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L’Italia è uscita dalla “Via della Seta” cinese

Per il leader di Azione Carlo Calenda si tratta di una «decisione sacrosanta»

L’Italia è uscita dalla “Via della Seta” cinese.

Ora è ufficiale: l’Italia è uscita dalla “Nuova Via della Seta”. La volontà del nostro Paese di rinunciare al memorandum è giunta a Pechino con una nota consegnata nei giorni scorsi.

Il vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha inviato una lettera nella quale viene resa esplicita la presa di posizione più volte preannunciata dal governo Meloni. 

Il memorandum era stato firmato dal governo Conte I nel 2019 e aveva la durata di cinque anni. L’esecutivo, vista la scadenza imminente fissata per il 22 marzo 2024, doveva decidere se rinnovare o meno l’accordo.

Nessun commento da Palazzo Chigi. Al question time, invece, il Ministro Tajani ha precisato: «A settembre in Cina ho sottolineato la volontà del governo di rilanciare il partenariato strategico, indipendentemente dalla nostra partecipazione alla Via della Seta».

Per il leader di Azione Carlo Calenda si tratta di una «decisione sacrosanta», aggiungendo: «Avere buoni rapporti con la Cina e diventarne una pedina in Ue sono cose molto diverse».

Addio, dunque, all’insieme di progetti pagati dal governo di Pechino e finalizzati alla realizzazione o al potenziamento di infrastrutture commerciali e impianti per la produzione e la distribuzione di energia e per sistemi di comunicazione.

In realtà, dei 20 miliardi di affari prospettati nel 2019, quando Conte e Xi avevano siglato il memorandum a Villa Madama, all’Italia è arrivato poco o nulla.

meloni e xi

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