La Camera boccia la mozione di sfiducia a Salvini. Domani il voto su Santanchè.
La Camera ha respinto, con 211 no e 129 sì, la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, con primo firmatario il capogruppo di Azione Matteo Richetti, contro il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, per i rapporti della Lega con Russia Unita.
Già in mattinata il vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa, aveva ricordato che «le parole di Salvini sono state chiare, nel momento in cui Putin aggredisce uno Stato è chiaro che non può più essere un alleato della Lega, partendo dal presupposto che i rapporti tra Salvini e Putin erano meno frequenti rispetto a quelli tra Putin e Calenda. Salvini ha detto “ci sono state delle elezioni, punto”. Poi la strumentalizzazione giornalistica nei confronti di Salvini è sempre propensa a farlo passare come quello che non è».
“Dispiace che l’Aula debba perdere tempo per polemiche inutili e strumentali innescate dall’opposizione”, aggiunge il Carroccio che risponde alle accuse ricordando gli accordi siglati in passato con Mosca da Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Enrico Letta e Carlo Calenda: “La guerra ha totalmente cambiato i giudizi e i rapporti politici con la Russia, che prima dell’invasione era un importante interlocutore di tutti i governi italiani”.
Domani si vota per la mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo Daniela Santanchè: «L’opposizione fa la sua parte rendendo più forte la maggioranza. Sono zero preoccupata: male non fare, paura non avere. Non ho sentito Meloni in queste ore ma la sento spesso e la vedo a ogni Consiglio dei ministri».
Santanchè non si è presentata in Aula: già in Senato l’estate scorsa aveva presentato la sua difesa per le vicende giudiziarie legate alla società Visibilia. La scorsa settimana era invece presente, pochi giorni dopo lo scoppio dell’ennesimo caso, quello della presunta truffa all’Inps sulla Cig Covid: nel partito era calato il silenzio e più di qualcuno iniziava a parlare di dimissioni. Lei stessa ha specificato che in caso di rinvio a giudizio ci sarà una «valutazione per il bene del governo e del partito».
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