Giorno della Memoria a Verona: cerimonia commemorativa all’ex campo di smistamento di Montorio.
«Praticare la Memoria aiuta a mantenere in buona salute la democrazia». In queste parole di Liliana Segre è racchiuso tutto il significato del celebrare ogni anno il Giorno della Memoria. Per instaurare in ognuno di noi, dai bambini alle bambine e fino agli adulti una coscienza attiva. Per non dimenticare, e perché i terribili fatti accaduti 80 anni fa non si ripetano mai più.
E oggi all’ex Campo di smistamento di Montorio, ha preso il via l’ampio programma di iniziative legate alla commemorazione del Giorno della Memoria che ricorre il 27 gennaio. Il sito è attualmente gestito dalle associazioni Figli della Shoah e Montorioveronese.it, che hanno pulito e riordinato il luogo della Memoria e che, grazie ad un Patto di sussidiarietà siglato con il Comune, promuovono visite gratuite per far conoscere la tragica storia del luogo.
Il sito, 80 anni fa venne utilizzato come Campo di smistamento Provinciale e come luogo di detenzione di prigionieri politici e per i parenti dei renitenti alla leva. Grazie agli studi e alle ricerche fatte, risultano essere passati 57 ebrei di Roma, che facevano parte di un gruppo da 65, catturati ad inizio febbraio 1944, trasferiti a Verona in località Ponte Cittadella per poi arrivare a Montorio.
Tra loro c’erano nove minorenni, la più piccola Renata, che compì un anno proprio al Campo, e il più grande Bruno Settimio, di 17 anni. Di questi 57 solo 11 si sono salvati, tra cui due minorenni, Ester Calò detta Persichella e Graziella Coen che ha fatto il viaggio di ritorno da Auschwitz con Liliana Segre.
Tra le storie riguardanti i detenuti politici vanno sottolineati Matilde Lenotti, che è stata presidente onorario dell’Anpi di Verona, e Concetta Fiorio, moglie di Emilio Moretto e il padre di Lorenzo Fava. Moretto e Fava fecero parte del Gruppo di Azione Patriottica GAP che organizzò l’assalto al carcere degli Scalzi il 17 luglio 1944.
Durante la cerimonia gli studenti e le studentesse della 3A e 3C della scuola secondaria di Primo grado Luigi Simeoni di Montorio hanno emozionato i presenti recitando individualmente i versi delle poesie “C’è un paio di scarpette rosse” di Joyce Lussu e “Se questo è un uomo” di Primo Levi.
In seguito è stata fatta ascoltare una testimonianza di Leone Fiorentino, nato a Roma nel 1923, una delle tante vittime delle leggi razziali del 1938. Venne arrestato prima dai fascisti e poi inviato nel campo di raccolta di Verona da dove partì a soli 18 anni per Auschwitz. Al seguente link il video della testimonianza.
La cerimonia si è conclusa con i ragazzi e le ragazze della scuola Simeoni che hanno simbolicamente piantato un ulivo, simbolo della pace, al quale hanno appeso nove disegni di colombe a rappresentare i bambini che sono transitati dalla casa di smistamento.
Alla commemorazione sono intervenuti la consigliera comunale Jessica Cugini, la presidente della Circoscrizione 8^ Claudia Annechini, il Consigliere nazionale e responsabile della sezione di Verona Figli della Shoah Roberto Israel, il presidente dell’associazione montorioveronese.it Roberto Rubele, il rabbino di Verona Tominar Corinaldi.
Venerdì 26 gennaio, con partenza con il bus navetta ATV da piazza Bra – vicino al tendone allestito dall’Associazione ‘Figli della Shoah, gli studenti delle scuole veronesi, potranno visitare l’ex Campo, dalle ore 11 alle 12.
Iniziativa curata dall’associazione ‘Figli della Shoah’ insieme al Comune e ATV.
Nei giorni di sabato 27 e domenica 28 gennaio, in due fasce orarie, alle ore 9.30 ed alle ore 11, si svolgono le visite guidate. Per partecipare è necessaria la prenotazione al seguente link.
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