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Medio Oriente: Israele pronto a rispondere all’attacco iraniano

Israele pianifica una risposta militare significativa dopo un attacco missilistico iraniano, mentre intensifica le operazioni contro Hezbollah e Hamas. Il coinvolgimento di impianti nucleari iraniani non è escluso.

Medio Oriente: Israele pronto a rispondere all’attacco iraniano.

La situazione in Medio Oriente si sta intensificando notevolmente, con Israele che si prepara a rispondere a un attacco missilistico lanciato dall’Iran. Secondo quanto riportano i media israeliani, l’esercito sta pianificando una reazione imminente che sarà “forte e significativa”. L’operazione, che potrebbe coinvolgere anche impianti nucleari iraniani, non è esclusa dal governo israeliano, come confermato da fonti vicine all’amministrazione statunitense. Donald Trump, l’ex presidente degli Stati Uniti, ha apertamente dichiarato che Israele dovrebbe considerare di colpire tali impianti.

Contemporaneamente, sul fronte libanese, Israele sta cercando di chiudere entro due o tre settimane il conflitto con Hezbollah, il gruppo militante sciita che opera in Libano. Le forze israeliane hanno già condotto raid in territorio libanese, uccidendo Sayyed Attaullah Ali, un importante leader delle Brigate Al Qassam, il braccio armato di Hamas. L’uccisione è avvenuta durante un bombardamento che ha colpito la casa di Ali nel campo profughi di Dawi, a Tripoli, nel nord del Libano. Insieme a lui, anche tre membri della sua famiglia hanno perso la vita. Hamas ha confermato l’episodio attraverso i suoi canali ufficiali, sottolineando l’importanza del leader scomparso.

Sul fronte interno, Israele sta anche espandendo le operazioni di terra nella Striscia di Gaza, con l’obiettivo di intensificare gli scontri con Hamas, in concomitanza con l’anniversario del 7 ottobre. L’esercito ha emesso ordini di evacuazione per le aree di Nuseirat e Bureij, situate nella zona centrale di Gaza, segnalando un possibile ampliamento delle offensive in corso. Queste aree si trovano immediatamente a sud del corridoio Netzarim, dove le forze israeliane hanno stabilito una presenza stabile.

A livello diplomatico, sono in corso colloqui a Tel Aviv, nonostante la festività dello Shabbat, tra rappresentanti israeliani e funzionari di Paesi alleati. Questi incontri mirano a coordinare una possibile azione contro Teheran. Ynet, una delle principali testate israeliane, ha riportato che l’esercito israeliano non intende ignorare l’attacco iraniano, il quale ha causato danni ad alcune basi aeree israeliane, sebbene non siano state colpite infrastrutture critiche o aerei.

In questo contesto, il capo del Comando militare centrale degli Stati Uniti, generale Michael Kurilla, è in arrivo in Israele per ulteriori consultazioni con le autorità locali. Le fonti americane confermano che l’attacco israeliano all’Iran potrebbe essere ormai imminente, mentre la tensione nell’area continua a crescere.

Dal punto di vista umanitario, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno quasi 157 milioni di dollari in nuovi aiuti per supportare le popolazioni colpite dal conflitto in Libano e nella regione circostante. Questi fondi saranno destinati a fornire cibo, ripari, coperte, kit igienici e assistenza sanitaria alle popolazioni sfollate all’interno del Libano, ai rifugiati che si trovano nel Paese e alle comunità che li ospitano. L’assistenza statunitense raggiungerà anche i rifugiati che sono fuggiti nella vicina Siria, dove la situazione rimane complessa a causa della guerra civile in corso.

Antony Blinken

Blinken ha ricordato che nell’ultimo anno gli Stati Uniti hanno già destinato quasi 386 milioni di dollari per sostenere le popolazioni vulnerabili in Libano e in Siria, che continuano a soffrire a causa dell’aggravarsi del conflitto. La crisi umanitaria, quindi, si estende ben oltre i confini della Striscia di Gaza e del Libano, coinvolgendo milioni di persone in tutta la regione.

Il presidente siriano Bashar al-Assad, in un incontro con il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi a Damasco, ha commentato l’attacco missilistico iraniano contro Israele, definendolo una “lezione” per lo Stato ebraico. Assad ha ribadito che l’azione iraniana rappresenta una forte risposta alle provocazioni di Israele, che ha intensificato le sue operazioni militari nella regione.

In questo complesso scenario, il conflitto tra Israele e Hamas si avvicina al suo 365º giorno, con una crescente intensità che coinvolge molteplici fronti. Israele continua a combattere su più fronti: con Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano e l’Iran come principale minaccia nucleare. La situazione resta estremamente tesa, con possibili sviluppi significativi nei prossimi giorni o settimane.

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