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Milano, alla Fondazione Prada “Who the Bær” di Simon Fujiwara

Apre al pubblico sabato 15 ottobre “Who the Bær” di Simon Fujiwara, una mostra presentata da Prada e organizzata con il supporto di Fondazione Prada a Prada Aoyama Tokyo. Il quinto piano dell’edificio progettato da Herzog & de Meuron ospita fino al 30 gennaio 2023 una versione inedita del progetto esposto per la prima volta alla Fondazione Prada a Milano nel 2021.

Milano, alla Fondazione Prada “Who the Bær” di Simon Fujiwara.

Who the Bær è un personaggio dei cartoni animati creato dall’artista e ispirato al mondo delle fiabe, della letteratura fantasy, dell’animazione e dei parchi a tema. “Who”, come viene chiamat*, sembra non aver ancora sviluppato una forte personalità o istinti propri. Non ha un’identità, un genere e una sessualità definiti e non ha acquisito un aspetto preciso in quanto entità in continuo divenire. Who è consapevole solo di essere un’immagine e cerca di definirsi percorrendo un Whoniverse di rappresentazioni. Il mondo di Who the Bær è un ambiente piatto, online, visivo, pieno di infinite potenzialità.

Attraverso il percorso di formazione di Who, Simon Fujiwara esplora una pluralità di temi appartenenti a vari contesti: dalla crisi climatica all’appropriazione culturale, dalla chirurgia estetica all’arte pop. La mostra “Who the Bær” può essere interpretata come uno specchio distorto della nostra società ossessionata dallo spettacolo, dall’auto-rappresentazione e dalla ricerca del “vero io”.

Una serie di nuovi disegni, collage, sculture e animazioni introduce il pubblico giapponese a Who the Bær nella perenne ricerca di un sé autentico. L’allestimento della mostra si sviluppa in una successione di aree delimitate da tappeti color pastello. Queste sezioni tematiche si concentrano sui diversi aspetti di Who segnando le tappe del caotico viaggio di cui è protagonista.

Come nelle fiabe, la storia di Who inizia con un collage di grandi dimensioni che raffigura la copertina di un libro dal titolo “Who is Who?”, la prima delle tante domande sollevate dalla mostra. L’animazione in stop motion Hello Who? introduce il pubblico alle questioni filosofiche, di identità e di autenticità che Who deve affrontare nel suo viaggio attraverso diversi contesti culturali e geografici. Una serie di disegni spontanei, dall’aspetto infantile e simili a meme rappresenta l’abilità di Who nel trasformarsi in qualunque momento in un’identità sempre diversa. Dal punto di vista di Who the Bær, le personalità umane sono semplicemente un insieme di codici estetici, di umori e di stili che possono essere liberamente manipolati e combinati utilizzando la logica dei social media e della performatività online.

Attraverso i desideri irrefrenabili di un cartoon con le sembianze di un* ors*, sperimentiamo il mondo esterno come fosse un repertorio di rappresentazioni stereotipate e possibili scenari per avventure sempre nuove. All’interno della mostra i visitatori accedono a una serie di Whoseum: musei e depositi dell’immaginario di Who the Bær. Il primo, “Whoseum of Anthropology”, ospita collage, installazioni e sculture che imitano artefatti africani, asiatici ed egiziani nei quali è inscritta la figura di Who the Bær. Questi oggetti naïf e cartooneschi esplorano temi complessi come l’appropriazione culturale, la restituzione e il saccheggio coloniale attraverso i desideri narcisistici e autoreferenziali di Who the Bær. Nel “Whoseum of Art”, Who ritrova se stesso rappresentato in iconici capolavori della storia dell’arte. In queste opere apparentemente giocose Who the Bær è artista, musa, opera d’arte, spettatore e anche Whoseum, in una fantasia che diventa oscura e totalitaria. In un’altra serie di dipinti delicati e nostalgici Who è il protagonista delle classiche fiabe per bambini. Il viaggio attraverso il Whoniverse si conclude con la più grande rappresentazione fisica tridimensionale di Who the Bær: la scultura robotica Who’s Only Whoman? (2021).

Milano, alla Fondazione Prada “Who the Bær” di Simon Fujiwara

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