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Dossieraggio, attacco alla democrazia? 800 accessi abusivi a dati di Politici, Ministri, VIP, Giornalisti.

Istanza al vertice del Csm e al Copasir

Dossieraggio, attacco alla democrazia? 800 accessi abusivi a dati di Politici, Ministri, VIP, Giornalisti.

Si allarga l’inchiesta sul dossieraggio, dai politici, ai vip, dagli imprenditori ai giornalisti, circa 800 gli accessi abusivi che, secondo la procura di Perugia, il finanziere Pasquale Striano in servizio alla Procura nazionale Antimafia avrebbe eseguito nelle banche dati.

L’INCHIESTA DI PERUGIA

L’inchiesta per la presunta attività di dossieraggio è guidata da Raffaele Cantone, che non riguarderebbe più il solo Striano, ma una quindicina di persone, tra cui il sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati, in passato responsabile del servizio Sos (Segnalazione operazioni sospette). Indagati anche altri otto giornalisti, a cui viene contestato il concorso nell’attività abusiva.

La presunta attività di dossieraggio portata avanti dal luogotenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, accusato di una serie di accessi alle banche dati tributarie, antiriciclaggio e dell’antimafia con lo scopo, parrebbe, di reperire informazioni.

LA LISTA RISCHIA DI ALLARGARSI

Ma la lista degli “spiati” rischia di allargarsi, con nomi di personalità dossierati attraverso il database delle segnalazioni di operazioni sospette, una vicenda sulla quale la procura di Perugia è solo all’inizio delle proprie indagini.

Tra le personalità oggetto della ricerca ci sarebbero attuali esponenti del governo come i ministri Francesco Lollobrigida, Marina Elvira Calderone, Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso e i sottosegretari Andrea Delmastro e Giovanbattista Fazzolari, e anche Marta Fascina, parlamentare di FI e ultima compagna di Silvio Berlusconi, e poi Matteo Renzi e Marco Carraie, e ancora Olivia Paladino, compagna di Giuseppe Conte. Ma non solo membri del governo e politici, tra i nomi ci sarebbero Fedez, e l’allora presidente della Juventus Andrea Agnelli, l’allenatore Massimiliano Allegri e il calciatore Cristiano Ronaldo, oltre al presidente della Figc Giuseppe Gravina. Altri nomi che compaiono negli accessi l’ex presidente della Camera Irene Pivetti, dell’avvocato Piero Amara, dell’imprenditore-editore Francesco Gaetano Caltagirone.

L’inchiesta partita da una denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto. 

Una presunta attività di ricerca di informazioni a strascico che in tanti casi ha dato esito negativo quella contestata dalla procura di Perugia nell’indagine che coinvolge Pasquale Striano, finanziere che era distaccato alla procura nazionale antimafia nel gruppo di lavoro che si occupava dello sviluppo delle Sos, le Segnalazioni di operazioni bancarie sospette, e da tempo trasferito.

L’indagine coordinata dal procuratore Raffaele Cantone punta a stabilire se e a cosa siano state impiegate le informazioni carpite, riservate e inserite nella banca dati per poi essere vagliate per accertare eventuali illeciti.

L’inchiesta punta a chiarire perché Striano lo abbia fatto e a che scopo. In quattro o cinque casi i risultati sarebbero confluiti – emerge sempre dall’indagine – in attività di tipo giudiziario. Una parte d’indagine nella quale risulta coinvolto anche il magistrato della Procura Antimafia Antonio Laudati che però attraverso il suo difensore ha rivendicato la correttezza del proprio comportamento.

Intanto il caso finisce anche sul banco delle commissioni parlamentari di inchiesta e del Consiglio superiore della magistratura.

LA PROCURA DI PERUGIA

Gli stessi procuratori di Perugia Raffaele Cantone e dell’Antimafia Giovanni Melillo hanno chiesto di essere sentiti dal Comitato di presidenza del Csm, dal presidente della Commissione antimafia e da quello del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Raffaele Cantone è il capo dell’ufficio titolare dell’inchiesta, Giovanni Melillo è l’attuale numero uno della Direzione nazionale antimafia.

Melillo e Cantone considerano “doveroso” chiedere di valutare “con l’urgenza del caso” la loro audizione, che considerano appunto “necessaria alle valutazioni riservate” di Csm, Copasir e Commissione antimafia, che si sta già attivando in merito e nelle prossime ore si terrà l’ufficio di presidenza, presieduto da Chiara Colosimo, per valutare la richiesta dei due magistrati.

LE REAZIONI

La Lega, secondo cui sarebbero stati setacciati i dati soprattutto di cittadini di centrodestra e in particolare politici e persone vicine al Carroccio, chiede al Copasir di approfondire la questione “in dettaglio fino alla completa chiarezza sui fatti, a partire dalle audizioni dei vertici presenti e passati della Guardia di Finanza e dell’Antimafia. Siamo di fronte a un attacco alla Repubblica e alla democrazia“.

Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, invoca anche una pronuncia del Consiglio superiore della magistratura e sui fatti e chiede un’immediata ispezione alla Procura nazionale antimafia. “Leggo con sconcerto – afferma Gasparri – le notizie riguardanti la Procura nazionale Antimafia. Non è possibile che soltanto un maresciallo della Guardia di Finanza abbia potuto scorrazzare dentro banche dati compiendo atti che sembrano assolutamente fuori da qualsiasi regola. La Procura nazionale Antimafia oltre a sfornare candidati per la sinistra dovrebbe essere un organo di estrema garanzia su un fronte delicato per la sicurezza dello Stato”. “La lotta alla criminalità organizzata – sottolinea Gasparri – è una assoluta priorità che deve vedere tutti impegnati e tante, del resto, sono le inchieste che sono state svolte con successo. Però questa vicenda getta un’ombra su questa fondamentale istituzione. Non si possono scaricare le colpe solo su un singolo, che dovrà dare comunque ampie giustificazioni del suo incredibile operato, credo che serva un’ispezione profonda su questo organismo. Ne parleremo in Parlamento perché la cosa non può finire qui. Chi deve difendere gli italiani sui fronti più delicati, quello della lotta alle mafie, deve offrire ampie garanzie di affidabilità. Quanto è avvenuto ci lascia sbigottiti. E quindi sarà opportuno intervenire chiedendo provvedimenti urgenti e immediati. Io credo che già ora bisognerebbe dar luogo a una immediata ispezione e valutare se debbano essere poi assunti provvedimenti straordinari per la guida di questo organismo che pare essere sfuggito al controllo”.

Il presidente della Liguria Giovanni Toti, che figurerebbe tra i nomi dossierati, commenta: “non è certo piacevole sapere che qualcuno sbircia nella tua vita, anche se non hai nulla da nascondere” e aggiunge “l’attività di dossieraggio, lo spiare dal buco della serratura cariche istituzionali, politici, o comunque personalità in vista credo sia il frutto malato di una mentalità che si è ormai diffusa in questo Paese, cioè che ci sia sempre qualcosa di marcio, qualcosa di nascosto, qualcosa di torbido. È la conseguenza malata di un odio sociale diffuso”.

Ministro Crosetto e Gasparri

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