come categoria professionale, quanto come attitudine per guardare al mondo. Certo negli anni ’70 e ’80 a Milano si respirava un’aria di grande fermento, c’era una gran voglia di cambiamento e sperimentazione. Milano ha sempre avuto grande attenzione a sviluppare un’offerta formativa e culturale attenta all’arte e ai temi dell’estetica. Negli anni ’80 a Palazzo Reale si vedevano delle splendide mostre di livello internazionale, tutte le mattine il Padiglione d’Arte Contemporanea di Gardella era praticamente presidiato dalle scolaresche e alla Triennale o alla Rotonda della Besana già allora si proponevano attività e laboratori didattici finalizzati a sviluppare anche nei più piccoli una propria sensibilità estetica.

Tutto questo humus ha certamente lavorato dentro di me e crescendo mi sono ritrovato a considerare l’arte, il modernariato e il design come parte della mia stessa identità.

  • Insomma, hai fatto tua una passione di famiglia, dando pian piano forma alla tua attività odierna. Quali sono i suoi elementi distintivi?

Per carattere sono una persona estremamente concreta e questo mi ha sempre portato a considerare ogni prodotto esteticamente pregevole come qualcosa più da promuovere che da contemplare. In me la componente dell’azione ha sempre prevalso e quindi è diventato naturale inserirmi all’interno di quel sistema attraverso la prospettiva del commercio. Attraverso l’attività Modernariato De Nicola Milano sono oramai parecchi anni che cerco di dare anch’io il mio contributo verso una valorizzazione del patrimonio culturale prodotto in Italia nel secolo scorso.

In passato sentivo un maggiore senso di separazione quando trattavo manufatti d’arte piuttosto che design di prodotto, ma con il tempo tendo ad avere una visione meno per compartimenti, mi interessa individuare più ciò che unisce che ciò che separa. D’altronde se pensiamo alle nostre personalità più grandi: Giò Ponti, Piero Fornasetti, Bruno Munari, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini capiamo l’importanza di mantenere un approccio più trasversale e multidisciplinare quando si parla di arte e design. È per questo che ho deciso di aprire la galleria Important Design di via Mosé Bianchi 2, Milano, uno spazio che non vuole essere un mero luogo di vendita, piuttosto un piccolo “ritrovo” in cui mostrare e condividere con gli abitanti del quartiere ciò che per me è espressione di bellezza.

  • Cosa ricerchi maggiormente nell’oggettistica?

Diciamo che l’oggettistica fa riferimento al più generale mondo dei prodotti e dietro ad ogni prodotto c’è un processo produttivo. Per background personale, il tema dei processi esecutivi è qualcosa che mi ha sempre affascinato perché c’è modo e modo per fare le cose; questo dare importanza a come fai una cosa significa considerare la parte dell’esecuzione come parte del contenuto di un progetto. Faccio un esempio concreto: quando Richard Sapper presentò insieme ad Artemide la lampada Tizio non pose solo le basi per una incredibile rivoluzione formale della tipologia “lampada da tavolo”, la forza di quell’oggetto trovava linfa e origine dalla sua stupefacente capacità di emettere luce senza l’ausilio di cavi elettrici, grazie ad una struttura capace essa stessa di farsi conduttore di energia. Quindi per rispondere alla tua domanda direi che in primo luogo in un oggetto di pregio cerco la sua capacità di esprimere senso di innovazione esecutiva e perfezione nello sviluppo dei dettagli.

  • Quali altre caratteristiche deve possedere un manufatto perché entri a far parte della tua collezione?

Come accennavo, al tema dell’innovazione tecnica si affianca quello dell’innovazione formale, tutti gli oggetti prodotti dall’Uomo non sono solo degli strumenti d’uso, ma agiscono soprattutto come strumenti di comunicazione, questo potenziale può essere espresso in modo più o meno consapevolmente. La capacità di un oggetto di saper raccontare contribuisce a definire il suo valore, un valore che ancor prima che economico è di natura emozionale. Non è un caso che quando svolgo expertise e valutazioni di opere d’arte, quando compro modernariato e design, le persone che mi sottopongono i loro materiali danno spesso grande spazio al racconto affettivo costruito attorno a quel determinato oggetto o opera. Questa capacità degli oggetti di diventare parte di una narrazione familiare mi affascina molto e mi persuade a considerare sempre più ciò che faccio come un’attività di tutela e cura di materiali nati per costruire con noi un dialogo.

  • Quali traiettorie prevedi per il mondo del collezionismo?

La rivoluzione digitale e soprattutto il diffondersi dei social sta determinando enormi trasformazioni nel modo di interpretare il collezionismo. Prima l’attività di ricerca, la conservazione e lo scambio dei materiali avveniva attraverso rapporti molto diretti e consolidati. Se da una parte l’accessibilità alle informazioni e ai prodotti risultava più filtrata, dall’altra si aveva una maggiore garanzia sulla qualità. Ora il web sta permettendo di condividere e scambiare contenuti di ogni sorta, questi però hanno paradossalmente bisogno di essere analizzati con maggiore professionalità e spirito critico rispetto a prima, perché oramai la norma è imbattersi in una marea di cianfrusaglie a cui viene attribuito un valore non certo corrispondente al reale. La raccomandazione che faccio è quella di valutare bene da chi si compra o vende arte, antiquariato o modernariato. Bisogna scegliere l’interlocutore giusto, leggere le recensioni e capire se chi si ha di fronte è una persona competente e stimata nel settore. Personalmente quando compro modernariato a Milano come altrove, cerco sempre di mettere tutta la mia professionalità per capire e valutare esattamente il reale valore di ciò che ho di fronte

  • Herat De Nicola, come guarda al futuro?

Con la positività e l’entusiasmo che ho sempre avuto. A me affascina sempre pensare come la mia voglia di guardare al futuro sia radicata alle cose del passato di cui mi occupo. Questo mi fa sentire in armonia perché le cose belle per continuare a vivere hanno bisogno di essere raccontate.

Modernariato De Nicola

Important Design

Via Mosé Bianchi, 2 – 20149 Milano

tel. 02 36525419 – cell. 339 6265230

email: modernariatodenicola@gmail.com

orari

Lunedì – Sabato: 10/12 – 16/18

Telefonare per appuntamento

www.modernariatodenicola.com

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