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Macerata, “Build the future”: il lavoro svolto raccolto in una pubblicazione

L'edizione è curata nella parte grafica da Emilio Antinori

Macerata, oltre 600 studenti e 300 genitori, 5 scuole (Istituto Comprensivo Enrico Fermi Istituto Comprensivo Dante Alighieri Convitto Nazionale Giacomo Leopardi Istituto Comprensivo Monti e Istituto Comprensivo Enrico Mestica), 32 trasformazioni, 1 festival, 1 mostra interattiva, 1 festa finale, 1 serata al Teatro Lauro Rossi, 2 video, 1 miniserie, 1 spot, 1 sito dedicato, profili social su Facebook e Instagram e una serie di sfide social durante il lockdown.

Sono i numeri del progetto “Build the future” realizzato per rafforzare la prevenzione alle varie forme di dipendenze nelle giovani generazioni, promosso dal Comune di Macerata e dal Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Asur Area Vasta 3, in collaborazione con l’associazione Glatad onlus, che oggi vede, nella fase conclusiva, racchiudere tutto il lavoro svolto negli anni scolatici 2018/2019 e 2019/2020 nella pubblicazione “Build the Future. Le nuove generazioni costruiscono il futuro”.

Un progetto che ha visto lavorare al fianco degli studenti maceratesi  e coordinati da Silvia Agnani, sociologa del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche AV3 e dai colleghi Juri Muccichini e Paolo Nanni, un team di esperti composto da pedagogisti, psicologi, educatori, creativi, esperti di arti visive e di comunicazione quali Federico Bollini, Veronica Candria, Stefano Casulli, Valeria Cegna, Laura Della Valle, Anita Habluetzel Esposito, Rebecca Marconi, Elisa Metrangolo, Juri Muccichini, Paolo Nanni, Irene Pagnanelli e Francesca Torelli – con loro anche la videomaker Alia Simoncini e il webmaster Inpublico di Paolo Carassai.

“Un ringraziamento al Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Area Vasta 3 per questo importante progetto condiviso – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli -. La prevenzione alle varie forme di dipendenza è uno dei punti cardine della nostra Amministrazione e iniziative come queste vanno valorizzate e promosse affinché i nostri giovani possano imparare, tramite la condivisione, la partecipazione e il coinvolgimento, ad affrontare tutto ciò che la vita riserva. Offrire loro un’alternativa è anche compito delle istituzioni e il progetto ‘Build the future’ è il perfetto esempio di quanto, tutti insieme, possiamo fare”.

“Un percorso che non dobbiamo lasciarci alle spalle – ha affermato l’assessore alle Politiche sociali  Francesca D’Alessandro dopo aver ringraziato tutti gli attori del progetto –  ma, come dice il titolo stesso del progetto ‘Build the future’, dobbiamo costruire il futuro, soprattutto attenzionare il mondo dei giovani in questo momento così delicato e difficile che ci impone una riflessione sulle fragilità. Per prevenire bisogna conoscere il mondo dei giovani e in particolare dell’adolescenza, di quel passaggio al mondo adulto che è delicatissimo Tutte le agenzie educative sono interessate e hanno la responsabilità di accompagnarli nel mondo degli adulti in maniera positiva e felice. Tutto questo ci permette di far sì che i giovani non cadano nelle varie forme di dipendenza. Come Amministrazione siamo in prima linea, insieme alle agenzie educative, all’Asur, che sta compiendo un lavoro egregio, perché siamo responsabili della costruzione di un futuro buono, positivo e soddisfacente per i ragazzi. Tutto il mondo dei giovani deve essere messo sotto la lente di ingrandimento perché le fragilità in questo momento possono sfociare in forme patologiche di dipendenza. Spero che potremmo continuare su questa strada, insieme all’Asur, al dottor Giuli, tutti insieme, per il bene dei nostri ragazzi”.

Nella pubblicazione, curata nella parte grafica da Emilio Antinori, vengono ripercorsi, attraverso tante testimonianze dirette, i vari step del progetto e, come il progetto è stato “tante cose insieme, anche la pubblicazione vuole esserlo: guida per gli operatori, traccia delle trasformazioni realizzate, spunto per gli amministratori, relazione per i dirigenti scolastici e i docenti, racconto per i genitori, album dei ricordi per i ragazzi”.

“Un progetto ambizioso – ha affermato Daniela Corsi direttore dell’Area Vasta 3 -, frutto di un importante lavoro sinergico di promozione della salute, che ha realizzato un percorso di prevenzione che può essere definito di comunità e che non ha precedenti nel nostro territorio”.

“Grazie a Build the Future – ha detto Gianni Giuli direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche Area Vasta 3 – abbiamo potuto perseguire l’obiettivo di arrivare prima delle sostanze e dello sballo con oltre 600 giovani, coinvolgendoli per due anni consecutivi in un percorso di potenziamento delle abilità necessarie per affrontare le sfide della crescita e della vita. La forza di questo progetto è legata all’esperienza che abbiamo saputo maturare in tanti anni di presenza e studio del territorio e alla formazione continua dei nostri professionisti che devono sempre essere in grado di anticipare i cambiamenti. La sua efficacia poggia sulla continuità che finora gli è stata assicurata. È per questo che ho ritenuto fondamentale condividere con il Sindaco di Macerata Sandro Parcaroli gli esiti di questo percorso”.

“Siamo felici di essere stati parte integrante di questo progetto significativo – afferma Massimo Tasso dell’associazione Glatad –  e di aver potuto contribuire alla realizzazione delle sue attività, perché ciò che questo progetto è riuscito a creare, anche visivamente, nella città di Macerata, rappresenta la conferma di un pensiero in cui crediamo fermamente, cioè che, di fronte a fenomeni di forte disagio psico-sociale, come quello delle dipendenze, occorre guardare oltre l’emergenza, approfondire, studiare, comprendere le reali origini di tale disagio, che sono complesse e composte da vari fattori, lavorare tutti insieme – istituzioni, privato sociale, cittadini – e rendere protagonisti i ragazzi stessi della costruzione del loro futuro”. 

Si è trattato di un percorso che, come ha ricordato Silvia Agnani, nella prima annualità, ha messo in gioco quattro parole chiave: emozioni, relazione, identità, testimonianza e ha visto attivarsi due percorsi distinti nelle scuole primarie e nelle scuole secondarie di primo grado che hanno portato comunque ad attivare una riflessione critica e creativa in relazione allo spazio di vita quotidiano. Ecco allora che le idee dei giovani hanno preso forma e si sono concretizzate, ad esempio, come gli arazzi  fatti con scarti di stoffe, l’abbellimento delle pensiline dell’autobus, la trasformazione del Sasso d’Italia e del campetto Helvia Recina con le panchine colorate, il restyling dell’aula biblioteca alla Scuola Fratelli Cervi, la rappresentazione del gioco dell’oca intorno al laghetto del Giardini Diaz, l’ingresso delle scuole primarie Convitto e Natali e una serie di altri progetti che ancora si possono vedere in giro per la città.

Durante il secondo anno, il Team Build The Future ha invece portato nelle cosiddette “classi ponte” il tema del viaggio, come metafora del cambiamento e del viaggio verso una fase successiva della vita, cercando di potenziare le life-skills necessarie per affrontarlo con consapevolezza e curiosità. Questo percorso  è stato interrotto sul finire dal lockdown ma è proseguito sui canali social attraverso attività interattive ed il lancio della miniserie di Alia Simoncini “Il viaggio” che vede come protagonisti i ragazzi stessi.

La pubblicazione, curata da Silvia Agnani, è un lavoro collettivo che dà voce ai protagonisti di questo progetto – ragazzi, insegnanti, operatori, genitori –  ma vuole essere anche una sorta di guida per chi si occupa di promozione della salute partendo da una prospettiva originale per il nostro territorio, quella  di rafforzare la gestione di emozioni e relazioni attraverso azioni di ripensamento e valorizzazione dello spazio quotidiano e dei luoghi di vita degli studenti. Proprio quelli che in questo momento storico sono loro preclusi. Come scrive Silvia Agnani nel capitolo conclusivo “…lo spazio è relazione, è incontro, è condivisione, è cittadinanza, in una sola parola è salute. Teniamolo sempre a mente”.

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