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Milano Design Week: Neuronature, il progetto che unisce Tecnologia e Natura. Un percorso multisensoriale in una foresta primordiale

Fino alla conclusione della Design Week milanese, il Listone Giordano Arena, un luogo di creazione in cui i progetti legano natura e genialità, si trasforma in una foresta indoor per offrire ai visitatori un’esperienza rigenerante a diretto contatto con il mondo vegetale.

Milano Design Week: Neuronature, il progetto che unisce Tecnologia e Natura. Un percorso multisensoriale in una foresta primordiale.

 

Nella cornice della Listone Giordano Arena, il progetto innovativo Neuronature, un’iniziativa unica, un viaggio sensoriale nella natura e nella storia del pianeta.

Fino alla conclusione della Design Week milanese, lo spazio di Listone Giordano dedicato alle iniziative culturali si trasforma in una foresta indoor, offrendo a visitatori una rigenerante esperienza a diretto contatto con il reame vegetale.

L’ipotesi che ha guidato la progettazione è che una permanenza di circa 15 minuti all’interno del percorso possa apportare significativi benefici misurabili sul piano fisiologico, cognitivo ed emotivo. All’interno di Arena prende dunque vita un embrione – evocativo e simbolico – di FORESTA PRIMORDIALE.

Milano, Neuronature è il progetto che unisce Tecnologia e Natura in occasione della Design Week: un percorso multisensoriale in una foresta primordiale.

L’innovazione: il caschetto neuronale e la psicologia dell’abitare.

Il percorso “a piedi nudi” è reso ancora più immersivo dall’uso di tecnologici “caschetti neuronali” messi a disposizione dal dipartimento di “Psicologia Ambientale” dell’Università di Padova, una prestigiosa collaborazione grazie alla quale sarà possibile una restituzione virtuale del tracciato prodotto durante l’esperienza rigenerante che stimola vista, udito, tatto e olfatto.

“La cultura è alla base di questo progetto. Questo progetto è una foresta primordiale, quella che noi avremmo trovato sulla Terra 450 milioni di anni fa.  Quando le alghe sono venute sulla terraferma e sono diventate piante, è avvenuto il primo processo: la vita. Le piante hanno dimostrato che essendo l’origine della vita, ci possono dare una reale opportunità di prosecuzione: il pianeta continuerà ad esistere, è la specie umana che avrà qualche difficoltà se non attuiamo un cambiamento. Quindi è importante tornare alle origini di quello che la specie umana ha potuto avere da questa naturadice Nicola Cherubini di Listone Giordano- Questo è un esercizio di sensibilizzazione, molto coraggioso perchè legato alle neuroscienze che sperimentiamo domandandoci cosa accada quando l’uomo e la natura entrano in relazione. Oggi ci sono tecnologie che ci consentono di sperimentarlo. Con l’Università di Padova esploriamo il benessere negli ambienti costruiti, cioè quale può essere il futuro dell’ambiente creato dall’uomo. Quindi una promessa di benessere che vogliamo regalare e che diamo come sensibile messaggio alla Design Week”.

“Si tratta di un ambiente progettato per offrire pause rigenerative. Cosa vuol dire pause rigenerative? Vuol dire diminuire lo stress, ristabilire le facoltà attentive e cognitive; quindi, se stai lavorando e banalmente ti stanchi, una pausa di 5 minuti in quest’ambiente fa sì che recuperi – spiega Giuliana Salmaso, del Dipartimento di psicologia ambientale dell’Università di Padova

Il progetto qui è presentato in realtà virtuale. Quello che poi vorremmo fare è realizzarlo completamente, costruirlo questo ambiente. Noi sappiamo che la forma, la cura dello spazio, il tipo di tatticità, i materiali utilizzati, i suoni, i profumi, tutta una serie di parametri, se ben composti fanno sì che l’ambiente rigeneri.

Le piante e la foresta primordiale è un ambiente ideale perchè si inserisce in un grande tema che è come fare in modo che lo spazio indoor sia rigenerante. Perchè noi sappiamo dalla ricerca scientifica che l’essere umano sta bene quando è immerso nella natura, ma sappiamo anche dalla statistica che quando si arriva a 90 anni, 81 li abbiamo trascorsi indoor. Quindi come  fare in modo che l’ambiente indoor sia rigenerativo tanto quanto una passeggiata nella natura? Da qui nasce tutto questo filone di scienza, ricerca e di psicologia ambientale appunto unita all’architettura per far sì che la progettazione sia efficace, affinché l’essere umano stia meglio. Ecco quindi le piante indoor, i materiali naturali, i materiali naturali trattati in modo tale da offrire al tatto un certo tipo di sensazione, i profumi, i suoni, cioè la composizione dell’ambiente a livello multisensoriale”.

 

Le prime grandi tappe nell’evoluzione delle piante terrestri furono lo sviluppo di briofite e di pteridofite. Le briofite sono le piante terrestri più semplici, comprendono i muschi e le epatiche, minuscole piante che popolano le aree umide del sottobosco o quelle vicino alle sorgenti. I muschi formano soffici cuscinetti sui tronchi di alcuni alberi o sulle rocce, in zone ombreggiate o lungo il corso dei fiumi. Le pteridofite sono piccole piante, che hanno sviluppato una serie di adattamenti per occupare con successo ambienti lontani dall’acqua. Sono più complesse delle Briofite perché hanno un sistema di vasi conduttori; sono comunque considerate primitive perché il loro embrione non forma un seme ma spore. Esse comprendono le felci, i licopodi e gli equiseti.

 

Sergio Costanzi, architetto paesaggista, illustra così l’ambiente naturale ricreato: “Abbiamo voluto proprio ricreare l’atmosfera della foresta primordiale andando ad utilizzare piante di felci arboree antartiche per la precisione, queste piante primordiali che insieme ai muschi e ai licheni sono una delle prime tipologie di piante sviluppatesi sulla Terra, grazie anche all’utilizzo di una sabbia nera per andare a ricreare quell’effetto di una cenere vulcanica data dall’esplosione e dalla formazione del pianeta.

Tutto questo per andare a riproporre, a capire e mappare quali sono i benefici che il verde apporta interagendo col cervello umano. .

Qui abbiamo ricreato una sorta di isola che abbiamo voluto definire “cellula di vegetazione”, nella quale le persone possono andare a sperimentare il contatto con le specie vegetali.”

 

Design del Benessere

Il progetto nasce dall’enunciato iniziale – necessario e non scontato – di quella “promessa di benessere” cara ai partner di Arena, raggiungibile anche grazie all’utilizzo di materiali naturali – quali legno, pietra, terracotta ed immateriali come la luce e il suono – che gioca un ruolo fondamentale dell’intera esperienza – al dialogo aperto con l’affascinante mondo delle piante.  Il desiderio comune di aiutare le persone a “stare meglio” getta le fondamenta per questo aprile di design, scelta radicale che cala nella realtà quelle teorie e studi inerenti alla biofilia di Wilson e alla rigeneratività ambientale, dalle quali è possibile trarre indicazioni su quali caratteristiche dell’ambiente costruito siano in grado di facilitare il recupero dallo stress e dall’affaticamento mentale

 

Spazio Arena: il crocevia tra Arte, Design e Cultura

Ubicato nella centralissima via Santa Cecilia 6 a Milano e progettato dall’architetto Michele De Lucchi, è un luogo non solo per la presentazione dei prodotti dell’azienda, ma di discussione, di confronto e di apprendimento sui grandi temi della natura, del legno e della sensibilità umana.  L’edificio, che negli Anni ’30 ospitò il mitico Ristorante “La Penna D’oca” (culla della cucina futurista) progettato dal grande Giò Ponti, conserva tracce dell’affaccio sul Naviglio che una volta correva in via San Damiano. Le finestre si aprivano direttamente sull’acqua in una Milano completamente diversa. Anticamente, Arena era una sostra, luogo deputato al deposito di carbone, in un palazzo settecentesco ubicato su quella che un tempo era la cerchia dei navigli. Una delicata operazione di recupero ne ha riportato alla luce la possanza degli spazi e le sue qualità architettoniche fatta di colonne, grandi archi, soffitti voltati, pilastri in pietra che definiscono un involucro di proporzioni rinascimentali.

Qui è stato ricavato un anfiteatro aperto dove poter organizzare presentazioni, conferenze ed esposizione dei prodotti.  Protagonista assoluto, il design dei materiali in ogni sua forma con partner d’assoluto prestigio. Dai maestri della lavorazione del vetro borosilicato soffiato a bocca di Blueside Emotion Design, alle illuminazioni scenografiche e architetturali di Panzeri e Simes, dalla forza della pietra delle cucine di Vaselli alla duttile versatilità della terra cruda di Matteo Brioni per arrivare a Paghera con i suoi allestimenti e, naturalmente, a Listone Giordano, icona delle pavimentazioni lignee d’alta gamma famose in tutto il mondo. Partner che, ciascuno con le proprie caratteristiche, rendono questo spazio ideale per raccontare i mutamenti e le tendenze dell’abitare sia da punto di vista architetturale che culturale.

Milano, Neuronature è il progetto che unisce Tecnologia e Natura in occasione della Design Week: un percorso multisensoriale in una foresta primordiale.

 

 

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