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La decisione finale sul salario minimo del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro

L’assemblea del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro ha votato. "Dire 9 euro l'ora non significa nulla se non c'è la sostenibilità economica. Perché o sparisce il lavoro, o sparisce l'impresa o aumentano i prezzi. Non fare i conti con il mercato e fare le anime belle e io non sopporto le anime belle".

La decisione finale sul salario minimo del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro

L’assemblea del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro ha votato. “Dire 9 euro l’ora non significa nulla se non c’è la sostenibilità economica. Perché o sparisce il lavoro, o sparisce l’impresa o aumentano i prezzi. Non fare i conti con il mercato e fare le anime belle e io non sopporto le anime belle”.
Si è chiusa la valutazione della questione del salario minimo da parte dell’assemblea del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. “In 60 giorni, il Cnel, che è la casa dei corpi intermedi, ha votato un documento finale”, ha dichiarato il presidente Renato Brunetta durante una conferenza stampa di ieri. Per questo lavoro era stato incaricato dalla Presidenza del consiglio. L’assemblea ha bocciato il salario minimo, votando ed approvando con 37 voti a favore e 15 contrari, un testo che propone la via tradizionale della contrattazione collettiva.
Il Presidente Brunetta ha dichiarato che “Abbiamo fatto la scelta di stare fuori dallo scontro politico, di partire dalla Direttiva europea sul salario minimo, di lavorare con la cultura del Cnel basata sul ruolo della contrattazione e su come la legge non sostituisca la contrattazione, ma possa rafforzarla.”

“Non abbiamo fatto una scelta duale, perché crediamo che serva una cassetta di molteplici strumenti per agevolare la contrattazione collettiva. Su una cosa sono perfettamente d’accordo con il mio amico Maurizio Landini. La via maestra è la Costituzione e il Cnel, all’articolo 99, è dentro la via maestra della Costituzione”, ha aggiunto il Presidente dell’ente.

Il Partito democratico si è espresso in merito alla decisione “Il Cnel approva il suo documento con un voto diviso e divisivo. Non sono stati neppure accettati gli emendamenti dei cinque consiglieri esperti che sottolineavano una verità storicamente incontrovertibile, in linea con la proposta della direttiva Ue, e cioè la piena compatibilità tra salario minimo e contrattazione, e proponevano, come ipotesi di mediazione, l’introduzione sperimentale di un salario minimo, limitata nel tempo e nel campo di applicazione”.
A seguito delle votazioni parrebbe che l’esecutivo intende “proseguire nel contrasto al lavoro povero e ai salari bassi che affliggono l’Italia ormai da diversi decenni, contrariamente a quanto avviene nel resto d’Europa, dove si è assistito a una crescita sostenuta e costante dei livelli salariali”.

“Dire 9 euro l’ora non significa nulla se non c’è la sostenibilità economica. Perché o sparisce il lavoro, o sparisce l’impresa o aumentano i prezzi. Non fare i conti con il mercato e fare le anime belle e io non sopporto le anime belle“, ha spiegato il Renato Brunetta.

La decisione finale sul salario minimo del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro

 

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