Grosseto, le statue viventi raccontano l’affidamento familiare
Una giornata al museo per conoscere il Centro affidi
Grosseto, le statue viventi raccontano l’affidamento familiare.
Una giornata al museo per conoscere il Centro affidi: questa l’iniziativa promossa dal Comune di Grosseto e dal Coeso Società della Salute, per celebrare i 40 anni dalla legge 184 che lo ha istituito, il 4 maggio 1983.
Per l’occasione il Museo archeologico e d’arte della Maremma ha accolto quasi 100 studenti del territorio comunale coinvolti in un percorso museale alternativo, in cui hanno potuto conoscere l’affidamento familiare attraverso la voce di 9 “statue viventi”: famiglie affidatarie, giovani affidati e operatori del Coeso Società della Salute.
«L’ iniziativa nasce con la volontà di promuovere una forma di amore gratuito – commenta Tania Barbi, direttrice del Coeso SdS –. Grazie all’affidamento familiare si aprono le porte della propria casa e della propria famiglia ad un minore che, temporaneamente, si trova in difficoltà, dando un aiuto concreto per la sua crescita armonica».
Chiunque può dare la propria disponibilità ad accogliere un minore in affidamento familiare rivolgendosi al Centro affidi del Coeso SdS. Al momento, sono 26 i bambini e i ragazzi in affidamento familiare. Di questi, 22 sono affidamenti stabiliti dall’autorità giudiziaria e 4 sono invece consensuali; 24 sono a tempo pieno, e prevedono, quindi, che il minore viva con gli affidatari, mentre 2 sono part-time, ovvero avvengono per alcune ore al giorno o alla settimana.
Dei ragazzi in affido familiare, 10 hanno un’età compresa tra 15 e 17 anni, 8 sono tra gli 11 e i 14 anni, 4 tra i 6 e i 10 anni e 4 hanno meno di 5 anni.
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