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Future Viewing, il racconto della mostra in realtà virtuale promossa da Google

Calano i riflettori sul Future Viewing, l’evento promosso da Google basato su una mostra in realtà virtuale e sugli aspetti della sicurezza online.

Un progetto che ha visto Big G impegnata nei mesi scorsi in collaborazione con Polizia di Stato e Altroconsumo, in un tour che ha toccato l’Italia da Nord a Sud per sensibilizzare gli utilizzatori sulla protezione dei dati online attraverso l’Account Virtuale di Google. Durante il viaggio di oltre 2600 KM alcuni artisti emergenti hanno raccontato la “sicurezza online” attraverso dipinti in realtà virtuale, dipinti esposti per tre giorni in questa mostra temporanea allestita in Via G. Capelli, nel cuore della Milano tecnologica, a poca distanza da quello che è il quartier generale milanese dell’azienda di Mountain View.
Chi si aspettava effetti speciali degni di Hollywood forse sarà rimasto un tantino deluso, l’ambiente della mostra era minimal ma colorato proprio come lo stile che contraddistingue Google.

L’area espositiva si suddivideva in quattro sezioni principali: la prima dedicata alle opere virtuali LIVE PERMANENT COLLECTION degli artisti emergenti incontrati durante il tour, la seconda con una BEST OF NOW COLLECTION delle opere realizzate live con l’app Tilt Brush, una sezione dedicata alla SICUREZZA & PRIVACY e un VIRTUAL REALITY LAB in cui provare in anteprima la realtà virtuale combinata con Tilt Brush.
Gli artisti che hanno preso parte alla mostra LIVE PERMANENT COLLECTION sono stati:
Alessandra Bonetta di Bologna con l’opera “Light will save you”, Pako Angerame di Napoli con “Google, the protector”, Alessandro Strickner di Roma con l’opera “80s protection”, Lorenzo Franciosi di Milano con “Intervento efficace”, Paola Rollo di Roma con “Fly with me”, Isabella Borsellini di Milano con l’opera “Il giardino dell’internet”, Gianluca Gimini di Bologna con “Diminished reality”, Andreana Boatta di Napoli con “Sotto una campana di vetro”, Marino Capitanio di Milano con “l’isola dello scudo” e nuovamente Lorenzo Franciosi con “La sicurezza di casa propria”.
Le opere erano fruibili attraverso particolari card board collegati ad altrettanti smartphone di ultima generazione.

Era sufficiente avvicinare la card board vicino al viso per essere catapultati nell’opera stessa, che quindi si poteva visionare a 360° ruotando semplicemente il capo.

Un’esperienza abbastanza inusuale per chi è abituato a vedere dipinti solitamente in 2D.

Chiaramente disegnare nello spazio risulta abbastanza differente dal classico metodo che prevede tela e pennello, ed è altrettanto vero che siamo ancora agli albori di questa tecnologia. Ma da qui a qualche anno forse sarà cosa “normale” visitare mostre il realtà virtuale, per tale motivo ci piace pensare che anche in questo caso #lamilanochepiace abbia avuto un ruolo fondamentale in questo ambito.

Ecco un esempio di opera realizzata con l’App Tilth Brush durante la mostra:

Articolo di Settimio Martire

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