Sanremo 2024: Francesco Renga commuove l’Ariston, corre in platea e stringe la figlia in un abbraccio.
I cantanti, sul palco della 74esima edizione del Festival di Sanremo, non hanno solo infiammato la folla con le loro esibizioni, ma hanno anche condiviso qualche momento di leggera risata e sincera commozione.
Sanremo 2024: Francesco Renga commuove l’Ariston, corre in platea e stringe la figlia in un abbraccio.
Ieri, durante la serata delle cover, è stata la volta di Renga e Nek a chiudere la lunga staffetta di canzoni che ha riempito l’Ariston. I due artisti hanno proposto un medley dei loro brani più belli e rappresentativi: “Meravigliosa”, “Angelo”, “Fatti avanti amore” e “Laura non c’è”.
I cantanti, sul palco della 74esima edizione del Festival di Sanremo, non hanno solo infiammato la folla con le loro esibizioni, ma hanno anche condiviso qualche momento di leggera risata e sincera commozione.
Ormai con la piena consapevolezza della loro lunga e affermata carriera artistica, Nek e Francesco Renga decidono di non prendersi troppo sul serio, dedicando spazio anche al Fantasanremo. Grazie a loro, i partecipanti al gioco, riescono ad aggiudicarsi un bonus per essersi esibiti dopo l’una, un bonus per la borsetta rubata e un bonus per il bacio al pubblico.
Al termine del medley, il bresciano ha voluto dedicare l’esibizione sulle note di “Angelo”alla figlia Jolanda, che all’epoca aveva un anno. “Volevo dedicare questa canzone a mia figlia, che è in platea, quando ho vinto Sanremo aveva un anno e ora è una donna. Dove sei Danda, dove sei?», ha detto Renga, che ha poi raggiunto la figlia.
Dopo averla individuata le si avvicina, la stringe teneramente in un abbraccio dolce ed intenso, e le sfila la borsetta bianca per poi tornare di corsa verso il palco con il “bottino”, conquistando il “Bonus Pelù”.
Dal palco, Renga conclude poi la gag: “È tutto molto divertente, dietro le quinte c’è un clima bellissimo. Noi ci mettiamo volentieri in gioco, lo facciamo da sempre. Non abbiamo nulla da dimostrare se non goderci il momento che il festival ci offre. Lo facevamo già separatamente, ma insieme è meglio. Essere qui in due, essere amici, permette di avere anche una responsabilità condivisa”.
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