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Tema migranti: trovato l’accordo tra i 27 al Consiglio Affari Interni per approvare il nuovo Patto sulla migrazione

L'intesa arriva dopo un'altra giornata di serrate trattative, le norme vanno a comporre il nuovo Patto sulla migrazione

Tema migranti: trovato l’accordo tra i 27 al Consiglio Affari Interni per approvare il nuovo Patto sulla migrazione

Trovato l’accordo tra i 27 al Consiglio Affari Interni per approvare i due pacchetti legislativi sulle procedure di frontiera e sulla gestione dell’asilo.
Le norme vanno a comporre il complesso mosaico di provvedimenti di cui si compone il nuovo Patto sulla migrazione.

Dall’Italia – rappresentata al Consiglio Affari Interni del Lussemburgo dal ministro Matteo Piantedosi – era venuta una pubblica richiesta di negoziati ulteriori su alcuni punti ritenuti chiave per poter rendere la riforma attuabile: una posizione negoziale giudicata “dura” da alcune fonti diplomatiche ma “legittima”. E qui sono scattate le trattative.

Con la luce verde dei 27 il Consiglio ha stabilito il suo mandato negoziale: per l’approvazione definitiva si dovrà trovare una posizione comune con il co-legislatore, il Parlamento Europeo. Il nodo finale era trovare un testo soddisfacente sulla definizione dei Paesi terzi sicuri dove sarà possibile inviare i migranti che non ricevono asilo.

“L’Italia ha avuto una posizione di grande responsabilità e ha trovato corrispondenza da altri Paesi: abbiamo cercato di rendere attuabili le procedure di frontiera, processo che noi riteniamo debba andare avanti. Riteniamo che sia un giorno in cui parte qualcosa e non solo sia un giorno di arrivo”, ha detto Piantedosi dopo l’accordo.

“L’Italia ha ottenuto il consenso su tutte le proposte avanzate nel corso del Consiglio odierno – ha aggiunto il ministro -. In primis, abbiamo scongiurato l’ipotesi che l’Italia e tutti gli Stati membri di primo ingresso venissero pagati per mantenere i migranti irregolari nei propri territori: l’Italia non sarà il centro di raccolta degli immigrati per conto dell’Europa. Siamo riusciti ad ottenere un quadro giuridico di riferimento per possibili intese con Paesi terzi sicuri e abbiamo altresí evitato che venissero poste delle limitazioni che avrebbero escluso alcuni Paesi”.

“È stata una giornata impegnativa – ha aggiunto Piantedosi . Questo è un luogo di mediazione e siamo soddisfatti. Oggi abbiamo ottenuto una concreta solidarietà dell’Unione Europea, con meccanismi di compensazione sui ritorni di Dublino e soprattutto abbiamo rifiutato l’opzione di compensazioni in denaro perché incompatibili con la dignità del nostro Paese e, al contrario, gli impegni finanziari dei Paesi che non faranno solidarietà diretta confluiranno in un fondo, gestito dalla Commissione, per attuare progetti concreti per la cosiddetta dimensione esterna”.

“Anche i termini di responsabilità del Paese di primo ingresso per i casi SAR sono stati ridotti grazie al nostro intervento. Per la prima volta i casi SAR sono considerati sotto la responsabilità dell’Unione europea. Infine, per quanto riguarda le procedure di frontiere, su cui l’Italia, a livello nazionale, ha precorso i tempi europei, con le misure introdotte dal Decreto Cutro, siamo riusciti ad ottenere la creazione di un sistema efficace di controllo europeo delle frontiere esterne.
Abbiamo anche ottenuto una clausola di revisione del sistema dopo un primo test di sostenibilità.
È stata, infine, raggiunta anche l’intesa su misure di sostegno finanziario per la realizzazione operativa (anche mediante infrastrutture) delle procedure di frontiera”.

“Volevamo che non passassero formulazione dei testi che depotenziassero la possibilità di fare accordi con Paesi terzi, sempre nell’attuazione della proiezione sulla dimensione esterna ha spiegato ancora Piantedosi –. È un compromesso che non lede il quadro giuridico internazionale”, ha precisato Pinatedosi confermando che si istituisce il principio che sarà lo Stato membro a decidere con quali Paesi stabilire accordi.

La premier Giorgia Meloni, arrivando alla masseria di Bruno Vespa, in Salento, ha detto che sui migranti “parlare dei movimenti secondari, se a monte non si affrontano quelli primari non sarà mai una soluzione. Perché – ha argomentato – significa tentare di risolvere i problemi scaricando sugli altri ma i problemi ce li abbiamo tutti. L’unico modo di affrontarli è risolverli alla partenza, per cui io sono soddisfatta di questo e di essere riuscita a far capire che c’è un modo di affrontare la questione insieme”.

“Sono soddisfatta – ha aggiunto – del viaggio di domenica, con la presidente von der Leyen e con il primo ministro olandese Rutte, in Tunisia per affrontare una questione che è italiana ma anche europea, perché se non riusciamo a reggere i flussi migratori, il problema è di tutti”. Quindi ha concluso: “Mi pare che ci siano dei passi avanti, la buona volontà e la dedizione possono portare a passi avanti e io sono ottimista”.

“Per noi si tratta di un grande giorno: lanciamo un messaggio importante, quando siamo uniti siamo in grado di prendere decisioni non facili ma necessarie”. Lo ha detto la ministra svedese per l’Immigrazione Maria Malmer Stenergard sottolineando che l’accordo è passato con “ampio supporto”.

“Voglio ricordare che voi, nel Consiglio, avete ricostruito la fiducia, è qualcosa che si fa nel corso degli anni e questa è la ragione per cui si possono gestire negoziati difficili e trovare un compromesso. Abbiamo dimostrato che è possibile lavorare insieme sulla migrazione e siamo molto più forti quando lo facciamo”, ha affermato la commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson.

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