La birreria Tortuga di Milano: un clima piratesco in uno storico angolo aggregativo

In Via Burlamacchi 1 a Milano un’insegna, raffigurante il vascello pirata, il celeberrimo “Tortuga”, e che si sporge dal muro, ci conduce all’entrata del locale, in zona Porta Romana a Milano, inoltrandoci in un’atmosfera tipica e originale, facendoci sentire subito in un clima accogliente e amichevole.

Originale risulta essere il menu con i vari panini che Tortuga dispone: a pgni nome di panino, che riprende termini della cultura marinaia e della navigazione, è abbinata un’illustrazione, disegnata a mano, ed esplicativa del nome dello stesso panino. Il locale è aperto anche a pranzo e fornisce ai propri clienti pietanze gustose di cucina tipica tradizionale, mentre la sera il Tortuga diventa un vero e proprio pub, nel senso letterale del termine, predisponendo birre alla spina di grande portata e altre birre in bottiglia artigianali, provenienti da diverse parti d’Europa.

Dal Tortuga è possibile anche gustare cocktail e vini di grande qualità, godendo, così, di un ottimo aperitivo o annaffiando un succulento panino farcito e preparato al momento. Non mancano serate culturali aggregative alla birreria Tortuga, tanto che il giovedì sera, spesso, gruppi musicali di vario genere, giovanili e indipendenti, si esibiscono in interessanti concerti, allietando la serata con note musicali coinvolgenti e di alto livello.

Il personale è molto accogliente, amichevole e affabile, mentre la clientela che frequenta il locale appartiene a diverse generazioni, risultando interessanti le serate di confronto attivo e amichevole tra persone dalle varie fasce di età: il locale è aperto dal 1982 e gli studenti universitari possono trovare un luogo piacevole, confortevole e dal sapore storico. Il sottofondo musicale, spesso pezzi celebri del rock anni 70 e anni 80, accompagna i piacevoli momenti passati nel locale.
Tortuga segna una pagina nella storia dei locali milanesi, tanto da sottolineare il piacere di trovare ogni ora del giorno la giusta atmosfera.

Articolo di Alessandro Rizzo