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Padova, l’evento in occasione dei 30 anni dall’invasione di Sarajevo

Martedì 5 aprile si è tenuto l'evento “Padova chiama Sarajevo: 30 anni insieme per la pace. Progetti ed esperienze di cooperazione per un futuro senza guerre”

Padova, l’evento in occasione dei 30 anni dall’invasione di Sarajevo.

Martedì 5 aprile, al Centro Culturale Altinate San Gaetano, alle ore 9.00, si è tenuto l’eventoPadova chiama Sarajevo: 30 anni insieme per la pace. Progetti ed esperienze di cooperazione per un futuro senza guerre” organizzato dal Comune di Padova e Banca Etica con il patrocinio del Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca”, e la collaborazione dell’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e del Centro per la Cooperazione Internazionale.

Un’occasione non solo per riflettere su che cosa è accaduto 30 anni fa, esercitare memoria e ricordare cosa è in corso oggi, ma per discutere del significato della ricostruzione post bellica, con un focus sulle forme di microcredito per favorire imprenditorialità femminile e legata a progetti agricoli che rilancino il tessuto sociale nelle campagne.

Erano presenti l’assessora Francesca Benciolini, la Sindaca di Sarajevo Benjamina Karić , la Presidente di Banca Etica Anna Fasano, laDirettrice del Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” Gabriella Salviuloe durante la giornata interverranno, tra gli altri, Don Albino Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace, Stefano Baldussi di Banca Etica e Benedetto Zaccaria, Università di Padova.

Durante la giornata si è tenuta la” Tavola Rotonda Di Pace e di Futuro – racconti ed esperienze per andare oltre le guerre” in cui sono intervenuti:

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– Elma Zukić – Presidente di AMFI, Associazione delle Istituzioni di Microfinanza della Bosnia ed Erzegovina

– Grazia Sgarra – Dirigente Ufficio VII AICS, Soggetti di Cooperazione, Partnership e Finanza per lo Sviluppo, Ministero Affari Esteri

– Radmila Žarković – Cooperativa Zajedno (Insieme), produttrice delle “marmellate di pace”, Bratunac (Bosnia ed Erzegovina)

– Brunilda Isaj – Segretaria Generale AMA, Albanian Microfinance Association, Tirana (Albania)

– Katarzyna Pawlak – CEO Microfinance Center, Varsavia (Polonia)

Modera la giornata Davide Sighele, Osservatori Balcani e Caucaso.L’assessora alla Cooperazione, Diritti Umani e Pace Francesca Benciolini dichiara: “All’inizio della guerra in l’Ucraina qualcuno ha affermato che fosse il primo conflitto armato su suolo europeo dopo la seconda guerra mondiale. Questo ci dice quanto sia facile dimenticare quanto è accaduto anche solo 30 anni fa e quanto sia importante fare memoria.

Proprio da Padova partirono allora le carovane della pace che, grazie all’intuizione dei Beati i Costruttori di Pace e all’adesione di tante realtà pacifiste, coinvolsero molte persone che raggiunsero i Balcani unendo il nostro territorio a Sarajevo, con l’idea che le guerre non possano essere la soluzione dei conflitti ma che sia fondamentale cercare di prevenirli e individuare soluzioni di dialogo e pace.

L’esperienza dei Balcani ci ricorda in maniera forte l’importanza dell’azione internazionale e oggi, tornare a quel conflitto, ci aiuta a leggere in modo diverso quanto sta avvenendo in Ucraina. Proprio in  questi giorni è partita peraltro la prima carovana della pace verso il territorio ucraino, che ha come obiettivo non tanto e non solo gli aiuti alle persone, quanto il ribadire la necessità di istituzioni forti capaci di risolvere le tensioni attorno a un tavolo e non con le bombe.

Anna Fasano, presidente di Banca Etica dichiara: “La finanza etica è nata in Italia alla fine degli anni novanta proprio dalla spinta dei movimenti pacifisti che volevano dare vita a una banca che rifiutasse di investire nel business delle armi che purtroppo ancora oggi è all’origine dei conflitti violenti che portano distruzione a tanti e lauti profitti per pochi.

Ricordare quello che è successo a Sarajevo mentre assistiamo attoniti a quello che sta succedendo in Ucraina rafforza il nostro impegno per mettere la finanza al servizio di un’economia di pace che sottrae risorse a chi distrugge il pianeta e viola i diritti umani e le mette invece a disposizione di chi fa crescere progetti di cooperazione, accoglienza, tutela dell’ambiente.

Sono sempre di più le persone e le organizzazioni che scelgono la finanza etica perché credono che il risparmio e gli investimenti possano e debbano essere orientati verso progetti per il bene comune. Il microcredito è uno degli strumenti più efficaci con cui sosteniamo lo sviluppo e la crescita delle persone più fragili in aree complesse come i Balcani“.

Marco Mascia, del Centro di Ateneo per i Diritti Umani Antonio Papisca dichiara: “La guerra dei Balcani non ha insegnato nulla agli stati membri dell’Unione Europea e alla stessa Unione Europea. Le tremende, strazianti immagini di morte e distruzione che arrivano dall’Ucraina e che entrano nelle nostre case ci dicono ancora una volta che con la guerra tutto è perduto.

Le guerre si possono evitare. Sono sempre una scelta. La guerra non è una soluzione, i colloqui di pace inclusivi e in buona fede, le negoziazioni sono la soluzione. Non ci sono alternative al negoziato politico. Anzi, la sola alternativa al negoziato è la guerra totale. La storia più recente ci insegna che ormai le guerre non si vincono più e che il negoziato è l’unica strada per salvare decine di migliaia di persone dalla morte certa.

Non esiste una violenza giusta così come non esiste una guerra giusta. Oggi, diversamente da ieri, la comunità internazionale ha gli strumenti per risolvere pacificamente i conflitti: il diritto e l’organizzazione internazionale. Bisogna fermare una volta per tutte i signori della guerra e i killer della speranza che continuano a buttare benzina sul fuoco.

Come trent’anni fa a Sarajevo, anche oggi i governi occidentali e la NATO si stanno dimostrando incapaci a fermare l’escalation e a garantire la pace.

Come ha scritto Papa Francesco nell’enciclica Fratelli Tutti “Bisogna assicurare il dominio incontrastato del diritto e l’infaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici e all’arbitrato, come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite, vera norma giuridica fondamentale”.

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