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La decisione della Corte dell’Aja: “Israele eviti il genocidio a Gaza”

Ma la Corte non chiede il cessate il fuoco

La decisione della Corte dell’Aja: “Israele eviti il genocidio a Gaza”.

La Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha ordinato ad Israele di “prendere tutte le misure per prevenire qualunque atto di genocidio a Gaza” ma non chiede il cessate il fuoco. Israele deve garantire “con effetto immediato” che le sue forze non commettano nessuno degli atti previsti dalla convenzione. Inoltre, “deve prendere misure per punire coloro che incitano al genocidio” dei palestinesi.

Secondo la Corte, Gerusalemme deve anche garantire la conservazione delle prove del presunto genocidio. La Corte ha chiesto anche il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi israeliani che sono ancora nelle mani di Hamas a Gaza.

Il primo ministro palestinese, Mohammed Shtayyeh, ha dichiarato che la sentenza della Corte internazionale di giustizia ha costituito la fine dell’era dell’impunità di Israele, cosa che, ha sottolineato, obbliga i Paesi che sostengono Israele ad astenersi dal farlo. Lo scrive l’agenzia palestinese Wafa.

«La stessa affermazione che Israele compia un genocidio del popolo palestinese è non solo menzognera ma anche oltraggiosa. La disponibilità della Corte di prenderla in esame è un marchio di vergogna che non sarà cancellato per generazioni». Lo ha detto il premier  israeliano Netanyahu secondo cui «Israele combatte una guerra giusta contro i mostri di Hamas e la Corte ha respinto giustamente la richiesta di privarci del diritto all’autodifesa».

Il Sudafrica ha sottolineato quella che ha definito una «vittoria decisiva»per lo stato di diritto internazionale, dopo che la Corte internazionale di giustizia ha accolto la sua richiesta di imporre misure di emergenza contro Israele per le sue operazioni militari a Gaza.

«Le ordinanze della Corte internazionale di giustizia sono vincolanti per le parti e queste devono rispettarle: l’Unione europea si aspetta la loro piena, immediata ed effettiva attuazione». Lo si legge in una dichiarazione congiunta dell’Alto rappresentante e della Commissione europea.

aja

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