Roberto Salis attacca il governo: «Siamo stati lasciati soli, mia figlia resterà a lungo in carcere»
Roberto Salis, padre della 39enne Ilaria, l’insegnante di scuola elementare e militante antifascista detenuta in carcere in Ungheria dall’11 febbraio 2023 con l’accusa di lesioni aggravate nei confronti di alcuni manifestanti di estrema destra, ha incontrato oggi separatamente il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
«È andata molto peggio di quanto ci aspettassimo, non vediamo nessuna azione che possa alleviare la situazione di mia figlia. Siamo stati lasciati soli». Queste le parole di Roberto Salis.
«Abbiamo chiesto due cose, i domiciliari in Italia o in alternativa in ambasciata in Ungheria, e entrambe ci sono state negate. Credo che mia figlia resterà ancora per molto tempo in carcere e la vedremo ancora in catene ai processi», aggiunge il padre della 39enne militante antifascista.
«Lo Stato italiano non intende fare nulla, dipende tutto dal giudice ungherese e ritiene di non voler fornire dei documenti che avevamo chiesto per agevolare il lavoro dei nostri avvocati, perché dicono che sarebbe irrituale e che possa creare dei precedenti. Dovremo cercare noi di fare qualcosa – ha aggiunto Roberto Salis -. Ora ci sarà carcere a oltranza fino a quando il giudice ungherese avrà finito il processo o ci sarà un’altra situazione. Ma in quel carcere lì si può anche morire».
I Ministri Tajani e Nordio hanno evidenziato che «i principi di sovranità giurisdizionale di uno Stato impediscono qualsiasi interferenza sia nella conduzione del processo sia nel mutamento dello status libertatis dell’indagato».
Il Ministro Nordio ha rilevato che «un’interlocuzione epistolare tra un dicastero italiano e l’organo giurisdizionale straniero sarebbe irrituale ed irricevibile».
Il Ministro Tajani ha posto l’accento sui «passi già effettuati dal Presidente del Consiglio con il Presidente Orbán e da lui personalmente con il Ministro degli Esteri ungherese per due volte, oltre che sulla convocazione formale dell’Incaricato d’Affari ungherese alla Farnesina martedì 30 gennaio».
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