Sostituzione del Reddito di Cittadinanza: il Governo è pronto a varare la “Mia”.
Al posto del Reddito di Cittadinanza arriva la “Mia”, Misura di inclusione attiva.
Cambia la durata del nuovo sostegno, ci sarà una divisione in due platee destinatarie con quote a scalare: occupabili e famiglie povere senza possibilità di lavorare.
Per i primi il tetto massimo di sussidio sarà di 375 euro mentre per le seconde l’importo base sarà di 500 euro.
Tra le prime categorie rientrano le famiglie dove c’è almeno un minorenne o un over 60 o un disabile. Le seconde si riferiscono a quelle dove non ci sono queste situazioni ma almeno un soggetto tra i 18 e i 60 anni di età.
In sostanza, gli occupabili – stimati in 300 mila nuclei monofamiliari più di 100 mila nuclei con più membri- che beneficano dell’attuale Reddito al massimo per 7 mesi nel 2023 e comunque non oltre il 31 dicembre, scaduta la prestazione, potranno presentare la domanda per Mia: che però per loro avrà una durata inferiore rispetto al Reddito di cittadinanza e anche alla Mia di cui beneficeranno le famiglie senza persone occupabili.
La riforma prevede una stretta.
Le famiglie povere continueranno a ricevere il sussidio – la Mia appunto- il cui importo base (per un single) dovrebbe restare di 500 euro al mese, come nel Reddito.
Si discute ancora sulla quota aggiuntiva nel caso in cui il beneficiario debba pagare l’affitto.
Il Reddito prevede fino a 280 euro al mese. Con la Mia questa quota potrebbe essere alleggerita e modulata sulla numerosità del nucleo familiare. La stretta maggiore colpirà gli occupabili. Qui l’ipotesi che ha più chance è quella che vede l’assegno base ridotto a 375 euro.
Anche sui tempi del sostegno è prevista una stretta, mentre per i poveri tout court la Mia durerà fino a 18 mesi, in prima battuta, per gli occupabili non durerà più di un anno.
La misura dovrebbe arrivare presto in Consiglio dei Ministri ed essere attiva già a settembre.
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