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Romania, tentativo di colpo di Stato: sei arrestati e l’espulsione di alcuni diplomatici russi

Le autorità romene arrestano sei persone per aver progettato un colpo di Stato filorusso. Espulsi due diplomatici russi.

Romania, tentativo di colpo di Stato: sei arrestati e l’espulsione di alcuni diplomatici russi

Le autorità romene hanno arrestato sei persone con l’accusa di aver pianificato un colpo di Stato per instaurare un governo filo-russo a Bucarest. L’operazione, condotta dall’Agenzia rumena contro la criminalità organizzata (DIICOT) con il supporto del Servizio di Intelligence romeno (SRI), ha rivelato la presenza di un gruppo paramilitare con stretti legami con Mosca.

Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe lavorato per minare la sovranità e l’indipendenza della Romania, compromettendo la sicurezza nazionale e la stabilità politica del Paese.

Il piano prevedeva:

  • la rimozione dell’attuale governo
  • lo scioglimento dei partiti politici
  • la creazione di un esecutivo composto da persone fedeli al governo russo.

Le indagini e i legami con Mosca

L’inchiesta ha svelato che il gruppo, fondato nel 2023, operava con una struttura di tipo militare e aveva l’obiettivo di negoziare il ritiro della Romania dalla NATO, modificare la Costituzione e cambiare simboli nazionali come la bandiera e l’inno.

Secondo il SRI, i membri della cellula avevano richiesto attivamente il supporto dell’ambasciata russa a Bucarest. Due dei sospettati si erano recati a Mosca nel gennaio scorso, dove avevano incontrato figure di spicco vicine al Cremlino per ottenere sostegno logistico e politico.

Le autorità hanno condotto otto perquisizioni in diverse zone del Paese, tra cui Bucarest e le contee di Ilfov, Giurgiu e Maramureș. Durante le operazioni, sono state sequestrate prove che confermerebbero il coinvolgimento del gruppo in attività sovversive.

Chi sono gli arrestati: tra loro un generale di 101 anni

Tra gli arrestati figura anche Radu Theodoru, un generale dell’esercito romeno in pensione di 101 anni, noto per le sue posizioni negazioniste sull’Olocausto e per il suo passato nel partito di estrema destra Grande Romania. Il gruppo comprendeva inoltre esponenti nazionalisti e ultraconservatori, alcuni dei quali già noti alle autorità.

Secondo le autorità, i membri della cellula avrebbero tentato di influenzare la vita politica del Paese attraverso campagne di disinformazione e propaganda mirata.

L’espulsione di due diplomatici russi

In seguito alle indagini, il Ministero degli Esteri romeno ha dichiarato personae non gratae due diplomatici russi: Victor Makovskiy, addetto militare, aereo e navale, e il suo vice Evgeny Ignatiev. I due diplomatici russi hanno svolto attività di raccolta di informazioni in aree strategiche e hanno condotto attività a sostegno delle azioni anticostituzionali del gruppo” è quanto si legge in un comunicato delle autorità romene.

Secondo le fonti investigative, i due funzionari avrebbero avuto un ruolo attivo nel sostenere il gruppo, fornendo assistenza strategica e informazioni. Il Cremlino ha reagito con durezza all’espulsione, definendo la decisione “ingiustificata e ostile” e minacciando misure di ritorsione.

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