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Migranti: i 27 Paesi dell’Ue stanno lavorando a un accordo sul nuovo Patto sui migranti

Piantedosi:" la Tunisia merita di essere sostenuta, sta svolgendo un ruolo importante per il contrasto a certi fenomeni criminali "

Migranti: i 27 Paesi dell’Ue stanno lavorando a un accordo sul nuovo Patto sui migranti

I 27 Paesi dell’Ue stanno lavorando per arrivare a un accordo sul nuovo Patto sui migranti. Uno dei principi cardine sarebbe quello d’istituire una formula, calcolata sulla base di dati oggettivi e condivisi, per definire “la capacità adeguata” di ogni Paese nell’ospitare i migranti e la relativa applicazione delle “procedure di frontiera” d’identificazione.

A questo meccanismo dinamico, che terrebbe in conto i flussi d’ingresso e di uscita, si affiancherebbe “un tetto annuale”. Quote e soglie sarebbero funzionali a far scattare gli interventi di “solidarietà obbligatoria” da parte degli altri Stati.

Il principio – sottolineano fonti diplomatiche – è ancora “oggetto di discussione” ai tavoli negoziali e rientra nel metodo di lavoro concordato tra i 27 secondo cui “nulla è deciso sinché tutto è deciso”. Anche perché il Patto sulla migrazione è un mosaico molto complesso composto da varie tessere legislative, come direttive, raccomandazioni e regolamenti.
Si lavora per rendere obbligatorio il “principio di solidarietà”.  Una bozza di mediazione proposta dalla presidenza indica chiaramente che è necessario “raffinare ulteriormente l’equilibrio tra solidarietà e responsabilità” e che “si deve tenere conto della particolare posizione geografica degli Stati membri di frontiera”. Il testo a ogni modo esclude che i ricollocamenti saranno mai resi “obbligatori”, benché siano previsti tra le misure di solidarietà insieme ai “contributi finanziari” e a non meglio precisati “altri interventi”. Come ha già precisato la presidenza svedese, infatti, si lavora per rendere obbligatorio “il principio di solidarietà” e non una misura a favore di un’altra.

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I negoziati – precisa una fonte diplomatica – procedono serrati per arrivare al prossimo Consiglio Affari Interni – previsto l’8 giugno in Lussemburgo – con una posizione il più possibile condivisa, in modo da centrare l’obiettivo di chiudere il mandato negoziale del Consiglio e poter avviare il trilogo con Commissione e Parlamento, perlomeno sulla parte che riguarda la gestione dell’asilo e della migrazione.

Le parole di Giorgia Meloni intanto al comizio per la conclusione della campagna elettorale a Catania, il presidente del Consiglio dice la sua sul tema migranti. “Siamo nella peggiore congiuntura sull’immigrazione, ma vi prometto che la spunto io alla fine. E quando risolveremo questo problema non sarà una boutade, preferisco metterci più tempo ma trovare soluzioni strutturali”.

Per quanto riguarda la questione Tunisia il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al Festival dell’Economia di Trento afferma: “ la Tunisia merita di essere sostenuta, sta svolgendo un ruolo importante per il contrasto a certi fenomeni criminali”.

“Credo che almeno 20 mila recuperi dall’inizio dell’anno li abbia fatti, è un’attività che le forze di polizia tunisine stanno portando avanti con convinzione”, ha aggiunto Piantedosi, sottolineando che “il governo ha avviato una serie di iniziative che devono avere vocazione multidirezionale” per la gestione del fenomeno migratorio. “Abbiamo avviato un rapporto con la Tunisia fondato sulla cooperazione, non esclusivamente sul fronte migratorio, ma con un sostegno a 360°. Dobbiamo avere una collaborazione bidirezionale con questi Paesi, perchè abbiamo interessi comuni e convergenti”.

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