Barocco Festival, “Sulla strada da Napoli e Vienna”
Venerdì 9 settembre nella chiesa di Sant'Anna a Lecce
Barocco Festival, “Sulla strada da Napoli e Vienna”
Il “Barocco Festival Leonardo Leo” supera i confini provinciali e venerdì 9 settembre, alle ore 21, approda a Lecce nella chiesa di Sant’Anna con il concerto “Sulla strada da Napoli a Vienna” del trio romano “Séikilos”. Intensi furono i rapporti culturali che unirono nel Settecento Napoli e Vienna, entrambe capitali di regni, poste culturalmente a confronto.
Un vivace intreccio di scambi letterari e pittorici, oltre che teatrali e musicali, legò Napoli all’Austria raggiungendo l’apice nel periodo di Maria Carolina, regina di Napoli e figlia di Maria Teresa. Protagonista del programma il clarinetto barocco, proposto sui palcoscenici d’Europa dalle operose botteghe napoletane, che Vivaldi e Telemann conoscevano bene e utilizzarono in diversi lavori.
Nei primi tre decenni del Settecento si compie a Napoli una svolta radicale nella cultura, nel gusto e nelle arti. Un mutamento che ha origine nel ribaltamento istituzionale che si verifica a partire dal 1707, quando alla dominazione spagnola subentra quella austriaca, relativamente più libera e progressista.
Quando nel 1734 termina il dominio austriaco e viene creato un regno autonomo sotto la guida illuminata di Carlo III di Borbone, si accelera il ritmo del cambiamento e Napoli diventa uno dei centri culturali più importanti del continente europeo, dove si affermano riforme amministrative ed economiche di segno spiccatamente antifeudale e anticuriale.
Un analogo fervore investe anche l’arte, nella quale si recuperano nuovi contenuti che si riallacciano alla ricca letteratura dialettale seicentesca, in grado di generare una svolta salutare anche in campo musicale.
La musica cessa così di essere appannaggio di una cerchia chiusa e ristretta, aprendosi a una più ampia fruizione. Lo attesta il rapido sorgere di nuovi teatri che, se da un lato soddisfano l’esigenza di uno spazio scenico nel quale il sovrano possa celebrare se stesso e la sua corte, come il San Carlo di Napoli, dall’altro con luoghi di minor fasto e prestigio, come il Teatro dei Fiorentini, il Teatro Nuovo o il Teatro della Pace, vengono incontro alla passione sempre più dilagante per la commedia per musica, che può considerarsi il simbolo di una nuova visione estetica in cui si condensano e sintetizzano le nuove istanze culturali.
Non ci sono soltanto strade, autostrade, rotaie che uniscono l’Italia all’Austria. Un canale speciale di comunicazione è quello culturale, prova ne è lo stato di forte contaminazione tra i linguaggi d’arte dei due Paesi.
Una strada è offerta dalla musica, la cui tensione supera persino le barriere linguistiche e può essere compresa senza difficoltà da una parte e dall’altra del confine. Prima della straordinaria fioritura artistica poi mitizzata nel termine “classicismo”, Vienna era ancora “provincia italiana”: sotto Ferdinando II la maggior parte dei musicisti della Hofmusikkapelle proveniva dall’Italia. La banda di corte fiorì sotto i successivi imperatori fino al 1740 circa, finché Maria Teresa e Giuseppe II decisero di limitarne l’uso alla musica sacra, e Antonio Salieri, che insegnò a Beethoven, fu l’ultimo direttore di corte italiano.
Nell’ultimo trentennio del Settecento il ruolo dell’Italia come fulcro dell’Europa musicale si avviò al declino contestualmente all’ascesa della triade viennese – Haydn, Mozart e Beethoven – che non era isolata ma rappresentava la punta più avanzata di molteplici esperienze musicali e di un’intera generazione di autori, in parte provenienti dalla cosiddetta scuola di Mannheim, in parte attivi come pianisti e compositori nella capitale austriaca.
L’attivismo frenetico della Vienna della seconda metà del Settecento si specchiava nella disponibilità dei mecenati e nell’intensa presenza esecutiva dei concerti pubblici, in particolare di quelli organizzati nel periodo di Natale.
I biglietti sono disponibili nel luogo del concerto. Ticket euro 3 – Info T. 347 060 4118.
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