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CAMBIA LINGUA

ATALANTA-INTER, LE PAGELLE DEI NERAZZURRI

Handanovic 8

Para tutto nel primo tempo, tranne il gol sul quale è incolpevole. Nel secondo tempo rimane di sasso sulla marcatura di Gomez, ma non ha vere colpe, anche sulle incornate del secondo e terzo gol. Un monumento.

D’Ambrosio 4,5

Subisce Zapata, non è giornata. Mai. Va detto che non è aiutato dal rientro delle ali.

Skriniar 4,5

Partita da dimenticare, a un certo punto Zapata lo buca in velocità, sui contrasti aerei non è alla migliore prestazione.

Miranda 5

Si lancia a murare un tiro diretto in porta, per il resto fa del suo meglio, ma è tutto il reparto a ballare.

Asamoah 5

In difesa spesso bucato, spinge un po’ davanti, ma con poche idee e giocate grezze. Anche per lui va detto che non è aiutato dal rientro delle ali.

Brozovic 4,5

Si perde come nel centrocampo del Barcellona, anzi peggio. E si fa anche buttare fuori ingenuamente.

Vecino 5

Affoga tra le linee atalantine e il diluvio di Bergamo, non pervenuto.

Gagliardini 4,5

La sua ex squadra gli porta male, mai in partita, in difficoltà sulla media che fa acqua da tutte le parti.

Perisic 5

Insiste, ma non trova mai il passo e la giocata, così è un uomo in meno.

Politano 5,5

Non è il solito motorino, ma almeno ci prova. Da solo.

Icardi 5,5

Non sbaglia il rigore, per il resto poco o nulla, compreso un passaggio sbagliato a centrocampo e qualche responsabilità sul terzo gol.

Keita 5

Spalletti gli dà fiducia nella ripresa ma non si fa notare per nulla di particolare. Prova a scappare via ma il più delle volte se la allunga troppo.

Valero 6

Entra al posto di Vecino all’inizio del secondo tempo, nella melma nerazzurra è l’unico che prova a portare un po’ di ordine.

Vrsaljko 5,5

Entra alla fine, si scioglie come tutta la difesa, ma almeno porta un po’ più di pressione davanti.

Spalletti 4,5

Formazione e cambi discutibili. Boccia Joao Mario e Dalbert, in netta crescita nelle ultime prestazioni e più riposati per dare più fisicità alla squadra, ma la fantasia viene penalizzata contro un’Atalanta che gioca a memoria. Azzecca il cambio di Valero (ma perché al posto di Vicino?), che però non può fare i miracoli, poi insiste (tardi) su un Keita fantasma del giocatore visto alla Lazio. Incomprensibile (se non per problemi fisici che sembrano non esserci) lo spostamento di D’Ambrosio centrale per fare spazio a Vrsaljko. Oggi non era giornata e l’Inter non ci ha capito nulla dall’inizio, ma a volte le partite si risolvono con i cambi.

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