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Crescono le tensione tra Israele e Gaza, Netanyahu minaccia escalation, Hamas: “pronti a sospendere i negoziati se Israele non rilascia i 602 prigionieri”

Tensione tra Israele e Hamas: la tregua è a rischio dopo il blocco del rilascio dei prigionieri palestinesi. Netanyahu schiera i tank in Cisgiordania.

Crescono le tensione tra Israele e Gaza, Netanyahu minaccia escalation, Hamas: “pronti a sospendere i negoziati se Israele non rilascia i 602 prigionieri”

Hamas ha annunciato la sospensione dei negoziati con Israele tramite i mediatori internazionali, a meno che il governo israeliano non rispetti l’accordo per la liberazione di 602 prigionieri palestinesi in cambio dei sei ostaggi israeliani rilasciati negli ultimi giorni.

Tuttavia, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato che “è stato deciso di posticipare il rilascio dei terroristi pianificato per ieri finché non sarà assicurata la liberazione dei prossimi ostaggi senza umilianti cerimonie”.

Di fronte alla crescente tensione, il portavoce di Hamas a Gaza, Hazem Qassem, ha affermato che il gruppo è disposto a rivedere le modalità della cerimonia di liberazione per evitare ulteriori crisi e garantire lo scambio dei prigionieri. Un segnale di apertura che potrebbe facilitare la ripresa delle trattative, ma che al momento non ha fermato l’escalation militare nella regione.

Israele schiera i carri armati in Cisgiordania: “Pronti a combattere”

Netanyahu ha ordinato il dispiegamento di carri armati nella Cisgiordania occupata, un evento che non si verificava da oltre vent’anni. L’esercito israeliano (IDF) ha giustificato l’operazione come una misura preventiva per eliminare “nidi del terrore”, mentre il ministero degli Esteri palestinese ha condannato l’azione definendola “una grave escalation“.

Secondo le autorità palestinesi, circa 40.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie case nei campi profughi di Jenin, Tulkarem e Nur Shams, con il ministro della Difesa israeliano Israel Katz che ha affermato che ai profughi non sarà più permesso di tornare. Questa decisione è stata duramente criticata a livello internazionale, con appelli alla comunità globale per intervenire e fermare l’escalation.

Netanyahu minaccia: “Pronti a riprendere la guerra in qualsiasi momento”

Nel corso di una cerimonia militare, Netanyahu ha ribadito che Israele è pronto a riprendere l’offensiva su Gaza “in qualsiasi momento” per raggiungere i suoi obiettivi strategici. Il premier ha anche chiesto la smilitarizzazione della Siria meridionale e un maggiore controllo sulla Striscia di Gaza.

L’IDF ha alzato il livello di allerta operativa attorno alla Striscia, segnale che potrebbe preludere a una nuova fase del conflitto. Nel frattempo, le tensioni restano alte anche in Libano, dove decine di migliaia di persone hanno partecipato al funerale dell’ex leader di Hezbollah, Nasrallah, ucciso cinque mesi fa in un raid israeliano.

Il ruolo della comunità internazionale: la Germania ignora il mandato di arresto contro Netanyahu

In un contesto di crescenti tensioni internazionali, il neo-eletto cancelliere tedesco Friedrich Merz ha avuto un colloquio telefonico con Netanyahu, annunciando l’intenzione di invitarlo in visita ufficiale in Germania.

Questo invito arriva nonostante il mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale (CPI) che accusa Netanyahu di crimini di guerra. La decisione di Merz potrebbe aggravare ulteriormente le divisioni diplomatiche in Europa e tra i membri della comunità internazionale, già profondamente spaccata sul conflitto israelo-palestinese

Una tregua sempre più fragile

La guerra tra Israele e Hamas, che coinvolge anche Iran, Siria e Libano, è giunta al giorno 507 e il fragile cessate il fuoco sembra vacillare sotto il peso delle tensioni politiche e militari.

L’impasse nei negoziati e la crescente tensione sul campo mettono a serio rischio la tregua. Il blocco della liberazione dei prigionieri palestinesi, le minacce israeliane di riprendere le ostilità e l’espansione delle operazioni militari in Cisgiordania potrebbero portare a una nuova fase di escalation del conflitto.Crescono le tensione tra Israele e Gaza, Netanyahu minaccia escalation, Hamas: "pronti a sospendere i negoziati se Israele non rilascia i 602 prigionieri"

La comunità internazionale monitora con attenzione gli sviluppi, con la speranza che la mediazione di Egitto, Qatar e Stati Uniti possa evitare il ritorno a un conflitto su vasta scala. Tuttavia, se la situazione non si sblocca nelle prossime ore, lo scontro potrebbe riprendere con rinnovata intensità, coinvolgendo nuovamente il Libano, la Siria e l’Iran, già attori indirettamente coinvolti nella crisi.

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