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Trieste, apre al Ralli il nuovo Centro Socio-Sanitario per la presa in carico di persone con disabilità

Sarà dedicato in particolare alla tematica dell'autismo

Trieste, il 2020 è stato contrassegnato dalla pandemia da Coronavirus, purtroppo presente a tutt’oggi.

Se per tutti questa emergenza ha comportato difficoltà e rinunce, è facile capire che ha causato e sta causando molti più danni di tipo indiretto alle persone fragili, che sono diventate ancor più fragili, e più soggette al rischio di isolamento sociale.

Nonostante le difficoltà del periodo, ASUGI e Comune di Trieste sono riusciti a sviluppare una nuova progettualità a favore delle persone con disabilità, in particolare a coloro che sono affetti da Disturbi dello Spettro Autistico. La partita si è aperta proprio nel 2020, con la necessità condivisa di costruire in quest’area tematica percorsi di transizione dai servizi dell’età evolutiva a quelli dell’età adulta e di articolare compiutamente i servizi dedicati alle persone con DSA in età adulta.

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Grazie alla collaborazione nata dal protocollo d’intesa siglato dal Comune di Trieste e dall’Asugi nel settembre 2020, in questi giorni si sta avviando l’apertura di un Centro Socio-Sanitario integrato per la presa in carico di persone con disabilità, in particolare con disturbi dello spettro autistico, improntato a un approccio multidisciplinare, diretto all’erogazione di servizi unitari che prevedano prestazioni sanitarie e percorsi di integrazione sociale attraverso opportune forme di sostegno che supportino una transizione armonica ed efficace dall’età evolutiva all’età adulta, per la quale è necessario un continuum di progettualità abilitante-inclusiva per lo sviluppo di nuove competenze, sempre in riferimento ai contesti familiari e sociali di appartenenza.

La dott. Maria Chiara Corti, direttore dei Servizi sociosanitari dell’Asugi, conferma l’eccellenza di questo luogo, progettato come contenitore per una compiuta integrazione, dove professionisti del settore sanitario e di quello sociale, attraverso l’équipe multi-professionale e multi-disciplinare, uniscono le proprie risorse per agevolare e rendere il processo di transizione dall’età evolutiva a quella adulta – fase delicata e complessa per le persone e le loro famiglie – sicuro e senza soluzione di continuità.

L’equipe che si sta formando prevede infatti figure professionali come l’assistente sociale, l’educatore professionale, il tecnico della riabilitazione psichiatrica (TERP), il terapista occupazionale, lo psicologo, il medico psichiatra e l’infermiere professionale. “Questa progettualità – continua la dott.ssa Corti – è stata fortemente sostenuta dalla nostra Direzione, ed il percorso intrapreso con il Comune di Trieste è un esempio di buone prassi per dare risposte sempre più puntuali ai cittadini, in particolare per quelli più fragili”.

Il dott. Cristiano Stea (Psicologo-Psicoterapeuta), responsabile per Asugi di questa progettualità, tiene ad evidenziare come non interrompere, proprio nella fase della transizione, il supporto da parte dei servizi, in vista dell’inserimento all’interno della vita comunitaria, sia una delle mission fondamentali del Centro. E ribadisce come l’approccio sanitario all’autismo non possa essere disgiunto da quello sociale.

Tra le attività già avviate dal Centro, una particolarmente importante è quella nata dalla collaborazione con il S.I.I.L (Servizio Integrazione Inserimento lavorativo) del Comune di Trieste, per la valutazione congiunta di persone con DSA. Attraverso una condivisione degli strumenti e un approccio integrato sono state avviate valutazioni volte ad attivare percorsi formativi e di inserimento lavorativo dedicati a persone con DSA.

Si inserisce in questa strategia il progetto interregionale “Pensami Adulto” promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute, e assegnato dalla Regione FVG ad ASUGI; il progetto persegue la finalità di sperimentare buone prassi di inclusione scolastica e lavorativa per giovani con disturbo dello spettro autistico, e ha fornito un ulteriore impulso alla realizzazione del servizio.

Il Comune di Trieste, per la realizzazione del Centro, ha messo a disposizione alcuni spazi al primo piano dello storico Padiglione De Ralli – recentemente ristrutturato e riqualificato – ubicato in Piazzale Canestrini, all’interno del comprensorio del Parco di San Giovanni, e ASUGI ha provveduto ad integrare e adattare l’arredamento interno per attrezzare i locali per lo svolgimento delle attività dedicate al progetto, dirette sia alle persone adulte che all’età evolutiva: vi sono spazi dedicati alla diagnosi, al supporto terapeutico individuale e di gruppo delle persone con DSA, ed altri dedicati alla Terapia Occupazionale e all’attività di Parent Training.

Tali spazi sono stati articolati in modo da risultare fra l’altro compatibili con l’originaria destinazione dell’immobile a Centro diurno dedicato alle malattie dementigene, per le quali è stato elaborato un progetto di ricerca applicata, di cui sono in fase di valutazione le possibilità di realizzazione nel contesto del Tavolo tecnico fra Comune di Trieste e Asugi.

In prospettiva, il Comune intende procedere all’acquisto anche di arredi esterni, per consentire il lavoro all’aperto nella bella stagione, dato che la struttura è fiancheggiata da un bellissimo giardino.

Quando tutto sarà completato, presumibilmente verso la fine della primavera, il Comune di Trieste e Asugi hanno concordato di organizzare, compatibilmente con le restrizioni che saranno disposte in quel momento, un open day per presentare il Centro alla stampa e alla cittadinanza.

“Sono davvero soddisfatto di questo risultato – riferisce l’Assessore alle Politiche Sociali Carlo Grilli – perché le progettualità che sono e saranno ospitate al Ralli sono l’espressione di una felice e concreta collaborazione fra le due istituzioni fondamentali per il territorio, l’Ente locale e l’Azienda sanitaria, tesa a realizzare percorsi di benessere per i cittadini che hanno maggiori fragilità e per le famiglie che li accompagnano quotidianamente. Il sito, fra l’altro, è perfetto per queste attività, perché inserito in un contesto ideale, una sorta di villaggio (con la sua chiesa, il ristorante, il teatro, i giardini) all’interno di un parco. Molte realtà del nord Europa, dove sono stati avviati progetti analoghi, hanno dovuto ricorrere a soluzioni artificiali per creare un ambiente del genere”.

 

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