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Giorgia Meloni in Islanda in occasione del quarto vertice del Consiglio d’Europa

Attesa per il G7 in programma in Giappone dal 19 al 21 maggio

Giorgia Meloni in Islanda in occasione del quarto vertice del Consiglio d’Europa

Per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni si è aperta una settimana densa di impegni internazionali. La premier è arrivata ieri, 16 maggio 2023, in Islanda per partecipare al quarto vertice del Consiglio d’Europa. Subito dopo, ad attenderla, ecco il G7 in programma in Giappone dal 19 al 21 maggio.
Al vertice di Reykjavik i capi di Stato e di Governo dei 46 Stati membri si sono riuniti per confrontarsi sulle priorità e gli indirizzi politici dell’organizzazione alla luce dei mutati scenari geopolitici in Europa e l’espulsione della Russia a seguito della guerra di aggressione all’Ucraina.

I leader europei hanno riaffermato il loro impegno comune ai valori fondamentali del Consiglio d’Europa il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali nei Paesi in Europa.
Obiettivo dell’appuntamento è stato anche quello di riorientare la missione dell’organizzazione alla luce delle nuove minacce ai diritti umani e alla democrazia, nonché sostenere ulteriormente l’Ucraina attraverso misure concrete per aiutare a ottenere giustizia per le vittime dell’aggressione russa. Il vertice dovrebbe inoltre incoraggiare iniziative volte ad affrontare le sfide emergenti alla democrazia e ai diritti umani, tra cui l’ambiente e l’intelligenza artificiale. Alla fine della riunione, l’Islanda cede la presidenza del comitato dei ministri del Consiglio d’Europa alla Lettonia.
Momento centrale del summit è stata la sessione di apertura dei lavori – dal titolo ‘Uniti attorno ai nostri valori’ – che rappresenta l’occasione per ribadire l’unità intorno ai valori democratici.

Oltre al presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, alla cerimonia di apertura sono intervenuti tutti i grandi contributori: il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il primo ministro islandese Katrín Jakobsdottir, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak, il presidente polacco Andrzej Duda, il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il segretario generale del Consiglio d’Europa Marija Pejcinovic Buric. Tutto seguito da cinque tavole rotonde in contemporanea. Meloni inoltre ha partecipato a quella dedicata al ‘Contrasto alle sfide derivanti dai nuovi diritti umani emergenti’

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Il principale risultato del vertice, secondo quanto si apprende, è stato l’annuncio dell’istituzione di un ‘Registro dei danni’ causati dall’aggressione russa in Ucraina. L’accordo è uno strumento di cooperazione intergovernativa, aperto anche a stati terzi. Il Registro è un primo passo verso la creazione di un meccanismo di internazionale di compensazione economica dei danni subiti dall’Ucraina che consentirà di chiamare la Russia a rispondere delle sue responsabilità ed una prova concreta di assistenza a Kiev. Al termine del vertice è stata adottata la ‘Dichiarazione politica’ incentrata sul sostegno all’azione internazionale per assicurare responsabilità per i crimini internazionali della Russia; la promozione della democrazia e dei valori e principi comuni del Consiglio d’Europa; il rafforzamento del lavoro del Consiglio d’Europa per garantire la tutela dei diritti umani in settori che rappresentano sfide emergenti, come il cambiamento climatico e l’intelligenza artificiale; il rafforzamento del Consiglio d’Europa nell’architettura multilaterale europea, e nel garantire la sicurezza e la democrazia nel continente.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo aver partecipato a Reykjavik al summit dei capi di Stato e di governo del Consiglio d’Europa, è attesa a Hiroshima per il G7.
Prima dell’avvio ufficiale del vertice venerdì 19 maggio, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, è previsto un bilaterale fra la presidente del Consiglio e il primo ministro giapponese Fumio Kishida.
Il colloquio fa seguito all’incontro del 10 gennaio scorso a Roma nel corso del quale c’era stato un approfondito scambio di vedute sul programma di lavoro del G7, sulla successiva presidenza italiana (2024) e sulle grandi sfide globali.
Sarà un’occasione, spiegano le stesse fonti, per rafforzare ulteriormente i rapporti bilaterali che non sono mai stati stretti come oggi, in particolare nel campo della difesa. A fine 2022, i governi italiano, giapponese e britannico hanno annunciato l’avvio del partenariato ‘Global Combat Air Programme’ volto a sviluppare un aereo da combattimento di sesta generazione entro il 2035: il Tempest.

Nel mentre,in Francia, il ministro dell’Interno Gerald Darmanin ha rinnovato mercoledì le sue critiche alla gestione della migrazione da parte della premier italiana Giorgia Meloni, dicendo che ha fatto “promesse avventate” e che “la realtà è più difficile”. “Quando fai promesse avventate, quando sei un membro dell’estrema destra – e la signora Meloni francamente non è una progressista di sinistra – ti rendi conto che la realtà è più difficile”, ha detto Darmanin in un’intervista a France Inter. “Il mio attacco non è contro gli italiani ma contro personalità politiche”, ha aggiunto. Sulle migrazioni, “abbiamo il diritto di dire che Le Pen, Meloni non hanno un buon modello”, ha proseguito Darmanin, insistendo sul fatto che le soluzioni fornite dall’estrema destra “non funzionano”.

I suoi ultimi commenti sono arrivati dopo che il presidente Emmanuel Macron e Meloni martedì hanno suggerito che potrebbero incontrarsi bilateralmente durante il vertice del Consiglio d’Europa a Reykjavik o al vertice del G7 in Giappone alla fine della settimana dopo le tensioni sulle questioni dei migranti con ripetute critiche francesi alle politiche del premier italiano. “Ci vediamo qui, avremo l’opportunità di continuare a parlarci. Spero di collaborare con il governo italiano, non si può lasciare l’Italia sola di fronte a questa pressione dei flussi migratori”, ha detto Macron, rispondendo alle domande del Tg3.

Darmanin e Stéphane Séjourné, segretario generale del partito Renaissance di Macron, hanno entrambi criticato Meloni in diverse occasioni negli ultimi giorni, con quest’ultimo che ha definito le sue politiche migratorie “disumane”.

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