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Vertice Trump–Zelensky a Mar-a-Lago: sul tavolo Donbas, Zaporizhzhia e le garanzie di sicurezza.

Donbas, Zaporizhzhia e garanzie di sicurezza al centro del vertice tra Trump e Zelensky in Florida.

Vertice Trump–Zelensky a Mar-a-Lago: sul tavolo Donbas, Zaporizhzhia e le garanzie di sicurezza.

MAR-A-LAGO (Florida) – Un nuovo, delicato capitolo della diplomazia internazionale si è aperto nella serata di oggi con l’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky nella residenza del presidente statunitense a Mar-a-Lago. Al centro del faccia a faccia, iniziato intorno alle 19:30 ora italiana, il piano in venti punti presentato dal presidente ucraino per arrivare alla fine della guerra con la Russia, con particolare attenzione a Donbas, Zaporizhzhia e garanzie di sicurezza.

Il piano, illustrato da Zelensky già lo scorso mese e concordato con i mediatori statunitensi, resta però privo di una risposta ufficiale da parte di Mosca, mentre sul terreno continuano gli scontri e i bombardamenti.

Tono cordiale, ma dichiarazioni prudenti

Prima di entrare nella villa, Trump e Zelensky hanno risposto brevemente alle domande dei giornalisti. I toni sono apparsi cordiali, ma le dichiarazioni sono rimaste volutamente generiche.
Trump ha parlato di un incontro che si aspetta “molto positivo”, sostenendo che i negoziati sarebbero ormai “nelle fasi finali”, pur precisando di non avere una scadenza temporale per la conclusione delle trattative.

È previsto che, al termine del vertice, i due leader tornino a parlare con la stampa, dopo consultazioni telefoniche di Trump anche con alcuni leader europei.

La telefonata con Putin e le tensioni su Kiev

Poco prima dell’arrivo di Zelensky, Trump aveva scritto sul social Truth di aver avuto una “telefonata molto produttiva” con il presidente russo Vladimir Putin, annunciando l’intenzione di richiamarlo dopo l’incontro di Mar-a-Lago.

Solo il giorno precedente, però, Zelensky aveva accusato apertamente Putin di non negoziare in buona fede, dopo che l’esercito russo aveva lanciato un massiccio bombardamento su Kiev, poche ore dopo l’annuncio del vertice in Florida. Il presidente ucraino aveva inoltre denunciato il rifiuto russo di accettare un cessate il fuoco per il giorno di Natale.

Davanti ai giornalisti, Trump ha evitato critiche dirette al Cremlino, sostenendo che Putin sarebbe interessato a un accordo e ricordando come anche l’Ucraina continui a colpire obiettivi in territorio russo.

I nodi centrali del piano di pace

Sono almeno tre le questioni più complesse del piano di Zelensky che con ogni probabilità hanno dominato il colloquio di Mar-a-Lago.

Garanzie di sicurezza. Kiev chiede impegni chiari e vincolanti da parte degli alleati occidentali per prevenire futuri attacchi russi, un punto che finora ha incontrato molte resistenze diplomatiche.

Centrale nucleare di Zaporizhzhia. L’impianto, il più grande d’Europa, si trova in territorio occupato dai russi ed è considerato uno dei dossier più delicati dal punto di vista strategico e della sicurezza internazionale.

Donbas. Il nodo principale resta la sovranità delle regioni orientali di Donetsk e Luhansk. Attualmente Mosca controlla il 99% di Luhansk e oltre l’80% di Donetsk. Putin pretende la cessione integrale di entrambe le regioni, comprese le aree mai conquistate militarmente, una richiesta che Zelensky ha sempre definito irricevibile. Nel piano di novembre, il presidente ucraino ha avanzato un possibile compromesso: ritiro simultaneo degli eserciti e creazione di una zona demilitarizzata, i cui dettagli restano però da negoziare.

Ricostruzione e vantaggi economici

Un ulteriore tema sul tavolo riguarda la ricostruzione dell’Ucraina. A Mar-a-Lago è presente anche il ministro dell’Economia ucraino Oleksii Sobolev, segnale dell’importanza attribuita agli aspetti finanziari del dopoguerra.

Trump ha lasciato intendere che un eventuale accordo potrebbe includere “grossi vantaggi economici” per Kiev, sottolineando come il Paese abbia “molto da ricostruire” dopo quasi tre anni di conflitto.

Un rapporto complesso tra Trump e Zelensky

L’incontro di Mar-a-Lago rappresenta la prima visita di Zelensky nella residenza privata di Trump, ma è già il quarto faccia a faccia tra i due leader da quando Trump è tornato alla Casa Bianca nel gennaio 2025.

Il loro rapporto resta segnato da forti alti e bassi: dal disastroso incontro di febbraio, in cui Zelensky era stato duramente attaccato anche dal vicepresidente J.D. Vance, al vertice più disteso di agosto con la mediazione dei leader europei, fino agli incontri di ottobre e all’Assemblea generale dell’ONU a settembre.

Un vertice decisivo, ma senza certezze

Il colloquio di Mar-a-Lago si inserisce in una fase cruciale della guerra in Ucraina, tra segnali di apertura diplomatica e nuove escalation militari. Se davvero i negoziati fossero entrati nella fase finale, come sostiene Trump, restano comunque molti nodi irrisolti e una variabile determinante: la reale disponibilità della Russia a scendere a compromessi.

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