Milano, #EstateAlCastello: dal 20 luglio appuntamento con “Santo Piacere. Dio è contento quando godo” di Giovanni Scifoni
Un flusso di coscienza tempestoso e irresistibile per avventurarsi tra vizi, ragioni e sentimenti della fauna umana, alle ore 21 al Castello Sforzesco.
Milano, #EstateAlCastello: dal 20 luglio appuntamento con “Santo Piacere. Dio è contento quando godo” di Giovanni Scifoni.
Dopo l’esilarante format di Serena Dandini, giovedì 20 luglio è in programma il secondo appuntamento organizzato dal Teatro Carcano di Milano per #EstateAlCastello all’interno del palinsesto Milano è Viva 2023, il calendario di eventi organizzato dal Comune di Milano per l’estate milanese. Giovedì 20 luglio alle ore 21 è la volta di “Santo Piacere. Dio è contento quando godo”, di e con Giovanni Scifoni, un flusso di coscienza tempestoso e irresistibile per avventurarsi tra vizi, ragioni e sentimenti della fauna umana.
Giovedì 20 luglio ore 21 Castello Sforzesco
SANTO PIACERE
di e con Giovanni Scifoni
regia Vincenzo Incenzo
danzatrice Anissa Bertacchin
produzione Viola Produzioni S.r.l.
Non c’è sesso senza amore è solo il riff di una canzone o una verità assoluta? Come la mettiamo con il VI Comandamento? Tutti dobbiamo fare i conti con la nostra carne e troppo spesso i conti non tornano. Anima e corpo sono in guerra da sempre, alla ricerca di una agognata indipendenza. Come in tutte le guerre, nel tempo mutano le strategie e i rapporti di forza. Ma noi, credenti, bigotti o atei incalliti, continuiamo ad inciampare nelle nostre mutande, tra dubbi e desideri. Scifoni ha un piano: porre fine all’eterno conflitto tra Fede e Godimento e fare luce su una verità definitiva e catartica, dove l’anima possa ruzzolarsi sovrana nel sesso e il corpo finalmente abbracciare l’amore più puro, in grazia di Dio.
Sequestra così per un’ora il mezzo il pubblico e lo pone al centro di un esperimento unico e irresistibile, avventurandosi tra vizi, ragioni e sentimenti della fauna umana, oscillando come un esilarante pendolo tra gli estremi del sesso e della Fede, in metamorfosi continua tra i suoi personaggi, il morigerato Don Mauro schiavo di un catechismo improbabile, e l’illuminato Rashid, pizzettaio musulmano modernista. In un flusso di coscienza tempestoso e irresistibile, alto e comico al contempo, Scifoni fa rimbalzare Papi e martiri, santi e filosofi, scimmioni primitivi e cardinali futuribili, anni ’80 e Medioevo, dribblando continuamente la tentazione di un meraviglioso e furastico corpo femminile che incombe sulla scena a intervalli regolari per saggiare l’effettiva disintossicazione da sesso del pubblico; liberandosi di pregiudizi, luoghi comuni e vestiti, Scifoni ci trascina seminudo a riva con l’ultimo sorprendente quadro, che sembra mettere finalmente d’accordo Piacere e Santità: un ballo lento degli affetti e dei ricordi che ci farà uscire, dopo tante risate, con le lacrime della commozione.
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