Bologna, Reinventing Cities: presentati i progetti per Ravone-Prati e per il Palazzo Aiuto Materno
Reinventing Cities è un progetto di C40, una rete mondiale di città che hanno deciso di impegnarsi concretamente sul fronte della crisi climatica
Bologna, Reinventing Cities: presentati i progetti per Ravone-Prati e per il Palazzo Aiuto Materno.
Bologna partecipa alla terza edizione di Reinventing Cities, il concorso internazionale lanciato oggi, volto a sviluppare progetti urbani attenti all’ambiente e adatti alle esigenze delle comunità locali, che possano diventare punti di riferimento per uno sviluppo urbano sostenibile ed equo.
L’obiettivo è cambiare il modo in cui le città sono progettate e costruite in risposta alla crisi climatica, attraverso progetti che garantiscano efficienza energetica e costruzioni a basse emissioni, con una forte enfasi sull’inclusione sociale.
Reiventing Cities
Team creativi multidisciplinari, composti da architetti, urbanisti, designer, costruttori, imprenditori, ambientalisti, start-up e gruppi di quartiere sono invitati a lavorare insieme sulle proposte e a competere per avere l’opportunità di trasformare siti sottoutilizzati in un modello per i progetti urbani del futuro.
Reinventing Cities è un progetto di C40, una rete mondiale di città che hanno deciso di impegnarsi concretamente sul fronte della crisi climatica attraverso un Global Green New Deal. Saranno protagoniste dell’edizione 2022 dodici città: Bologna, Bristol, Houston, Izmir, Lione, Phoenix, Milano, Montréal, Napoli, Roma, San Francisco e San Paolo.
A Bologna, le aree per cui potranno essere presentati progetti sono quella del Ravone-Prati e il Palazzo Aiuto Materno tra le vie Don Minzoni, del Porto, Rosselli. Due aree che ben rappresentano le sfide per il futuro della città: la rigenerazione delle aree dismesse e il recupero dell’edilizia storica, grandi temi per l’innovazione della cultura progettuale e delle costruzioni se viste nella logica della transizione ecologica assunta da C40 come proprio specifico impegno.
Ravone-Prati
L’area fa parte di un percorso di rigenerazione grazie a un accordo sottoscritto tra il Comune e il Gruppo FS. Le proposte dovranno tener conto della presenza della nuova stazione del Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) di Prati di Caprara, che rappresenterà un importante centro di mobilità in ingresso a Bologna e un importante collegamento urbano ciclabile e pedonale.
La progettazione e realizzazione del comparto comporterà una trasformazione urbanistica realizzata con avanzati criteri di sostenibilità ambientale e di accessibilità universale. Lo sviluppo dell’area prevede l’insediamento massimo di 46 mila mq di superficie lorda, su un totale di circa 93.800 mq di superficie dell’area, con un mix funzionale di uso direzionale, commerciale, residenziale (di cui almeno 30% edilizia residenziale sociale).
Le aree e gli edifici dismessi possono rappresentare occasioni per ripensare e sperimentare nuovi e diversi modi di vivere quella parte di città e per innescare processi di innovazione sociale, anche attraverso l’attivazione di usi temporanei orientati ad offrire nuovi servizi culturali, ricreativi, di promozione del lavoro o sociali.
La riqualificazione dell’area si inserisce inoltre nel progetto “Città della Conoscenza” che promuove la connessione dei principali poli di ricerca e di innovazione con le aree in trasformazione. Lo sviluppo e la rigenerazione del quadrante nord-ovest della città potrà svolgere quindi un ruolo volano e acceleratore per l’attrattività e la trasformazione più complessiva di Bologna.
A nord prosegue infatti la realizzazione delle nuove sedi della Scuola di Ingegneria dell’Università e lo sviluppo del piano Bertalia-Lazzaretto mentre a sud sono in corso diverse iniziative come la rigenerazione della ex Sabiem e la rinaturalizzazione delle ex aree militari di Prati di Caprara.
Palazzo Aiuto Materno tra le vie Don Minzoni, del Porto, Rosselli
Si tratta di un edificio storico dismesso di proprietà pubblica (ASP Città di Bologna) situato in un’area in forte trasformazione legata alla presenza di un polo culturale realizzato negli ultimi anni grazie alla presenza dell’Università, del MAMbo- Museo d’Arte Moderna di Bologna e della Cineteca.
Anche questo edificio fa parte del progetto “Città della Conoscenza” che intende promuovere la realizzazione di un grande ecosistema della conoscenza.
L’edificio si compone di 5 piani fuori terra oltre ad un interrato e ad un sottotetto, per un totale di circa 10.800 mq di superficie lorda. Il progetto è finalizzato a innescare forme di abitazione collaborativa in particolare fra studenti universitari e ricercatori/artisti in residenza. Si prevede un’articolazione degli spazi domestici e comuni, che potranno essere flessibili nel tempo (coworking, sale studio, fab lab etc.), e prevedere forme di apertura al quartiere. Il piano terra deve essere ‘attivo’ e includere servizi e usi sostenibili per la comunità. La sfida del progetto sarà l’integrazione delle nuove modalità d’uso del patrimonio con nuovi requisiti di sostenibilità in un contenitore edilizio che deve essere conservato.
“Far parte di questo concorso internazionale per reinventare le aree ferroviarie e il cuore di Bologna – commenta il sindaco Matteo Lepore – è una grande opportunità e un grande onore per noi. Basta scorrere l’elenco delle città selezionate per capirne la rilevanza.
Rappresenta un ulteriore passo grazie al quale, in pochi mesi di mandato, siamo riusciti a sbloccare il tema delle aree ferroviarie la cui riqualificazione all’insegna della sostenibilità cambierà il volto della città. Diamo così ulteriore concretezza a due progetti chiave del mandato come la “Città della Conoscenza” e la missione delle 100 città a impatto climatico zero entro il 2030”.
“Dopo l’accordo con FS e il recente finanziamento dei Piani urbani integrati nell’ambito del PNRR – è il commento di Raffaele Laudani assessore con delega all’Urbanistica e al progetto Città della Conoscenza – compiamo oggi un nuovo importante passo verso la trasformazione delle aree ferroviarie e della città. La partecipazione a questo bando è il naturale completamento del percorso di rigenerazione dell’ex scalo ferroviario del Ravone avviato con i Piani urbani integrati.
L’immobile di Via Don Minzoni è inoltre un elemento chiave nell’ambito della Città della Conoscenza per la sua collocazione in pieno centro storico vicino ad alcune importanti sedi universitari, al Distretto delle arti, al MAMbo e alla Cineteca e a poche centinaia di metri dall’ex scalo ferroviario del Ravone”.
Riproduzione riservata © Copyright La Milano