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Violenza psicologica, da Milano un cortometraggio

“Eppure sono lieve”, il romanzo-testimonianza di Bruna Colacicco (Editore Manni), diventa un cortometraggio: la storia vera di due amiche, che racconta proprio il problema della violenza psicologica sulle donne e di quella assistita di cui sono testimoni involontari i figli, finisce su uno schermo grazie all’intuizione di Alessia Bottone, giornalista e regista che ne ha tratto un cortometraggio intitolato Violenza invisibile”: l’opera sarà presentata il prossimo 27 novembre a Verona ma porta in scena una storia tutta milanese. “Ho cercato di portare in scena cena le devastanti conseguenze della violenza psicologica, oltre alle laceranti ferite scolpite nel cuore di coloro che la subiscono – spiega la regista del cortometraggio, Alessia Bottone –. Giovanna, la protagonista, ha paura di tutto perché tutto quello che fa è sbagliato agli occhi del marito e ogni piccolo errore darà seguito a giorni di silenzi e  maltrattamenti. I suoi flashback e i suoi pensieri si intrecciano a quelli delle amiche che tentano di aiutarla, facendole riesaminare il suo vissuto e la sua condizione. Un percorso di consapevolezza che segna un punto di non ritorno e l’inizio di una nuova vita”.   Eppure sono lieve_ Il romanzo di Bruna Colacicco è scritto in forma di duplice diario ed è ambientato nella Milano dei primi decenni del Duemila. Due amiche, Giovanna e Bruna, compagne di liceo, si ritrovano dopo vent’anni. Giovanna sta vivendo, senza esserne all’inizio consapevole, l’esperienza dolorosa del maltrattamento, del mobbing familiare. L’incontro con Bruna restituisce a Giovanna un’amicizia che sarà un appoggio e un aiuto prezioso nel percorso, per niente semplice, che la porterà fuori dalla situazione di abuso. Il romanzo è una testimonianza appassionante, in cui la drammaticità dei temi cardine della violenza psicologica domestica e della violenza assistita si stemperano in una storia di amicizia e di vicinanza, raccontata con sincerità e leggerezza fino al riscatto finale.Le drammatiche conseguenze di questi abusi coinvolgono non solo le donne, vittime dirette della violenza psicologica, ma anche i figli che assistono quotidianamente e per anni ai maltrattamenti della madre e che da ciò subiscono danni gravissimi. I più piccoli manifestano deficit nella crescita e ritardo psicomotorio, i più grandi danni nell’autostima, nella capacità di provare empatia, nelle competenze intellettive, paura costante, senso di colpa, tristezza e rabbia, stati d’ansia, incapacità di stringere relazioni, depressione sino a tendenze suicide. Se non si interviene, la violenza assistita segnerà la vita e le relazioni future di questi ragazzi. Gli ultimi dati rilasciati dall’Istat sono relativi al 2014 ma sono comunque significativi per comprendere il fenomeno. Nel 2014 il 26,4% di donne avevano subito violenza psicologica o economica dal partner attuale e il 46,1% da parte di un ex partner. Sempre secondo l’Istat, che ha realizzato elaborazioni inedite per la campagna “Abbattiamo il muro del silenzio” lanciata da Save the Children nel 2018, dal 2009 al 2014 ben 427mila minori hanno visto le madri maltrattate dal compagno, senza considerare i moltissimi casi che sfuggono certamente alle stime, perché di questa declinazione della violenza su bambini e ragazzi si parla ancora troppo poco.

Il testimonial_ Il Maestro Giovanni Allevi (Ambassador di Save the Children, da sempre sensibile ai temi della salvaguardia dell’infanzia e attivo in iniziative per la tutela dei bambini) ha scritto la prefazione di “Eppure sono lieve” e si è reso disponibile a supportarlo, ritenendo che sia un valido strumento per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto al problema.

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