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Colloquio telefonico tra Trump e Zelensky: accordo su difesa aerea e stop agli attacchi energetici

Donald Trump e Volodymyr Zelensky discutono di pace in Ucraina in una telefonata definita "ottima". Accordo su difesa aerea, stop agli attacchi alle infrastrutture e controllo Usa sulla centrale di Zaporizhzhia. Colloqui in Arabia Saudita il 24 marzo.

Colloquio telefonico tra Trump e Zelensky: accordo su difesa aerea e stop agli attacchi energetici

Nella tarda serata di ieri, mercoledì 19 marzo 2025, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avuto una telefonata di un’ora con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, definendola “ottima”. La conversazione si è concentrata sulla possibile tregua in Ucraina e su una cooperazione rafforzata tra i due Paesi. Questo colloquio è avvenuto all’indomani della telefonata tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin, un dialogo che ha riacceso le speranze per una soluzione diplomatica al conflitto.

Un passo avanti verso la pace

Trump ha sottolineato come le posizioni di Russia e Ucraina siano in fase di allineamento e ha espresso fiducia nel lavoro dei team tecnici che si incontreranno nei prossimi giorni per delineare i dettagli di un possibile accordo di pace. Anche Zelensky si è detto soddisfatto della telefonata, definendola “franca” e “sostanziale”. “Abbiamo concordato che Ucraina e Stati Uniti devono continuare a lavorare insieme per raggiungere una vera fine della guerra“, ha scritto Zelensky sul suo canale social di X.

Un altro tema cruciale affrontato nella conversazione è stato il rafforzamento della difesa aerea ucraina. Trump ha accettato di collaborare per aiutare Kiev a ottenere nuovi sistemi di difesa aerea, in particolare i missili Patriot, anche se non direttamente dalle riserve del Pentagono. “Il presidente ha acconsentito a lavorare insieme per aiutare a trovare ciò che è disponibile, soprattutto in Europa“, si legge in una nota del Dipartimento di Stato americano.

Accordo sugli attacchi alle infrastrutture energetiche

Una delle principali concessioni di Kiev è stata l’accettazione di porre fine agli attacchi contro le infrastrutture energetiche, come previsto nella proposta russa di tregua parziale. “Gli ucraini vogliono la pace, motivo per cui l’Ucraina ha accettato la proposta di un cessate il fuoco incondizionato“, ha dichiarato Zelensky. Tuttavia, sullo sfondo della conversazione rimangono accuse reciproche tra Mosca e Kiev su attacchi strategici, con la Russia che denuncia offensive ucraine e l’Ucraina che accusa Mosca di colpire il sistema elettrico della regione di Dnipropetrovsk.

Il ruolo degli Stati Uniti nella sicurezza energetica dell’Ucraina

Trump ha avanzato l’idea che gli Stati Uniti possano assumere un ruolo di controllo sulla sicurezza delle centrali nucleari ucraine, in particolare sulla centrale di Zaporizhzhia, attualmente sotto controllo russo. “Abbiamo discusso solo di una centrale elettrica, che si trova sotto occupazione russa“, ha precisato Zelensky, assicurando di non aver ricevuto pressioni da parte di Trump per cedere territorio o fare concessioni a Mosca.

Lo scambio di prigionieri: un segnale di possibile distensione

Un altro segnale positivo è arrivato dallo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina, avvenuto in concomitanza con la telefonata tra Trump e Zelensky. Mosca ha restituito 175 prigionieri ucraini, tra cui 22 feriti gravi, in quello che il Cremlino ha definito un “gesto di buona volontà”.

Prossimi passi: colloqui in Arabia Saudita

Il prossimo appuntamento per definire i dettagli della tregua sarà l’incontro tra i rappresentanti di USA, Russia e Ucraina in Arabia Saudita, previsto per il 24 marzo. La Casa Bianca ha dichiarato che i negoziati sono “sulla buona strada” e che mai prima d’ora la pace è sembrata così vicina.

Nonostante il clima di ottimismo e la volontà dichiarata di entrambi i leader di trovare una soluzione pacifica, la situazione sul campo resta complessa. L’incontro in Arabia Saudita potrebbe rappresentare un punto di svolta per una tregua duratura o, al contrario, evidenziare le persistenti divergenze tra le parti in conflitto.

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